BRINDISI- ( Il7 Magazine) Brindisi è uno dei territori di transito per lo spaccio di sostanze psicotrope, sulle nostre coste in un anno le forze dell’ordine intercettano tonnellate di marijuana, una minima parte dell’ingente traffico di sostanze stupefacenti che arrivano da Grecia e Albania, l’uso a scopo ricreativo è diffusissimo tra giovani e meno giovani eppure quando si parla di Cannabis a scopo terapeutico l’argomento diventa un tabù.
Dal 2006 in Italia i medici possono prescrivere preparazioni magistrali, da allestire da parte del farmacista in farmacia, utilizzando Dronabinol o sostanza attiva vegetale a base di Cannabis ad uso medico, cioè la sostanza attiva che si ottiene dalle infiorescenze della Cannabis coltivata dietro autorizzazione di un Organismo nazionale per la Cannabis, essiccate e macinate, da assumere sotto forma di decotto o per inalazione con apposito vaporizzatore. Dal 2013 in Italia è anche prescrivibile dai neurologi un prodotto registrato come medicinale a base di estratti di cannabis per ridurre gli spasmi dolorosi nella sclerosi multipla (SativexR). Il Sativex, il cui principio attivo è una preparazione vegetale costituita da una miscela di due estratti della Cannabis sativa, il cannabidiolo (CBD) e delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), è stato autorizzato in Italia nell’aprile del 2013 ed è stato classificato ai fini della fornitura come medicinale soggetto a prescrizione medica limitativa, da rinnovare volta per volta, vendibile al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti – neurologo. Tutto questo lo dice il Ministero della Salute ed è regolamentato dalla legislatura italiana.
Fino ad oggi, per la realizzazione delle preparazioni magistrali con prodotti vegetali a base di Cannabis venivano importati in Italia solo i prodotti commercializzati dall’Office of Medicinal cannabis (organismo olandese per la cannabis) del Ministero olandese della Salute, welfare e sport, secondo la procedura per l’importazione prevista dal DM 11/2/97.
Nel 2016, il nostro Paese ha avviato una produzione nazionale di Cannabis per uso medico presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze (SCFM), grazie alla collaborazione tra il Ministero della salute e il Ministero della difesa, in modo da garantire l’accesso a tali terapie a costi adeguati e in modo sicuro.
Si tratta del prodotto Cannabis FM-2 (contenente THC 5% – 8% e CBD 7,5% – 12%), prima sostanza attiva a base di cannabis prodotta in conformità alle direttive europee in materia di medicinali (EU – GMP) su processo produttivo depositato e controllato, in una officina farmaceutica autorizzata dall’AIFA e la cui distribuzione è autorizzata dall’Organismo statale per la cannabispresso il Ministero della salute.
La prescrizione di cannabis ad uso medico in Italia riguarda (DM 9/11/2015) l’impiego nel dolore cronico e di quello associato a sclerosi multipla e a lesioni del midollo spinale; nella nausea e vomito causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV; come stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa; l’effetto ipotensivo nel glaucoma; la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette. Queste prescrizioni si effettuano quando le terapie convenzionali o standard sono inefficaci.
Nulla di più semplice quindi se non fosse che trovare medici disposti a prescrivere questa tipologia di farmaci è praticamente “un’impresa”.
Il dottor Giovanni Portaluri si occupa di “terapia del dolore” ossia di “algologia”, che consiste nell’approccio terapeutico e scientifico al trattamento del dolore. Utilizzo dei cannabinoidi, i principi attivi della Cannabis sativa, sono uno strumento utile per alleviare il dolore soprattutto in patologie importanti (cancro, sclerosi multipla, malattie degenerative).
“Il dolore acuto è un sintomo- spiega il medico- è finalizzato cioè ad allertare l’organismo sulla presenza di stimoli pericolosi o potenzialmente pericolosi. Per questo prima di eliminare un dolore è necessario capirne la causa, perché sopprimere un dolore significherebbe eliminare un sintomo importante per la diagnosi. Ciò non toglie che una volta individuata la causa è possibile adottare terapie idonee a gestire il dolore. Perché soffrire se si può farne a meno”.
L’uso della Cannabis è previsto nella cura di molte patologie per questo dovrebbe essere prescrivibile. La Puglia già nel 2010 aveva creato una delibera regionale, anche se la legge vera e propria è arrivata nel 2014, in pratica la legge regionale dispone “Modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”, e prevede che il costo dei farmaci cannabinoidi importati dall’estero sia rimborsabile dal Servizio Sanitario regionale per le seguenti patologie: l’analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale) resistenti alla terapia tradizionale; l’analgesia nel dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno) in cui il trattamento con antiinfiammatori non steroidei o con farmaci cortisonici o oppioidi si sia rilevato inefficace; l’effetto anticinetosico e antiemetico nella nausea e vomito causati da chemioterapia , radioterapia, terapia per Hiv, che non può essere ottenuto con trattamenti tradizionali; l’effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici, affetti da Aids, e nell’anoressia nervosa, che non può essere ottenuto con trattamenti tradizionali; l’effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapia convenzionali; la riduzione dei movimenti nella sindrome di Gilles de la Tourette.
Le condizioni per la rimborsabilità prevedono che l’inizio del trattamento avvenga in ambito ospedaliero e quindi che sia prescritta da uno specialista autorizzato all’interno di un piano terapeutico. È prevista la gratuità anche dopo la dismissione per garantire la continuità terapeutica.
“Non sono molti i medici disponibili a prescrivere questo tipo di terapia- spiega Manuela Caloro, psicologa presso il reparto di Oncologia dell’Ospedale Perrino di Brindisi- e non ci sono neppure molti pazienti disponibili ad assumerla. Quando si parla di Cannabis, anche nella terapia del dolore, la gente è disinformata e ha una marea di preconcetti. I miei pazienti più giovani fanno allusioni, ti dicono e non ti dicono. La contraddizione sai qual è ? E’ che la maggior parte di antidolorifici sono a base di oppio. Però se assumi Cannabis a scopo terapeutico sei un drogato. Con i medici è più o meno la stessa cosa. Hanno il timore degli effetti collaterali o della dipendenza, ma ad essere sinceri tutti gli antidolorifici posso creare dipendenza, una persona che soffre per un tumore, la dipendenza è l’ultimo dei suoi problemi”.
“Il pensiero comune è ancora: soffro finchè resisto, se non ce la faccio più chiedo aiuto- aggiunge la dottoressa Caloro- è un po’ quello che ci insegna la religione cattolica: dobbiamo portare la croce. Figuriamoci ad usare la Cannabis. Credo che l’accesso al farmaco dovrebbe essere più semplice e che i medici dovrebbero informarsi di più sull’argomento proponendo l’uso dei cannabinoidi ai pazienti come qualsiasi altro farmaco”.
Il prossimo 31 gennaio sarà la giornata dedicata al “Sollievo e alla terapia del dolore”, il dottor Giovanni Portaluri effettuerà delle visite gratuite e spiegherà ai pazienti cos’è la disciplina della terapia antalgica (presso il Centro specialistico del dott. Antonio Erario a Brindisi).
Lucia Pezzuto per IL7 Magazine
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