Pietro Spina, lo chef brindisino che ha portato la burrata in Brasile

BRINDISI – (da Il7 Magazine) Immaginate di trovarvi davanti ad un piatto con una burrata, che già di per sé fa venire l’acquolina in bocca, ma soprattutto immaginate di tagliarla e scoprire che al suo interno c’è la pasta alla carbonara, piuttosto che orecchiette alle cime di rapa, e che dentro ci possa persino essere una montagna di crema alla ricotta con nocciole. Ora non immaginate più perché queste delizie esistono e sono le creazioni di uno straordinario cuoco tutto brindisino che da qualche mese è riuscito ad esportare sino in Brasile le tradizioni della gastronomia pugliese unite alla più raffinata cucina gourmet. Si chiama Pietro Spina, ha soli 24 anni ed è nato e cresciuto a Torre Santa Susanna. Nonostante la sua giovane età, Pietro è già diventato un nome nell’arte culinaria facendo di un piatto tipico , quale la burrata, una specialità richiesta in tutto il mondo. La sua passione nasce all’età di 5 anni quando comincia ad accompagnare il padre nel caseificio dove lavorava.
“La mia passione nasce quando io avevo 5 anni, quando mio padre, che fa questo lavoro da quarant’anni, mi portava in caseificio. Lui era capo operaio di una azienda molto nota di Torre Santa Susanna- racconta Pietro- Mi portava con sé perché voleva che imparassi questo mestiere e forse perché pensava che potessi fare carriera. Avevo 15 anni quando ho partecipato al primo show cooking dopo di ché ho raggiunto i 18 anni , avevo preso la patente ed ho cominciato a capire cosa volevo fare con questi show cooking, siccome per me è sempre stata una cosa che ho fatto non per denaro ma per passione , ho cercato di dare valore a quello che facevo inserendo nuovi prodotti, ad esempio facendo dei bocconcini ripieni, non solo il solito nodino, per dare anche valore al progetto, a cercare di colpire la gente”.
Pietro,quindi, si muove quasi in punta di piedi in questo ambiente ma la svolta della sua carriera si ha quando decide di dare rivoluzionare la burrata e darle una nuova impronta.
“ Dopo un po’ di anni ho visto che la mia attività cominciava a piacere e da lì è nata l’idea di fare le burrate ripiene con i primi piatti- racconta- Ricordo che era il 5 maggio di quest’anno quando chiesi ad un mio amico che è uno chef di preparami una carbonara , lui preparò senza problemi questo piatto e da lì la misi dentro la burrata. Nacque così la “Carboburrata”, un prodotto che ha fatto subito successo sui social . Poi ho cominciato a fare varie burrate con vari ripieni di primi piatti: la “Filiata salentina” ripiena con le polpette al sugo della nonna, la “Cacio e pepe” per omaggiare la tradizione romana, la “Burracima di rapa” con orecchiette e cime di rape. Poi sono nate anche le burrate dessert con mousse di ricotta e nocciola ricoperta di cacao, burrata ripiena di amarene e ricotta ricoperta di cocco. Insomma sono state tante le idee, e più ne realizzavo e più le postavo sui social. E’ nata la mia piccola notorietà, la gente ha iniziato a seguirmi, a scrivermi, a voler partecipare ai miei show cooking, a voler assaggiare le mie burrate. Sono stato anche contattato per cucinare ad un matrimonio vip”.
La notorietà di Pietro cresce e la sua bravura anche a tal punto che i suoi piatti cominciano a fare il giro del mondo, potenza dei social. Tanto che un giorno arriva una telefonata dal Brasile.
“In Brasile sono arrivato attraverso Instagram perché avevano bisogno di un casaro esperto nella produzione delle burrate e su Instagram, sul #BurrataPugliese sono tra i primi più popolari e poi nella mia zona sono abbastanza conosciuto, per cui è stato facile per loro trovarmi- dice Pietro- Quindi mi hanno proposto di fare tre mesi qui in Brasile per insegnare in una Accademia di gastronomia chiamata “Centro Europeo” che si trova a Curitiba che è situata nel Paranà, nel sud del Brasile. Ho avuto per due mesi e mezzo due stagisti che hanno studiato con me la preparazione della mozzarella e poi ovviamente quella della burrata. Qui in Brasile ho conseguito tanti successi , ho avuto il piacere di portare il mio show cooking e le mie burrate all’Ambasciata italiana situata in Brasilia, c’era gente di un certo livello”.
Le soddisfazioni sono tante per Pietro e per lui raccontarle diventa un’emozione. In particolare c’è un episodio al quale è particolarmente legato. “C’è una storia molto bella , una funzionaria dell’ambasciata italiana , mentre finivo lo show cooking e scendevo dal palco per salutare tutti, è venuta da me piangendo perché lei si è immedesimata nella mia storia ed è stata colpita dal modo in cui io ho raccontato la Puglia- dice emozionato- Oltre lei sono venuti a complimentarsi tanti ambasciatori di diversi paesi. E’ stata un’emozione unica. Sono rimasto senza parole”.
Pietro è molto giovane e per lui si prospetta una carriera brillante. Lui ha un sogno nel cassetto, forse anche più di uno, che vorrebbe realizzare. “Quello che vorrei fare nella vita, è quello che sto facendo adesso ma con maggiore ambizione, portare in alto l’Italia, la Puglia e soprattutto le nostre tradizioni culinarie e farle conoscere in tutto il mondo- dice- Qui ho avuto modo di scoprire che la burrata che loro preparano è molto diversa dalla nostra. Io sto cercando di educare loro che non è quella la vera burrata bensì è quella che facciamo qui nel caseificio dove io mi appoggio per fare aula. Per me questo è importante educare la gente, non solo come si fa la burrata, ma ad insegnare loro qual è il vero prodotto pugliese rispetto quello che fanno, ovviamente non solo in Brasile ma in futuro vorrei farlo in tutto il mondo. Ma c’è una cosa in particolare a cui io tengo tantissimo: aprire il primo locale in Puglia dove ci sarà la possibilità di gustare le mie ricette, le mie burrate con i primi piatti”.
Oggi Pietro si trova ancora in Brasile ed impegnato nell’Accademia ma conta di tornare in Italia per mettere in cantiere i suoi progetti e realizzare presto i suoi sogni.

Lucia Pezzuto

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