BRINDISI – Il movimento 5 Stelle interviene dopo il voto dell’ordine del giorno sul porto che ha visto concordi opposizione e maggioranza, con l’astensione di tre consiglieri di Brindisi Bene Comune. Riceviamo e pubblichiamo la nota
“Il Consiglio Comunale di ieri offre spunti interessanti per una riflessione approfondita.
La condivisione di un ordine del giorno lasciava ben sperare sul fatto che finalmente la politica brindisina, abbandonati biechi interessi particolaristici, decidesse unita sulle questioni importanti per la nostra città, il suo porto ed il suo sviluppo nell’immediato.
Abbiamo sin da subito sottolineato quanto tale voto fosse utile per consentire che le opere già programmate fossero finalmente realizzate dando un po’ di ossigeno alla nostra economia.
Sul resto bisognerà avere pazienza, una discussione ampia su ciò che vorremo essere e quale modello di sviluppo portuale abbracciare non potrà che essere fatta quando Istituzioni ed Enti si confronteranno sul Piano Regolatore del Porto.
Chi parla di argomenti trascurati o di assenza di visione se ne faccia una ragione, senza un piano regolatore o varianti approvate (o in itinere) ogni discussione sarebbe stata inutile (anche una fontanella farebbe la fine dei varchi doganali).
Ma un consiglio dall’esito scontato a Brindisi non poteva non riservare colpi di scena e sorprese.
La prima sorpresa è stato l’invio ai consiglieri comunali, da parte dell’AdSP, di una nota contenente un parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici in cui si afferma che tutti i piani regolatori del porto precedenti alla legge 84/94 non hanno valenza di strumento urbanistico con allegato l’iter da rispettare per ogni piano (o variante in senso proprio) che dall’entrata in vigore di tale Legge va seguito.
La contromossa del Sindaco è stata altrettanto teatrale: lo stesso, prima dell’inizio del consiglio comunale, ha presentato un emendamento che testualmente chiede di aggiungere all’ordine del giorno la seguente frase: “Con riferimento ai banchinamenti di Sant’Apollinare, che siano rispettate tutte le procedure di legge per l’approvazione”.
Il tutto appare corretto e condivisibile, ma nel contempo ciò è lapalissiano (è scontato che ogni progetto debba rispettare la legge).
Se in politica nulla accade per caso e tutto ha un significato, tale emendamento non può interpretarsi come una ripetizione di qualcosa di ovvio che nulla avrebbe aggiunto alla discussione; ad assere maligni si potrebbe pensare che tale postilla sia stato un messaggio rassicurante rivolto a chi ha sempre contestato proprio quelle opere portuali in discussione.
Ma noi non siamo maligni.
La nostra buona fede ci ha indotto, durante la discussione, a chiedere il senso di tale emendamento, evidenziando che l’iter autorizzativo per banchinamenti e dragaggi risultava concluso; ci è stato risposto richiamando l’iter amministrativo indicato nel parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici di cui alla nota inviata proprio dall’AdSP.
Ci è subito sembrato si aprissero scenari sconfortanti.
E se in sede di progetto operativo, l’Ufficio Urbanistica del Comune di Brindisi (che fino ad oggi ha avuto un orientamento restrittivo nell’interpretazione delle norme di settore), sollevasse la non conformità urbanistica degli accosti?
E se l’Ufficio Urbanistica del Comune di Brindisi riaprisse la procedura VAS?
Il Comune potrebbe farlo proprio richiamando l’art.5 c. 2 della L. 84/94, che testualmente recita “le varianti stralcio al piano regolatore di sistema portuale del singolo scalo marittimo sono sottoposte al procedimento previsto per l’approvazione del piano regolatore di sistema portuale, fermo restando che in luogo della previa intesa con il comune interessato o i comuni interessati è prevista l’acquisizione della dichiarazione di non contrasto con gli strumenti urbanistici vigenti da parte dei medesimi comuni e che in luogo della procedura di VAS si svolga la procedura di verifica di assoggettabilità a VAS ai sensi dell’art. 12 del D.lgv. 105 del 2006”.
Da un ufficio che chiede la Conferenza di Servizi per il pontile a briccole o la conformità urbanistica per i lavori di ristrutturazione della vecchia stazione marittima, a pensar male potremmo aspettarcelo.
Ma noi non siamo maligni.
Sappiamo che ciò comporterebbe uno slittamento delle opere di almeno due anni con conseguente abbandono delle stesse poiché sarebbe impossibile rispettare il termine di completamento del 2023 pena perdita dei finanziamenti europei e siamo convinti che nessuno vorrà assumersi questa responsabilità… o no?”
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