BRINDISI- Tende strappate, muri scrostati dove oramai l’intonaco è solo un vago ricordo, maniglie delle porte divelte e balconi invasi dal guano degli uccelli e dalla gramigna che a quanto parte attecchisce anche ai piani alti, ecco come si presenta l’antico Palazzo Nervegna di Brindisi agli occhi dei visitatori. Uno scempio, un monumento storico della città che evidentemente qualcuno ha dimenticato di avere e soprattutto di curare. Eppure c’è stato un tempo in cui proprio l’antico Palazzo ospitava la casa comunale e gli uffici erano tirati a lucido. Oggi non sembra importare molto che abbia un aspetto decoroso soprattutto quando si accede ai piani superiori.
L’edificio ha origine, almeno nel suo nucleo originale, nel 1565 il proprietario è Nicolò Granafei. “Il complesso noto come Palazzo Nervegna fu costruito attorno al 1565 dalla famiglia Granafei, dalla quale prendeva il nome, quale “Strada delli Granafei”, la via antistante- scrive lo storico Francesco Guadalupi- Nel 1862 Giorgio Granafei vendette il palazzo ai fratelli Nervegna ed a questi si deve il suo nome comune. Nel 1921 il palazzo fu venduto al Piccolo Credito Cattolico e nel 1930 il Comune lo rilevò adibendolo l’anno successivo a sede del Tribunale, rimasta in funzione fino al 1976. Il palazzo agli inizi dell’ottocento risultava essere composto da vani terreni 20, primo piano 20 e secondo piano vani 20, oltre al giardino”. I lavori di restauro del complesso, ultimati nel 2007, sono stati realizzati nell’ambito del programma di finanziamento Accordo di programma quadro Stato-Regione Puglia, questi hanno consentito di dare un volto nuovo al Palazzo che il Comune di Brindisi ha voluto utilizzare come contenitore culturale, almeno sino ad oggi . Nell’arco degli anni Palazzo Nervegna ha ospitato anche mostre prestigiose, ad esempio il 24 ottobre 2009 nelle sale espositive del Palazzo è stata inaugurata la mostra dal titolo “L’eredità del Novecento. I capolavori della Collezione Mazzolini”, promossa dall’amministrazione comunale di Brindisi, in collaborazione con la diocesi di Piacenza-Bobbio, e ideata e curata dallo storico dell’arte brindisino Teodoro De Giorgio. L’esposizione, posta sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana, ha permesso di ammirare fino al 24 gennaio 2010 oltre cento opere (tra sculture, dipinti, disegni e grafiche) dei più importanti artisti italiani del Novecento: Giorgio de Chirico, Massimo Campigli, Mario Sironi, Filippo de Pisis, Ottone Rosai, Carlo Carrà, Virgilio Guidi, Lucio Fontana, Giuseppe Capogrossi, Piero Manzoni, Bruno Cassinari, Renato Birolli, Ennio Morlotti, Arturo Tosi, Ercole Pignatelli, Enrico Bay, Mino Maccari, Hans Arp, Emilio Scanavino, i fratelli Arnaldo e Giò Pomodoro e altri ancora. Le opere facevano tutte parte dalla collezione personale del medico milanese Giovanni Battista Ettore Simonetti, da questi lasciata in eredità alla sua infermiera Domenica Rosa Mazzolini e da quest’ultima donata alla diocesi di Piacenza-Bobbio ed oggi esposte al Museo Collezione Mazzolini di Bobbio. Memorabile anche la mostra dedicata alle opere di Andy Warhol intitolata “The American dream”, era il 5 dicembre del 2014. Fu un grande successo. Ora immagiate di riportare una mostra dello stesso calibro nelle sale abbandonate dove i visitatori si ritroverebbero non ad ammirare le opere degli artisti ma quelle di chi ha lasciato che tempo e incuria prendesse il sopravvento. Eppure il Comune di Brindisi, sponsor dell’arte e della storia, presenta Palazzo Nervegna sul suo sito istituzionale in pompa magna: “Cinquecentesco palazzo storico attualmente sede di alcuni uffici dell’Amministrazione Comunale di Brindisi, si articola in un prospetto principale tardo – rinascimentale con alcuni demandi che anticiperebbero lo stile barocco, soprattutto evidenti per quanto concerne gli elementi decorativi che si sviluppano sulle balaustre dei balconi- lo descrive- Il primo piano è dedito a sale espositive presso le quali l’ Amministrazioni Comunale promuove innumerevoli mostre di notevole importanza, mentre il complesso dell’ Ex Corte d’ Assise al suo fianco, custodisce il capitello originale delle colonne romane. Importantissime testimonianze archeologiche della Brindisi romana sono site anche qui, dove una domus romana ci restituisce parti di pavimentazione musiva. Al piano primo del complesso dell’Ex Corte d’Assise ha sede la biblioteca di comunità Testefiorite, una biblioteca multimediale e multiculturale, luogo condiviso da ospiti, i bambini, sempre in evoluzione intellettuale, sociale e tecnologica “. Il sito riporta anche gli orari di apertura al pubblico, ossia tutti i giorni dalle ore 08.00 alle 20.00. Palazzo Nervegna è quasi una tappa obbligata nel tour turistico della città. Senza ombra di dubbio la sala della Colonna è tra i siti di interesse storico ed architettonico maggiormente visitati ma questo non impedisce di lasciar nell’incuria tutto il resto del bene monumentale. Ora il nuovo sindaco è stato eletto e ci sia aspetta che si faccia garante della città e dei suoi monumenti, anche e soprattutto quelli posti proprio dietro Palazzo di Città. Magari qualcuno lo informerà o si porrà il problema quando ci sarà da ospitare il prossimo evento istituzionale. Del resto normalmente ci si pone il problema solo se spinti dalla necessità. C’è stato un tempo in cui Palazzo Nervegna brillava e questo sol perché sotto l’amministrazione Mennitti diventò la sede istituzionale del sindaco e del suo staff. Mennitti fu colui che maggiormente investì sulla cultura e per questo scelse Palazzo Nervegna per i suoi uffici. Lo stesso fu per il sindaco Mimmo Consales dal 2012 al 2016. Gli ultimi inquilini di queste stanze sono stati i componenti dell’ufficio di presidenza dell’amministrazione di Angela Carluccio. Hanno dovuto sbaraccare a giugno 2017 con la caduta della sindaca. Ad agosto 2016 poco dopo la sua elezione, Carluccio stabilì di riportare, dopo circa 12 anni, gli uffici di rappresentanza e dello staff a palazzo di piazza Matteotti all’interno del Comune. A Nervegna fu trasferito invece, in quella che era la stanza del sindaco, il presidente del consiglio comunale Pietro Guadalupi, accanto c’era il vice presidente Damiano Flores, mentre in quella che era la sala giunta si tenevano le commissioni consiliari. Una parte degli arredi furono distribuiti nei vari uffici del comune. Da lì in poi Palazzo Nervegna ha vissuto piccoli e sporadici momenti di gloria. L’ultimo in ordine di tempo l’intitolazione della Sala dell’Università a Gino Strada, fondatore di Emergency. Ora sullo stesso pianerottolo lo scenario che si pone davanti è ben differente da quello del 22 aprile del 2022 , quando all’intitolazione della Sala era presente anche la moglie di Strada , Simonetta Gola. Chissà che non bisogna aspettare il prossimo evento pe vedere un po’ di manutenzione e cura.
Foto di Gianni Di Campi
BrindisiOggi
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