BRINDISI – Primi malumori postcongressuali per il Pd brindisino. I numeri sono diventati ufficiali da poche ore e già emergono i primi mal di pancia dell’area facente capo al candidato alla segreteria nazionale Gianni Pittella, rappresentato in provincia di Brindisi da Anna Maria Scalera.
Dalle urne, contando i voti assoluti ottenuti dai tre contendenti al vertice del partito provinciale, si legge che Maurizio Bruno, il vincitore, renziano, ha ottenuto 1950 voti, Anna Maria Scalera 1052 e Giuseppe Tagliente, esponente dell’area di Gianni Cuperlo, 793.
L’inghippo, secondo i pittelliani, sorge passando dalle preferenze ai delegati: al neosegretario ne spettano 54, agli sfidanti i restanti 46. La suddivisione, però, stando al regolamento regionale del partito, vuole che a Giuseppe Tagliente, nonostante un minor numero di preferenze assolute, spettino 24 delegati contro i 22 spettanti ad Anna Maria Scalera. Perché?
Una regola inserita nello statuto regionale recita che il calcolo dei resti, il metodo di attribuzione dei delegati “in più”, avvenga circolo per circolo e non su base provinciale, come di solito si usa fare. Così Tagliente, pur non avendo presentato le sue liste in 8 circoli su 20 e avendo ricevuto men voti, riesce ad ottenere più deleganti della sua concorrente alla segreteria.
I pittelliani brindisini, pur non contestando il regolamento, però, attribuiscono un significato politico alla questione, lanciando anche qualche ombra sulla presidente della commissione regionale, Loredana Legrottaglie, fasanese di area Cuperlo, che avrebbe sottolineato in apertura di riunione, suscitando dei sospetti, la regola della discordia: Tagliente sarebbe sostenuto dai vertici del partito provinciale e farebbe capo a un’area politica più “forte” del minoritario Pittella…
Maurizio Distante
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