ORIA- Mauro Marinò, consigliere comunale di maggioranza a Oria e coordinatore cittadino di “Noi Centro”, non la manda a dire ai suoi colleghi d’opposizione, Angelo Mazza e Tommaso Carone, che nei giorni scorsi avevano bollato come insufficienti le aperture straordinarie concordate dalla Procura della Repubblica di Brindisi, dal Comune di Oria e dal custode giudiziale, il circolo di Legambiente “Piaroa”. “Si poteva e si doveva fare di più”. Questo è il leitmotiv di alcuni personaggi politici oritani che, furbescamente, celano le loro personali aspirazioni e forse la loro mancanza di incisività dietro questa demagogica frase».
S’è già spezzato, dunque, l’asse bipartisan nato a Oria che aveva portato a un consiglio monotematico per la discussione dell’affaire castello, voluto da esponenti di maggioranza e opposizione, e all’incontro in Procura col procuratore capo Marco Dinapoli che, alla presenza del sindaco della città, Cosimo Pomarico, e proprio dei consiglieri interessati da queste schermaglie, Marinò, Mazza e Carone, aveva lasciato tutti molto soddisfatti. La concordia, però, ha presto lasciato il passo ai primi musi lungi, con Mazza e Carone che hanno denunciato una buona dose di inerzia da parte del Comune, il quale non sarebbe riuscito a trovare argomentazioni convincenti per portare le aperture del castello per il periodo di agosto a un numero considerato sufficiente, nonostante la grande disponibilità del procuratore Dinapoli.
«Sono veramente stanco – scrive Marinò in una nota – di questo modo di operare, di questa mania di protagonismo assoluta, delle continue strumentalizzazioni, specie in relazioni a iniziative che dovevano rappresentare il “fronte comune” della Città di Oria ma che poi scadono in banali occasioni di censura e di attacchi politici all’amministrazione Pomarico». Tutta tattica politica, quindi, che prima fa intravedere una mano tesa per poi ritrarla improvvisamente, almeno secondo Marinò. «Ancora una volta – prosegue il coordinatore di “Noi Centro” – mi ero illuso che fosse il bene del paese il fine assoluto e primario, al di là del colore politico».
Dalle lamentele, il passo per arrivare alle accuse è molto breve. «Mi auguro che i consiglieri Mazza e Carone si rendano conto che questo loro pericolosissimo gioco al massacro può avere conseguenze gravissime: sicuramente getta discredito sulla trasparenza, l’impegno e l’onestà dei tanti soggetti coinvolti e, poi, può compromettere seriamente quanto si è conquistato fino a oggi, non da ultimo le aperture straordinarie già programmate! Forse, in realtà, è quello a cui miravano… Non riuscendoci». Infine, il pensiero di Marinò è rivolto a chi ha reso realtà quello che, fino a poco tempo fa, pareva una fantasia, un sogno irrealizzabile. «Non posso che ringraziare pubblicamente Legambiente e tutti i soggetti che, con enorme sforzo, hanno consentito che il castello fosse nuovamente reso fruibile a tutti, mettendo da parte sia gli interessi personali che gli impegni famigliari e professionali».
Maurizio Distante
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