Emissioni Co2, Legambiente contro il Comune: «Ripristinate il vostro ruolo»

BRINDISI – Arriva da Legambiente un sonoro e secco no al Paes, il Piano d’azione per l’energia sostenibile, firmato nei giorni scorsi dai 19 Comuni che compongono l’Area Vasta Brindisina. Ovviamente, i motivi della contrarietà degli ambientalisti non sono da ricercarsi nelle intenzioni del Paes ma nella modalità in cui l’intesa è stata siglata. «All’incontro – si legge in una nota stampa dell’associazione – erano quasi completamente assenti gli stakeholders invitati e i rappresentanti politici e istituzionali. Legambiente, in quella sede, ha ribadito le critiche per la mancata consultazione preventiva sull’impostazione e l’affidamento dei lavori, ricordando, fra l’altro, che l’adesione al Patto dei sindaci è impegnativa per i singoli Comuni firmatari dell’impresa e non per organismi di raccordo quale l’Area Vasta».

Il succo, quindi, è l’assunzione di responsabilità e la capacità nel raggiungere gli obiettivi preposti che, così come sono state fatte le cose, non potrebbe avvenire perché ogni singolo paese o città ha le sue caratteristiche e le sue criticità che andrebbero affrontate separatamente. «Non esiste un pensiero unico cui richiamarsi nell’Area Vasta brindisina e, in particolare, non ha alcun senso comune e scientifico un Paes su Brindisi che non analizzi in modo integrato città, porto e area industriale, contrariamente a quanto affermato da Ernst & Young, la società che ha chiesto la partecipazione alla costruzione del Patto dei sindaci per le città sostenibili in Europa nell’Area Vasta brindisina, che esclude dall’inventario delle emissioni qualsiasi lettura integrata con i grandi impianti; è evidente che per l’area di Brindisi, a esclusione dei 7 grandi impianti inseriti nella normativa Ets, ve ne sono molti altri che vanno necessariamente inseriti nel piano territoriale del Comune di Brindisi, previsto nel Patto dei sindaci».

Le perplessità di Legambiente si palesano in alcuni interrogativi che aspettano una risposta. «Come si può pensare di rendere credibile un inventario delle emissioni ed il Paes per Brindisi se nell’impostazione e nel lavoro fino a ora condotto si prescinde dall’analisi emissiva  degli impianti esistenti e comunque essenziali ai fini del raggiungimento degli obiettivi di riduzione e necessari per una pianificazione territoriale in una visione integrata Città-Porto-Area industriale? Quando ha deciso il Comune di Brindisi di abdicare dai propri diritti-doveri per affidare i propri compiti all’Area Vasta brindisina?». La richiesta degli ambientalisti, quindi, è chiara: Brindisi deve ritornare a recitare il ruolo di protagonista per pianificare le azioni utili per il raggiungimento dell’obiettivo fissato dal Paes.

«Legambiente fa un pressante appello al Comune di Brindisi, alle forze politiche e sociali e a tutti gli stakeholders interessati, affinché, leggendo attentamente disposizioni, obblighi e soprattutto opportunità contenute nel Patto dei sindaci per le città sostenibili in Europa si faccia in modo che sia il Comune di Brindisi ad appropriarsi del proprio ruolo e rediga l’inventario delle emissioni e il Paes sulla base dei dati, delle analisi e degli obiettivi su Città-Porto-Area Industriale e acceda, grazie ad un piano credibile, agli ingenti finanziamenti che la Ue mette a disposizione in via prioritaria per i sindaci che rispettino quanto disposto nel patto richiamato».

BrindisiOggi

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