BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Edilizia residenziale, dopo l’approvazione del “Piano Casa” , 60 giorni di tempo per il Comune di Brindisi per adottare le nuove linee guida e dare l’opportunità ai cittadini di demolire e ricostruire la propria casa. Una corsa contro il tempo che tuttavia offre l’opportunità di recuperare, là dove ve ne fosse bisogno, il patrimonio immobiliare sul territorio brindisino e riqualificare le aree urbanistiche degradate portando delle migliorie anche sotto il punto di vista energetico. Il Consiglio regionale della Puglia, infatti, la scorsa settimana, ha approvato all’unanimità il “Piano casa”, cinque mesi di lavori in commissione con continui aggiustamenti da parte dell’assessorato all’Urbanistica guidato da Anna Grazia Maraschio. La proposta di legge porta come primo firmatario il consigliere del Partito democratico Fabiano Amati. Si tratta di uno strumento che consente ai Comuni la riqualificazione, rigenerazione e riutilizzo del patrimonio edilizio esistente. Tradotto: è possibile ampliare e sopraelevare fabbricati, riqualificandoli; recuperare ad uso residenziale altre volumetrie, ad esempio rustici annessi o sottotetti; demolire e ricostruire con bonus volumetrico. Il Piano Casa, quindi, incentiva gli interventi di demolizione e ricostruzione degli immobili residenziali e non residenziali con un ampliamento fino al 35% della volumetria legittimamente esistente. I Comuni possono deliberare una riduzione del contributo di costruzione per gli interventi effettuati sulla prima casa.
Cosa prevede la legge regionale
La legge regionale contiene il programma eco-casa di riqualificazione, rigenerazione e riutilizzo del patrimonio edilizio esistente, ha tra le finalità ed obiettivi prefissi la promozione e il riuso del patrimonio edilizio esistente, al fine di migliorare la qualità architettonica ed ambientale dello spazio abitale con il contenimento del consumo del suolo. Il cuore della legge è costituito dagli ambiti d’intervento e relativi interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione.
In particolare, è previsto che i Comuni debbano individuare gli ambiti edificati, esclusivamente all’interno delle zone omogenee B e C come identificate dal proprio strumento urbanistico, caratterizzati da degrado o abbandono del patrimonio edilizio esistente, dove consentire interventi di riuso e riqualificazione e su immobili con qualsiasi destinazione, attraverso interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione con destinazione finale di tipo residenziale, ovvero destinate ai medesimi usi preesistenti se legittimi o legittimati.
L’individuazione, poi, deve essere approvata con apposito atto deliberativo del Consiglio comunale e la cui deliberazione, può consentire per gli edifici residenziali ubicati nei contesti rurali (zone omogenee E), interventi di ampliamento nella misura massima del 20 per cento o di demolizione o ricostruzione nella misura massima del 35 per cento e comunque fino ad un massimo di 200 mc, nel rispetto delle norme di tutela paesaggistica di cui al PPTR. Infatti, tutti gli interventi edilizi previsti, non potranno derogare la pianificazione paesaggistica del PPTR e dovranno rispettare le prescrizioni, indirizzi, misure di salvaguardia o direttive contenute nelle relative Norme tecniche di attuazione. Ed il rilascio dei titoli edilizi abilitanti dovrà essere preceduto, se previsto, dall’autorizzazione paesaggistica di cui al PPTR.
È previsto, inoltre, che al fine di ottenere migliori condizioni di comfort abitativo degli alloggi, gli edifici a destinazione residenziale e mista residenziale, possono essere ampliati, per una sola volta, nel limite del 20 per cento della volumetria complessiva e comunque non oltre 300 mc.
Saranno ammessi interventi di demolizione e ricostruzione di edifici con realizzazione di un aumento sino al 35 per cento della volumetria legittimamente esistenti alla data di entrata in vigore della legge.
Le disposizioni del testo potranno essere applicato anche in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, con i rispettivi interventi autorizzati previo parere degli organismi preposti al controllo sul rispetto delle prescrizioni e linee guida del PPTR.
