BRINDISI- (Da il7 Magazine) Ottantasette sequestri solo durante lo scorso anno, la pandemia non ha mai bloccato i traffici illegali in entrata nel porto di Brindisi. L’ultimo sequestro operato dall’Agenzia delle Dogane con la collaborazione della Guardia di Finanza è di qualche giorno fa, del 16 febbraio 2021. Oltre duemila paia di scarpe recanti il prestigioso marchio Hermés abilmente contraffatto. Il grosso carico era occultato nella zona centrale del rimorchio di un autoarticolato cipriota appena sbarcato proveniente dalla Grecia
Sequestrate al porto di Brindisi false scarpe Hermès destinate ad una società romana. Così come vuole la procedura, gli agenti delle Dogane hanno contattato il titolare del brand e verificato attraverso i periti, in questo caso della Hermés, la contraffazione dei modelli. Il carico così è stato sottoposto a sequestro penale per introduzione nello Stato e commercio di beni con segni falsi, contraffatti e il rappresentante legale della società destinataria della merce è stato deferito all’Autorità Giudiziaria. Stando ad una prima ricostruzione il carico era destinato ad una società romana. Il marchio Hermés è un brand prestigioso, per nulla commerciale, per questo vi è il sospetto che la merce contraffatta fosse destinata a sostituire quella originale sugli scaffali di qualche negozio che l’avrebbe rivenduta a prezzo di mercato. La contraffazione da diversi anni è diventata un’arte ed è sempre più difficile individuare quei segni distintivi che servono poi a distinguere un capo originale da quello tarocco. “Il mercato della contraffazione ha dei volumi rilevanti- ha spiegato il direttore interregionale dell’Agenzia delle Dogane, Marco Cutaia- lo scorso anno c’è stata una lieve inflessione , il 13 per cento negli intra export e il 17 per cento nelle cessioni intra comunitarie. Ma sostanzialmente non essendoci stato il blocco delle merci questi traffici non hanno avuto contraccolpi”. Il sequestro dei prodotti a marchio contraffatto Hermés è indicato di quello che richiede il mercato, come ha spiegato il direttore Cutaia , il traffico del contraffatto non è mai fine a se stesso ma si muove sulle richieste. E’ pur vero che i grandi marchi hanno un circuito distributivo autorizzato nel quale difficilmente può essere piazzata merce contraffatta.
Questo sequestro è in ogni caso l’ultimo in ordine di tempo operato nel porto di Brindisi dove lo scorso anno i funzionari delle Dogane hanno intercettato ben 87 carichi di merce contraffatta. L’emergenza Covid ha bloccato e limitato i trasporti passeggeri ma non quelli delle merci che al contrario hanno continuato ad affollare gli scali portuali. A Brindisi, in particolare, sono arrivati importanti carichi di abbigliamento, quali magliette, felpe, scarpe, borse, tutte abilmente taroccate. Tra i brand più gettonati : Nike , Converse, Louis Vuitton. Lo scorso 28 gennaio i funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, in servizio presso la sezione portuale di Brindisi, hanno sequestrato, con la collaborazione dei militari della Guardia di Finanza, più di 3mila borse da donna contraffatte.
In particolare , durante lo sbarco di mezzi e passeggeri in arrivo dalla Grecia, era stato fermato un autoarticolato proveniente dalla Bulgaria, contenente un carico di merce, destinato a una società toscana, la cui approfondita ispezione aveva permesso di rinvenire 3.194 borse da donna riproducenti i modelli registrati dalla nota griffe Louis Vuitton.
I periti della società, immediatamente contattati dall’autorità doganale, hanno poi confermato la contraffazione dei modelli. Anche in questo caso il carico è stato sottoposto a sequestro penale per introduzione nello Stato e commercio di beni con segni falsi o contraffatti e il rappresentante legale della società destinataria della merce è stato denunciato all’autorità giudiziaria di Brindisi. Ma accanto ai capi di abbigliamento, negli ultimi sequestri sono stati intercettati anche traffici di profumi recanti noti marchi, tutti abilmente contraffatti. In questo caso si profila anche il rischio per la salute dei consumatori. Era lo scorso 15 dicembre quando gli agenti delle Dogane, sempre in collaborazione con la Guardia di Finanza individuava ben due carichi sospetti appena sbarcati nel porto di Brindisi.
I carichi in questione viaggiavano su due autoarticolati bulgari provenienti dalla Grecia. Le ispezioni su un primo carico consentirono di rinvenire più di 40mila capi di abbigliamento con i noti marchi Disney e TIK TOK, nascosti con adesivi rimovibili.
Sul secondo autoarticolato vennero trovate 482 felpe, 425 calzature e 1.485 profumi contraffatti di notissime griffe (Armani, Dior, D&G, Gucci, Louis Vuitton, Yves Saint Laurent, Valentino, Versace, Moncler, Givenchy, Coco Chanel, Lancome, DSquared2, Palm Angels, Philipp Plein, Stone Island, Alexander McQueen, Baccarat, Black Afgano, Chloè, Cocaine Franck Boclet, Costume National, Creed, Jo Malone, Mon Guerlain, Montale, Narciso Rodriguez, Paco Rabanne, Terre d’Hermes, Thierry Mugler, Tom Ford). In entrambe le operazioni i periti delle aziende fashion titolari del brand confermavano la contraffazione. I carichi furono sottoposti a sequestro penale mentre i rappresentanti delle società a cui era destinata la merce, rispettivamente delle province di Roma e di Napoli, furono denunciati.
I controlli all’interno dello scalo portuale brindisino vengono fatti a campione selezionati sulla base dell’analisi dei rischi. Tra gli strumenti più utilizzati vi è lo scanner a raggi X sotto il quale viene fatto passare il mezzo pesante sospetto. Qui attraverso un monitor si controlla che non vi sia doppio fondo sotto e sul soffitto, che le ruote siano vuote e che il carico sia omogeneo.
“Normalmente una squadra fa l’analisi dei rischi guardando i tir che sbarcano o viene fatto prima che arrivi la nave in base ai documenti di carico, o se ci sono segnalazioni –spiegano i funzionari delle Dogane- Essendo merce che arriva dall’estero è soggetta a dichiarazione di importazione e quindi l’anagrafe tributaria stabilisce il tipo di controllo che bisogna fare, in base ai parametri. Il controllo è imposto dal sistema e l’immagine dello scanner viene trasmesso a tutte le dogane europee e immessa nella banca dati”. Ad oggi il porto di Brindisi è considerato uno snodo fondamentale per raggiungere gli altri paesi dell’Europa, non è un caso che qui vi siano tanti sequestri. “Per il traffico intra comunitario Brindisi è un punto di approdo- spiega Cutaia- perché la merce che arriva è già messa in libera pratica, ad esempio attraverso la Grecia e si pensa, erroneamente, che ci possano essere meno controlli. Ma così non è”.
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
Commenta per primo