BRINDISI- Non si presenta in aula neanche oggi. Cosimo Parato invia un certificato medico perché impossibilitato a presentarsi in udienza per testimoniare. Una prognosi di 30 giorni che potrebbe anche essere prorogata. Ora la Corte D’Assise di Brindisi ha stabilito di tenera l’audizione a casa.Il processo contro Giovanni Vantaggiato, l’uomo reo confesso della strage alla scuola Morvillo Falcone e del tentato omicidio a Parato si impantana davanti a questa ennesima impossibilità di Parato. L’imprenditore di Torre Santa Susanna ha gravi problemi di salute, danni riportati dall’esplosione di un ordigno che nel 2008 Vantaggiato ha posizionato nel giardino della sua casa.
Parato c’era alla prima udienza, ma poi è ritornato solo una volta, si è seduto al banco dei testimoni, ma dopo qualche minuto è andato via perché diceva di sentirsi poco bene. È l’ultimo testimone da ascoltare della lista del pubblico ministero, poi sarà la volta di Vantaggiato.
Davanti a questa nuova impossibilità il pm Guglielmo Cataldi ha chiesto al presidente della Corte D’Assise Francesco Cucchiara di acquisire i verbali degli interrogatori della polizia giudiziaria subito dopo l’attentato, ma l’avvocato di Parato, Raffaele Missere ha presentato opposizione.
La pubblica accusa nel suo intervento, pur evidenziando i gravi problemi di salute dell’uomo, ha però menzionato che questi il 12 febbraio scorso, quindi circa un mese, si è recato nella sede distaccata del Tribunale a Mesagne per testimoniare in un altro processo.
Di riposta l’avvocato Missere ha chiesto nuovamente al presidente della Corte di stralciare la posizione del suo assistito, dividendo così i processi, da una parte quello per la strage alla scuola, dall’altro quello dell’attentato a Parato. Richiesta che è stata rigettata, così come era accaduto all’inizio del processo, quando già Missere aveva presentato questa istanza.
Nello stesso tempo la Corte ha stabilito di riconvocare l’udienza per giovedì prossimo alle 12,30, nel caso in cui Parato non si presentasse, allora i giudici andranno nella stessa giornata ad ascoltare la sua deposizione a casa. Ovviamente l’udienza non potrà essere pubblica, e il presidente Cucchiara ha chiesto agli avvocati delle parti civili di non presentarsi se non fosse strettamente necessario visto i problemi di spazi. Nello stesso tempo sarà inviata richiesta in Questura e al presidente del Tribunale di Brindisi per predisporre il trasferimento della Corte d’Assise a Torre Santa Susanna in via Panarese a casa di Parato.
Subito dopo Parato, all’udienza successiva sarà interrogato l’imputato Giovanni Vantaggiato, che oggi non era in aula.
Intanto è stato acquisito il verbale della perizia tecnica sulla trascrizione delle intercettazioni ambientali in carcere così come aveva chiesto il pubblico ministero. Sono state trascritte le intercettazioni in carcere tra Vantaggiato e sua moglie, e tra l’uomo e sua sorella.
Dialoghi in cui appare la strategia difensiva dell’imprenditore di Copertino che consapevolmente starebbe cercando di dimostrare problemi psichiatrici e di salute. La Corte si è riservata sulla richiesta di perizia psichiatrica per incapacità di intendere e di volere presentata dal legale dell’imputato, l’avvocato Franco Orlando.
Lucia Portolano
Alcuni stralci delle intercettazioni, colloqui tra Vantaggiato e sua moglie dal 26 giugno 2012 al 7 settembre 2012
GIOVANNI: senti, l’avvocato sta vedendo se trova la soluzione psicologicamente… PINA: sì, sì. GIOVANNI: te l’ha detto? PINA: sì, lo so sì. GIOVANNI: eh… mio fratello…, quello ci deve dare una mano. PINA: sì, tutti ce la danno, pure … sono andati a parlare da Orlando, all’avvocato. GIOVANNI: in modo che mio fratello non sta bene, se ci infiliamo sotto quella scusa… GIOVANNI: sì, che si consulti con i migliori psicologi, va beh che è venuto quell’altro di Roma.
GIOVANNI: il fatto che lui vuole mettere tutta la questione che non ho ragionato, che non ho capito e il fatto psicologico – no? – e che sono uscito di mente, poi mi fanno fare la perizia… PINA: sei uscito proprio di mente Giovanni, mi dispiace, guarda, di questa cosa. GIOVANNI: e va beh, sono uscito, sono uscito di mente, che devo fare? E poi vediamo se mi fà una perizia psichiatrica. PINA: va bene, non ti preoccupare di niente adesso, statti solamente tran… l’importante che stai tranquillo perché alle altre cose ci pensa l’avvocato, il Giudice pure, che quelli hanno capito i Giudici, non è che sono scemi, non sai? GIOVANNI: va beh, ai giudici ho spiegato ”pane pane, vino vino”.
PINA: la spalla ti fà male? GIOVANNI: la spalla… sempre il problema, però io cerco di accentuare la cosa, di aggravarla… GIOVANNI: senti Pina, (A bassa voce) io devo cercare di presentarmi come… mezzo morto più che vi… “più morto che vivo”.
PINA: (Sottovoce)statti zitto! Mannaggia!
PINA: ti sto vedendo magro, non ti sto riconoscendo più.
GIOVANNI: (abbassa il tono della voce) così deve andare!
PINA: vediamo, alzati poco, poco, ti voglio vedere tutto. togliti questa maglietta qua. GIOVANNI: (solleva la maglietta). PINA: uhh! Mi stai facendo spaventare. GIOVANNI: zitta! Ah Pina! Ti ho detto che lo sto facendo a posta! GIOVANNI: gliel’ho detto… gliel’ho detto… gliel’ho detto all’avvocato e ha detto: “Va bene…
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