di Alessandra Amoruso (Parole a Lavoro) – Inizia con questo “intervento” la collaborazione con BrindisiOggi nello spazio di una rubrica dedicata alle parole del lavoro e per il lavoro, con l’obiettivo di mettere a fattor comune alcune conoscenze e le principali esperienze maturate sul campo e generare possibili migliori approcci “all’annosa questione” in quanti avranno la voglia il desiderio il bisogno di capirci un pò di più. Perché questa collaborazione e cosa vuole essere?
L’idea nasce davanti ad un caffè, chiaccherando con Lucia Portolano sul senso dell’essere cittadini attivi in una città così tanto piena di problemi e su come passare da una pura lamentazione ad una proposizione concreta. E forse perché, seppur in maniera diversa, ciascuna di noi con le parole lavora, forse perché con le parole viviamo, decidiamo di mettere a servizio del lavoro le parole.
Parole A Lavoro, sarà il titolo di questa rubrica. Parole curiose, competenti, arrabbiate, stimolanti, divertenti, serie, innovative, di tendenza, semplici, complicate, ma spero soprattutto utili, le parole saranno lo strumento per condividere informazioni, saperi, orientamenti, dati, notizie sul lavoro. E saranno lo strumento per mettere a
servizio di questa nostra comunità il contributo di tanti di noi che il lavoro lo fanno, lo inventano, lo disegnano, lo interpretato, lo supportano…… Parleranno i fatti ma anche i protagonisti, i libri ma anche le aziende, i lavoratori ma anche chi un lavoro non c’è l’ha, le piazze virtuali, i social, o quelli più reali della protesta. Insomma cercheremo di mettere insieme in ogni pezzo parole esperte e curiosità, utili consigli e benevole provocazioni, importanti tendenze e interpretazioni oggettive. Tutto con il più semplice obiettivo di dirvi qualcosa di utile nel tempo di un caffè, esattamente lì dove questo rubrica nasce.
Partiamo cosi: “EUDAMONIA (FELICITA’): BUONA REALIZZAZIONE DEL TUO DEMONE” (ERACLITO E I GRECI)
Se c’è una cosa che mi piace tantissimo del mio lavoro (sarei una così detta esperta di risorse umane con particolare esperienza nella formazione e nell’orientamento e più volte mi è capitato di gestire progetti complessi e relativi gruppi di lavoro) è la possibilità che lo stesso mi concede di avere un contatto diretto con tante persone. Guardarle, osservarle, in aula o al lavoro o in un semplice colloquio e provare a rintracciarne il talento nascosto. Spesso prima di tutto nascosto a sé stessi. E’ una specie di superpotere, si, come quello dei supereroi, che una volta scoperto ci potrebbe permettere di capire “cosa fare da grandi”, ma che spesso nascondiamo. Magari perché quella volta che stavamo facendo il più bel disegno della nostra vita, secondo noi, qualcuno ci ha detto che gli artisti normalmente fanno la fame. O perché, quella volta che sognavo di fare l’archeologa, la mia mamma candidamente mi chiese se intendevo portare sugli scavi anche mio figlio .. (facevo la seconda o terza media). E’ un talento, un’attitudine che ci rende speciali e che ci differenzia, in maniera positiva e costruttiva, dagli altri. Ci rende unici. Può essere un saper fare o un saper essere. Può essere proprio quella che normalmente ci viene addebitata come mania o fissazione. C’è chi sa organizzare o risolvere problemi, chi è paziente peggio di un buddha, chi sa prendere decisioni con calma e freddezza anche in mezzo alla tempesta, chi ne pensa una più del diavolo…insomma tutti, a ben riflettere, ci portiamo dentro fin dalla nascita questo “demone” che ci rende speciali. Scoprirlo o ripensarlo è come scoprire dentro di noi un tesoro, fatto delle nostre stesse risorse e qualità, in grado di darci quella forza e quella determinazione che solo potersi immaginare, vedersi nel futuro, può dare e che ci rende più facile intravedere anche il percorso e governare le difficoltà dell’oggi. Cosa c’entra tutto questo con il lavoro? Fateci caso: le persone più felici su lavoro sono quelle che fanno ciò che gli piace o che riescono ad esprimere nel lavoro i loro veri talenti. E poi anche alcune aziende, anche se più di qualcuno farà fatica a crederlo, apprezzano molto i veri talenti. Allora a chi comincia a lavorare o deve o vuole ricominciare, a chi deve scegliere quale percorso di studi fare, a chi si trova a dover/poter riscegliere, ai genitori che devono consigliare, o sconsigliare, agli insegnati e chi cerca di educare…a tutti insomma un invito: cerchiamo prima di tutto di capire se c’è in ciascuno di noi un superpotere e come fare ad imparare ad usarlo per volare. Le tecniche di orientamento, il bilancio di competenza, il lavoro sulla conoscenza di sé, dei propri
punti di forza e delle aree di debolezza, servono proprio a indagare i nostri talenti. Trovare le condizioni per realizzare questo talento è un pò come trovare un passaggio per la felicità. Il percorso sarà comunque tortuoso e lungo e complicato ma non perderemo mai di vista la meta e soprattutto non ci sentiremo mai soli, perché le passioni scaldano il cuore e ci rendono incredibilmente più forti.
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