Piscine comunali a rischio abbondono, dubbi sulla riapertura anche per quella di Sant’Elia

 BRINDISI – (da il7 Magazine di Lucia Portolano) Gli impianti sono messi male, troppi lavori da fare e nessuno vuol comprare la piscina comunale di contrada Masseriola. La migliore in città per grandezza e profondità. Il Comune l’ha messa tra i beni da vendere per fare cassa, ma ogni volta il bando è andato deserto. Oggi vale ancor meno rispetto al primo bando di vendita. Il rischio è che venga svenduta ad un privato, o che sia lasciata all’abbandono e al degrado, come si trova ora. La piscina si trova nei pressi del palazzetto, accanto al campo di atletica e a due passi del nascente Palaeventi. Da tempo l’amministrazione comunale parla di una cittadella della sport da concentrare in quella zona, ma intanto le condizioni in cui si trovano oggi questi impianti sportivi raccontano di un destino diverso.

Nessuno in realtà ha voluto neanche comprare la piscina comunale di Sant’Elia, quella che da sempre era stata gestita dalla società Marimisti sino a quando il Comune non ha deciso di metterla in vendita. Anche in questo caso il bando è andato deserto. Nel frattempo lo scorso anno si era trovata una soluzione tampone per riaprire la struttura. Il Comune aveva emesso un avviso pubblico per la gestione di un anno della piscina. Era arrivata una sola offerta, quella della società Feel good che a Cellino San Marco gestisce un centro benessere con tre piscine. L’impianto era stato messa in vendita ad un prezzo di base d’asta di 725mila euro. Ma agli addetti ai lavori è sembrato troppo caro e così il Comune ha pensato di proporre l’affidamento provvisorio di almeno un anno. Si è fatta avanti solo la società di Cellino San Marco.

Lo scorso anno l’apertura della piscina prevista per la stagione 2020-2021 è poi saltata a causa del Covid, ed ora non si hanno certezze sulla nuova stagione. Feel good sta contrattando con il Comune di Brindisi per la redazione della convenzione. “Le cose rispetto ad un anno fa sono cambiate – spiega Gianni Martina, amministratore Feel Good – gli impianti sono fermi da oltre un anno e mezzo. Un conto è riaprire dopo tre mesi di chiusura, diverso è metterli in moto dopo un anno e mezzo. Sarà necessario fare ulteriori interventi e siamo rivedendo la convenzione con il Comune”. A quanto pare la società vorrebbe in concessione la piscina per più tempo allo stesso prezzo, per ammortizzare le ulteriori spese dovute al passare tempo.  “Questa settimana ci sarà un nuovo incontro con il Comune di Brindisi – aggiunge Martina – dopo di che entro luglio decideremo cosa fare, se restare o andare via”. Se le due parti dovessero trovare un accordo la piscina, stando alle dichiarazioni di Martina, potrebbe aprire per ottobre e procedere per tutta la stagione. Il canone stabilito nell’offerta era quello di 38mila euro all’anno. Il Comune da parte sua intende trovare una soluzione e non lasciarsi scappare l’unico offerente. “Dobbiamo solo perfezionare la convenzione – spiega Oreste Pinto, assessore allo Sport al Comune di Brindisi – troveremo una soluzione. Ci sono dei lavori da fare per riaprire gli impianti di Sant’Elia. Una cosa è certa non possiamo allungare il periodo di affidamento, ma faremo di tutto per aprirla. Intanto stiamo verificando se è possibile utilizzare il super bonus del 110 per cento per fare i lavori di messa in sicurezza per entrambe le piscine comunale. Questo ci aiuterebbe molto”.

Senza le due strutture comunali, in città esistono solo due altre piscine, una privata e l’altra gestita dalla Marina militare con dei limiti di accesso. Le uniche due strutture pubbliche sono state soppresse per cercare di far cassa e ripianare i debiti dell’amministrazione comunale. Da quasi due anni il risultato di questa scelta ha portato solo alla chiusura totale delle strutture, e al rischio che vadano in malora. Chiaramente la pandemia non ha aiutato il percorso. Il bando di vendita era comunque andato deserto già prima del periodo Covid.

Tornando alla piscina di Sant’Elia la proposta presentata da Feel good fu di 38mila 500 euro, il trenta per cento in più rispetto al minimo richiesto dal Comune. Nella proposta della società c’era in preventivo la realizzazione di alcuni lavori di ammodernamento dell’impianto dell’illuminazione, una rinfrescata alle pareti, il montaggio degli armadietti, l’allestimento di una reception, la dotazione di panche, e nuova attrezzatura per la piscina. Martina il 20 settembre 2020 spiegò che la società era interessata solo alla gestione per un anno e che in base all’andamento della stagione sportiva avrebbe potuto fare  altre valutazioni. Allora fu scartata l’ipotesi di un acquisto, almeno a quel prezzo, perché fu considerato un investimento troppo oneroso per la tipologia della struttura. “In futuro si vedrà – disse l’amministratore – ma non a quella cifra”. Ora la situazione degli impianti è anche peggiorata.

L’intento della nuova società è quella di proseguire il lavoro fatto dai vecchi gestori di Marimisti con l’integrazione di nuove attività nel solco della propria politica aziendale. “Siamo disposti ad reintegrare il personale uscente ovviamente nel rispetto dei nostri principi”, disse allora Martina.

Molte famiglie non vedono l’ora di sapere se almeno quest’anno la piscina riaprirà. La struttura era molto frequentata, e almeno per un altro anno resterà comunale, questo significa che la nuova gestione dovrà adattarsi ai principi di welfare per la quale è stata realizzata con i fondi pubblici.

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