BRINDISI – (da il7 Magazine) Si presentavano come consumatori per catturare l’attenzione del cliente, ma in realtà erano venditori, utilizzavano gruppi segreti su Facebook per raccontare i risultati di questo miracoloso programma di dimagrimento e successivamente vendevano i prodotti. Tutto questo dal 2016 ad oggi. Multa da un milione di euro a Juice Plus+ Company da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. La vendita degli ormai famosi frullati e barrette al gusto di frutta, vaniglia e cioccolato, che avveniva tramite gruppi segreti di Facebook è stata dichiarata dall’antitrust “una pratica commerciale scorretta”. A chiedere l’intervento dell’Agcm è stata la Codacons (associazione dei consumatori) che aveva sollevato obiezioni sulle modalità di vendita di questi prodotti a discapito dei consumatori. Il tutto avveniva con l’utilizzo del social. Tutto online, non esistono altre modalità di vendita. Una pratica che si è diffusa anche nella provincia di Brindisi e che ha catturato l’attenzione di migliaia di internauti. Tantissimi hanno acquistato via Facebook questi prodotti. A tutti è capitato infatti di avere un amico o un conoscente che ha postato foto, frasi, esperienze quotidiane che raccontano di risultati mirabolanti. Per conquistare clienti sul social si posta di tutto. Il nuovo metodo ha visto l’adesione anche di noti professionisti del territorio che pubblicano foto in mutande, a petto nudo e in qualsiasi momento della giornata. Si mostra quanto sia modificato il proprio corpo e quanto questo abbia cambiato in meglio il proprio stile di vita, in famiglia e tra li amici. Dalla mattina alla sera si lanciano messaggi ottimisti, su cosa si è mangiato, dimostrando che non si rinuncia a nulla se si segue questo “fantastico” programma, ma anche su attività giornaliere e la vita privata. Non mancano foto di figli anche piccoli, e della famiglia alle prese con la quotidianità. Qualcuno si diletta con dirette social dove partecipa tutta la famiglia. Uno degli operatori antritrust è riuscito a infiltrarsi in uno dei gruppi segreti ed ha potuto annotare come avveniva la vendita di capsule e pastiglie gommose composte da polveri di frutta verdura e bacche, frullati a barrette per perdere peso. Il metodo utilizzato è sempre lo stesso: profili che mostrano il protagonista alle prese con il dimagrimento “senza rinunce”, senza menzionare il nome dei prodotti. Foto di pance che si sgonfiano, di taglie che si dimezzano. Se vuoi saperne di più basta scrivere “ok” tra i commenti e sarai contattato in privato. Prima una conversazione in una chat privata, e successivamente si entra a far parte di due gruppi segreti su Fb. È qui che avviene la narrazione di esperienze personali dei consumatori : “Ho perso 70 chili, 24 chili in 4 mesi, 35 chili senza stress e senza rinunce”. Il tenore dei messaggi era sempre lo stesso. Qualcuno chiedeva anche consigli in allattamento, e la risposta da dare era sempre la stessa. L’antitrust ha potuto così verificare che i soggetti che nei gruppi segreti si presentavano come consumatori e raccontavano i loro eccezionali risultati erano in realtà i venditori. Questi proponevano prodotti “assolutamente naturali” come bustine che si sciolgono in acqua al gusto di cioccolato, vaniglia e frutta. Shake che sostituiscono ai pasti. Miscele che servirebbero a drenare, bruciare i grassi, placare la fame nervosa e riattivare il metabolismo. In vendita diversi pacchetti, quello drenante da distribuire in quattro mesi costa circa 429 euro. Si paga solo con carta di credito e con prepagate. La società fornisce ai venditori –consumatori tutorial e brochure che aiutano per la costruzione delle proprie pagine social. Bisogna creare una specifica immagine pubblica, un brand di te stesso dove “tu sei il brand con il tuo stile di vita, i tuoi interessi, i tuoi look”. Si parla di otto comandamenti: autentico, stimolante coinvolgente, entusiasta, modesto, rispetto, onesto, disponibile. I prodotti Jiuce in questi racconti pubblici devono essere integrati nella regolare attività sui social ma non venduti direttamente. Questo si evince anche dalle linee guida predisposte per il gruppo di venditori Unstoppable generation (questo il nome che molti hanno letto su Facebook) dove si suggerisce di agganciare i potenziali clienti via social e di suscitare il loro interesse tramite la narrazione di proprie esperienze di consumo e di spostare poi la conversazione in ambienti privati e gruppi segreti. Dopo la maxi multa Juice Plus+ si difende: “L’azienda monitora in maniera costante che il materiale prodotto dai Franchise Partner, veri e propri incaricati alle vendite, rispetti le regole di condotta dell‘azienda. Juice Plus+ ha sempre condannato i comportamenti che violano le norme aziendali, così come le pratiche scorrette di vendita del prodotto che, quando dimostrate, sono sempre state punite. Abbiamo ammonito, sanzionato o allontanato persone il cui comportamento si è rivelato non in linea con le linee guida dell’azienda. Juice Plus+ sta valutando la decisione presa dall’AGCM e deciderà quanto prima i prossimi passi, al fine di far accertare la legittimità dell’operato dell’azienda”.
Lucia Portolano
Non basta multare solo Juice, la pratica del venditore camuffato da consumatore è diffusissima anche su Instagram. Speriamo che a strascico cadano nella rete dell’Autorità tutte le altre ditte che utilizzano il sistema truffaldino sfruttando soprattutto i giovanissimi che frequentano i social e in cambio di quattro spiccioli. È un sistema di sfruttamento.
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