Patate al forno e spinotti di caricabatterie serviti in pediatria al Perrino

BRINDISI – Un contorno elettrizzante è stato servito, ieri a pranzo, a un 13enne ricoverato nel reparto pediatria dell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi.  Patate al forno e spinotti di caricabatterie. Il giovane si è accorto del corpo estraneo presente nel suo piatto dopo averne, come sua abitudine, sezionato con la forchetta il contenuto: prima di mangiare le patate, infatti, il ragazzo le ha esaminate, come fa con tutto il resto del vitto che gli viene servito, spostandole con la forchetta per paura di trovarci qualcosa di strano.

Mai come questa volta il paziente aveva ragione: la sua paura, infatti, era quella di rinvenire, al massimo, un capello o roba simile, invece, dal fondo del piatto, è spuntato un affarino di plastica nero, prontamente esaminato dai presenti nella camera del decimo piano della struttura. Il padre del giovane non ha avuto il minimo dubbio: si trattava di uno spinotto che serve a collegare il telefonino al suo caricabatterie. La cosa più bizzarra è che questo piccolo elemento elettronico era perfettamente reciso, quasi che qualcuno stesse adoperandosi a sostituirlo e innestarlo su un nuovo dispositivo. La cosa rimarrà un mistero come mistero è ancora il motivo per cui sia finito nelle patate al forno servite al 13enne.

Il genitore del paziente, appena realizzato l’accaduto, è corso a piano terra, presso gli uffici della Gemeaz, società gestore del servizio di vitto dell’ospedale, a lamentarsi: le ragioni dell’uomo erano rafforzate dal fatto che solo il caso ha voluto che il piccolo frammento di plastica e metallo sia finito nel piatto del figlio, un 13enne che si trova in pediatria quasi per caso e che, fortuna ha voluto, fosse particolarmente attento a quello che gli viene servito. Fosse capitato a un bambino più piccolo e un po’ più disattento, lo spinotto sarebbe potuto finire dritto in pancia, rischiando di provocare anche seri danni al piccolo, malcapitato, paziente. La direzione dell’azienda sanitaria locale, interpellata sull’accaduto, ha annunciato provvedimenti per la vicenda.

«Ci scusiamo per il marchiano e spiacevole avvenimento occorso l’altro ieri in pediatria – afferma Stefano Rossi, direttore sanitario dell’Asl di Brindisi – Accerteremo le eventuali responsabilità, ne trarremo le conseguenze con chi di dovere, avviando tutte le procedure necessarie con la ditta che in gestione il servizio mensa. Un simile evento, purtroppo, sfugge da qualsiasi controllo perché imputabile, quasi esclusivamente, a un fattore umano e non strutturale e, quindi, da noi non correggibile. Questo, comunque, non cambia la sostanza: cose del genere non possono accadere».

Lo spinotto nelle patate resta, infatti, un caso isolato e, speriamo, non ripetibile: non può essere un evento sistematico che succede a ogni piè sospinto, proprio per la sua unicità. Certo, questi, sono episodi da non sottovalutare perché, se presi sottogamba, potrebbero ripetersi e declinarsi in forme diverse. Se c’è un responsabile, e sicuramente ci sarà, sarebbe bene trovarlo e metterlo di fronte a quel che ha fatto affinché la cosa non si ripeta più e come monito per tutti, perché, quando si svolge un lavoro così delicato come il servizio di mensa di un ospedale, non si deve pensare ad altro se non al cibo da distribuire. Per i telefonini e i lavori di elettronica c’è sempre tempo. A casa propria.

Maurizio Distante

1 Commento

  1. Episodio inquietante, quasi come l’uso della lingua italiana da parte del medico che ha rilasciato la dichiarazione o, più probabilmente,del “giornalista” che l’ha raccolta. Trovo paradossale che una denuncia di scarsa professionalità venga fatta in modo così poco professionale. A ciascuno il suo.
    Alessandra Andrisano

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