BRINDISI- Ha il viso provato il sindaco Consales, un’espressione stanca ma determinato ad andare a avanti, a non lasciare la poltrona di primo cittadino. Non lo ha fatto dopo il suo rinvio a giudizio perché vuol provare sino alla fine la sua innocenza, e non intende farlo oggi dopo l’attentato incendiario alla sua auto, andatea completamente distrutta. Vuol lanciare un messaggio di sicurezza ai suoi cittadini.
“Io vado avanti perché sto tentando di recuperare le regole della legalità in questa città”. Un espressione forte quella di Consales, che si presta a diverse critiche a pochi giorni dall’inizio del suo processo, ma lo dice con convinzione.
Afferma di non aver paura, ma nello stesso tempo chiede allo Stato protezione per se e per la sua famiglia. “Lo Stato me lo deve- perché io sto donando la vita allo Stato. La cenere cova dal passato in questa città , in questi anni è stato messo solo un cappello, ma io sto cercando di rimuovere quei focolai. Dice di sentirsi spesso solo in molte battaglie.
Ai carabinieri che indagano sull’episodio di ieri sera ha fornito elementi per due piste: quella di tensioni esistenti per la gestione della vicenda Multiservizi, ma anche per l’appalto dei rifiuti e per la revoca a Natuna della manutenzione degli impianti sportivi, e poi ha parlato di alcune minacce ricevute da un esponente della criminalità organizzata brindisina che avrebbe preteso qualcosa. Ripetute minacce che il sindaco avrebbe registrato in questi mesi ma non rese pubbliche. Ieri sera andato via da palazzo Nervegna ha avuto la sensazione che fosse seguito da qualcuno.
Poi lancia un messaggio ai responsabili dell’incendio ma anche ai suoi avversari politici che avrebbero alimentato un clima di veleni che non ha giovato a nessuno.
Video intervista
Foto Gianni Di Campi
Lu.Po.
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