Piano Silletti bis, esposto dei Nac in Procura: “Ecco le falle e le irregolarità del Piano”

BRINDISI – Fitofarmaci in quantità, mancanza di avvisi sui posti di cui si presume la pericolosità, la bruciatura in loco delle ramaglie anche dove insistono divieti di legge. E, sotto la formula usata da Erri De Luca in aula a Torino, esprimendosi sull’Alta Velocità (intralciare, impedire e sabotare per legittima difesa del suolo, dell’aria e dell’acqua) i No al Carbone avanzano un esposto alla Procura di Brindisi, perché si attestino i danni che potrebbe arrecare il Piano Silletti bis, serie di interventi per debellare il presunto attacco della Xylella negli uliveti salentini. Un “sabotaggio”, come lo definiscono gli attivisti di NAC, seguendo le strade previste dalle leggi italiane.

Il loro esposto riguarda le numerose falle e irregolarità che, a loro parere, contiene il nuovo piano di eradicazioni e buone pratiche voluto dal commissario straordinario Giuseppe Silletti.

“Nel piano è previsto, prima e dopo l’eradicazione delle piante d’ulivo, un massiccio utilizzo di fitofarmaci  (di cui non è dato sapere né il nome né la composizione chimica), sui terreni che ospitano le piante cosiddette “infette” – dichiarano i NAC – Un’operazione imposta dalla norma al proprietario delle piante, indipendentemente se sia in possesso o no del patentino che lo abilità alla corretta gestione di queste sostanze”.

I Nac avrebbero constatato anche l’assenza di cartelli d’avviso ai cittadini sulla pericolosità dell’area, come invece previsto dal piano. Ma quel che più emerge come contraddizione è la discrepanza di imposizioni che giungono ai contadini dall’alto: “da una parte, il Silletti bis costringe il contadino o il proprietario degli alberi a bruciare in loco le ramaglie – sostengono i No al Carbone – dall’altra parte, come nel caso di Torchiarolo, con il  Piano di risanamento della qualità dell’area dettato della Regione Puglia, si vieta di accendere fuochi, come previsto dall’Arpa Puglia”. Due obblighi di legge in netto contrasto tra di essi.

“Non bisogna essere direttori di ARPA Puglia per sapere che la combustione di enormi quantità di ramaglie (vedi il caso Tormaresca dove gli alberi erano centinaia, sotto in video allegato), per giunta trattate con insetticidi, comporta un grosso danno all’ambiente e alla salute pubblica.  Ed è gravissimo che proprio lui, il direttore Assennato, responsabile di un’agenzia che dovrebbe tutelare l’ambiente, dichiari pubblicamente di non essere a conoscenza del piano Silletti, quest’ultimo tra l’altro consultabile on-line”.

Eppure – si chiedono i Nac -il Direttore Assennato, nel rispetto delle sue funzioni, non avrebbe dovuto essere a conoscenza di questo documento? Non avrebbe dovuto prendere le necessarie misure atte ad arginare l’impatto delle sostanze velenose utilizzate in ottemperanza al Piano Silletti? “Con queste premesse – dichiarano i Nac – siamo praticamente in una piena ipotesi di reato ambientale e ARPA Puglia è incredibilmente all’oscuro di tutto”.

A.P.

www.youtube.com/watch?v=j0P37ViK2Eg

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*