MESAGNE – Il nuovo parco sorto a Mesagne verrà intitolato a Roberto Potì: a deciderlo, 636 votanti di un vero e proprio referendum indetto dal Comune per la scelta, tra 9 possibilità proposte da gruppi organizzati di cittadini, di nomi da usare per l’intitolazione dell’area verde.
Folto il gruppo di amici e sostenitori della proposta dedicata al giocatore del Mesagne Calcio, che una volta smessi i panni del centrocampista ha allenato la squadra e poi sostenuto la società come presidente. Di seguito, i ringraziamenti degli amici di Roberto per il risultato raggiunto, perché a città non dimentichi Roberto dopo la sua morte.
“Ringraziamo tutti gli amici e i cittadini che hanno accolto e sostenuto con il proprio voto la proposta della dedica del nuovo parco a Roberto Potì. Un risultato al di fuori delle più rosee aspettative e una partecipazione al voto da parte di tanti cittadini provenienti non solo dal mondo calcistico e sportivo ma anche da altre fasce sociali della Città di Mesagne. Noi la definiamo una vera e propria prova di cuore, a testimonianza di quanto Roberto si è speso nelle attività sportive a favore di tantissimi ragazzi e nella vita lavorativa e privata.
I mesagnesi hanno voluto riconoscere una storia consumata su quel quadrilatero per tanti e tanti anni, con Roberto che è stato sempre un protagonista, prima come calciatore, poi come allenatore e infine, quando il Mesagne calcio navigava in brutte acque, come presidente-commissario, compiendo il miracolo insieme ad altre persone responsabili, di salvare dal baratro il calcio a Mesagne.
Qualcuno, soprattutto i più giovani, a cui fra l’altro la storia piace poco, si chiederanno: ma chi era? Roberto Potì, oltre ad essere stato uno sportivo sempre corretto e leale, era un riferimento costante per tutti, ha concretamente testimoniato un convinto impegno per i giovani. Gentile, altruista, d’animo buono, sempre disposto a regalare un sorriso e a dare il meglio di sé in ogni occasione. Sensibilità ed umanità hanno contraddistinto ogni giorno della sua vita.
Tanti anni fa, descrivendo le gesta del grande Mesagne di cui Roberto è stato un componente e protagonista, un commentatore sportivo così scriveva: “La tua modestia, Roberto, e la tua umiltà ti qualificano come un campionissimo. Ho sentito dire da qualche tifoso mentre si avvicinava al campo: “Andiamo allo stadio ragazzi, oggi gioca Potì”. L’obiettivo del Comitato e di tutti gli amici era quello di ridare a Roberto il ruolo dignitoso ricoperto nella società civile e sportiva, strappato troppo presto da una lunga malattia. Era questa la cosa più importante e la risposta è stata grandiosa.
Abbiamo in animo, a breve, possibilmente in occasione della cerimonia per l’intitolazione del parco, di proporre e presentare un opuscoletto agile, fruibile da tutti, corredato da molte foto. Lo strumento di partecipazione popolare indetta dall’Amministrazione Comunale, attraverso il “referendum” a cui hanno partecipato oltre 2000 cittadini dai 16 anni in su dà maggiore valore al risultato in quanto assume una valenza istituzionale.
Corre l’obbligo di ringraziare quanti hanno permesso che la competizione si svolgesse in un clima di correttezza e lealtà: in primis l’Amministrazione Comunale che ha fortemente voluto gestire questo “gioco democratico” tramite la consultazione popolare che è la quintessenza della democrazia “diretta” a cui noi tutti dovremmo tendere; è stato un modo per far conoscere alle nuove generazioni le doti sportive, professionali e umane di Roberto; inoltre si ringrazia sia il comitato di quartiere che i rappresentanti delle diverse proposte che si sono spesi in questa consultazione referendaria. Positiva è stata l’apertura del voto ai sedicenni che può essere in futuro fatta proprio dalla diverse istituzioni bisognose di ossigeno e novità. Un altro ringraziamento va a tutti gli esercizi commerciali che hanno voluto condividere la proposta di Roberto consentendo l’affissione della locandina. Un grazie, in particolare, a tutti i giornalisti locali che attraverso i propri canali di informazione ci hanno consentito di parlare alla città”.
BrindisiOggi
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