Ospedale di comunità Latiano, Amati: “Si attende da mesi l’autorizzazione. Burocrati in Commissione”

BRINDISI-“A fronte di una volontà politica chiara, peraltro rilanciata con oltre 600milioni del PNRR, si ritarda il rilascio dell’autorizzazione per l’istituzione dell’Ospedale di comunità di Latiano. Eppure non c’è bisogno nemmeno di un euro per trasformare l’idea in realtà. Per accelerare il procedimento ho chiesto di audire in Commissione l’apparato burocratico dell’assessorato alla Salute e conoscere le ragioni del ritardo”. Lo dichiara il consigliere regionale e presidente della Commissione Bilancio e programmazione della Puglia Fabiano Amati. “Ho avuto la consapevolezza che anche a Latiano si potesse realizzare un ospedale di comunità lo scorso aprile. Il sindaco e il presidente del Consiglio comunale della città mi accompagnarono ad effettuare un sopralluogo in una bellissima struttura storica, completamente ristrutturata: il Pio Istituto Caterina Scazzeri. L’immobile ha tutti i requisiti strutturali e di spazi per diventare una struttura assistenziale di prossimità, necessita esclusivamente di pochi indispensabili lavori di adeguamento come l’impianto di gas medicali, per esempio. Dal Comune si sono sin da subito dichiarati disponibili a mettere a disposizione la struttura gratuitamente, struttura in grado di offrire un servizio sanitario con 14 posti letto.

La Asl fece partire la richiesta di attivazione a fine giugno e mi sarei aspettato un riscontro al più tardi nel giro di qualche settimana. E invece nulla. È tutto fermo, se non qualche lettera soprassessoria per prendere tempo.

Per questo ho chiesto l’audizione in Commissione sanità dei tecnici dell’assessorato.

L’ospedale di comunità di Latiano deve diventare anch’esso una realtà operativa.

In provincia di Brindisi, senza i fondi del PNRR che oggi si citano anche per andare a prendere un caffè, sono stati realizzati in questi anni (a partire dal 1999) gli ospedali di comunità di Cisternino, Ceglie Messapica, Fasano, Mesagne e San Pietro Vernotico. Inoltre, tra strutture di prossima attivazione e già autorizzate, ci sono San Pancrazio Salentino e il Di Summa di Brindisi, per un totale di otto strutture di assistenza sanitaria di prossimità e, a regime, 125 posti letto. L’obiettivo (perseguito e in buona parte raggiunto nella Asl più piccola dell’intera Regione) è di sollevare dalle prestazioni inappropriate di tipo territoriale i tre ospedali per acuti in attività (Brindisi, Francavilla Fontana e Ostuni), che soprattutto per questo risultano affollati, e quello in costruzione di Monopoli-Fasano. Senza dimenticare il fatto che gli Ospedali di comunità brindisini sono stati adattati nei mesi scorsi e a tempi record anche per gestire i pazienti Covid post-acuti; e questo ha significato che, mentre in altre province c’è stato il bisogno d’inventarsi, con discutibili esiti, i più opportuni rimedi d’emergenza, a Brindisi c’era già tutto ciò che serviva. I finanziamenti in questi anni non sono mai mancati, sono stati l’ultimo dei problemi. Altro che Pnrr come carta di briscola! Ciò che davvero serve è la volontà di occuparsi dell’assistenza territoriale, questione caratterizzata da poco prestigio e molta dedizione nel tallonamento della macchina burocratica, come dimostra ancora una volta la vicenda di Latiano”.

BrindisiOggi

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