Inoltre, sono stati indicati i limiti di applicazione della legge, facendo espressamente riferimento agli edifici illegittimamente realizzati anche parzialmente, a meno di quelli per i quali sia stato rilasciato titolo edilizio di sanatoria e quelli che abbiano già usufruito degli incentivi di cui alla legge 14 del 2009; a quelli aventi valore storico, culturale e architettonico per i quali il Comune può autorizzare l’intervento previo parere obbligatorio della Commissione locale di paesaggio; all’interno delle zone territoriali omogenee A; agli edifici ubicati in area sottoposta a vincolo paesaggistico, nella Rete Natura 2000, all’interno delle zone destinate ad standard urbanistici, nelle oasi istituite con legge regionale per la protezione della fauna selvatica omeoterma, nelle zone umide tutelate d’importanza internazionale, negli ambiti dichiarati ad alta pericolosità idraulica e geomorfologica. Ed infine, i Comuni potranno disporre ulteriori esclusioni dall’applicazione della norma per zone le cui condizioni urbanistiche non consentono incrementi volumetrici aggiuntivi. Rispetto al testo licenziato dalla V Commissione, quello approvato dall’Aula contiene alcune modifiche frutto di proposte emendative di natura tecnica. In particolare con un emendamento aggiuntivo è stato inserito che le pratiche edilizie inoltrate e protocollate ai sensi della legge 14 del 2009, presso gli sportelli unici per l’edilizia dei comuni pugliesi, prima della data del 29 luglio 2022, verranno istruite e concluse secondo le prescrizioni della stessa legge. Con altri emendamenti aggiuntivi sono stati modificati alcuni articoli della legge regionale relativa il recupero dei sottotetti, porticati, locali seminterrati e interventi esistenti e di aree pubbliche non autorizzate.
Se questo non bastasse , ci sono grosse novità anche per l’edilizia popolare perché è stata finanziata la realizzazione di ascensori e rampe d’accesso su immobili dell’Arca Nord Salento della provincia di Brindisi. Si tratta di 11 ascensori e 6 rampe d’accesso, al servizio di 14 condomini, per una spesa totale prevista di euro 812.335, composti da euro 245.000 di finanziamento regionale e euro 567.335 dal bonus per detrazioni d’imposta previsti dalla legge statale di bilancio 2022. “Ora bisogna fare in fretta perché è molto triste vedere persone con difficoltà motorie intrappolate in casa o nello stesso condominio- dice il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione, Fabiano Amati- ringrazio in anticipo il commissario dell’Arca del Nord Salento, Cosimo Casilli, anche per incoraggiarlo a completare tutti i lavori entro fine anno, sia per la questione della detrazione d’imposta da bonus che per l’importanza del bisogno da soddisfare”.
Destinatari del finanziamento ascensori e rampe di accesso
I condomini interessati dal provvedimento sono: Ceglie Messapica in Via R. Livatino n. 7 (ascensore e rampa); Latiano in Via Carbone n. 40 sc. C (ascensore); Brindisi in Piazza Tiepolo n. 5 (ascensore); Ostuni in Piazza Avv. Nacci n. 2 (ascensore); Brindisi in Piazza O. Licini n. 53 (ascensore); Brindisi in Via T. Cremona n. 6 (rampa); Brindisi in Via L. Da Vinci n. 12 (ascensore); Brindisi in Piazza Filippo de Pisis n. 4 (ascensore); Ceglie Messapica in Via Emilio Notte n. 44 (ascensore e rampa); Latiano in Via Chicco Maggio sp 5 (rampa); Ceglie Messapica in Via Emilio Notte n. 72 (ascensore e rampa); Brindisi in Via Pace Brindisina n. 12 (ascensore e rampa); Brindisi in Piazza Zandomeneghi, n. 7 (rampa); Brindisi in Via P. Elia n. 1 (ascensore).
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
Commenta per primo