Operaio morì cadendo dal muletto, datori di lavoro rinviati a giudizio

FRANCAVILLA FONTANA- Morì a distanza di otto giorni dall’assunzione, senza regolare contratto e senza alcun tipo di formazione. I suoi datori di lavoro, rinviati a giudizio questa mattina con l’accusa di omicidio colposo, lo fecero salire sule forche di un muletto e lo sollevarono “in violazione – scrive il pubblico ministero nel capo d’imputazione – del manuale d’uso che vietava di utilizzare il carrello per il trasporto di passeggeri e camminare sui bracci delle forche quando il montante di sollevamento è alzato”. La vittima, l’operaio 62enne di Francavilla Fontana Ciro Meo, perse l’equilibrio e precipitò per circa tre metri dalle forche del muletto che il suo datore di lavoro stava manovrando, peraltro senza la formazione e il titolo necessari per farlo, riportando ferite che risultarono fatali. Era il 26 gennaio 2021. La famiglia di Ciro si è affidata a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime di infortuni sul lavoro con sedi in tutt’Italia, e sta seguendo gli sviluppi del procedimento penale tramite i legali fiduciari di Giesse. Il Tribunale di Taranto, questa mattina, ha rinviato a giudizio Santo e Ciro Buonfrate, entrambi datori di lavoro e amministratori (il primo di diritto e il secondo in fatto) della ditta “Edilizia Buonfrate” in cui avvenne l’infortunio mortale. La prima udienza si svolgerà il 5 giugno 2023 presso il Tribunale di Taranto. L’accusa è quella di omicidio colposo poiché avrebbero causato la morte di Ciro Meo – assunto senza contratto di lavoro e senza visita medica – affidandogli il compito di recuperare una pedana in legno appoggiata su un’impalcatura in ferro all’interno della ditta. Per adempiere a tale mansione, Ciro fu fatto salire senza dispositivi di protezione individuale su una pedana montata sulle forche di un carrello elevatore guidato da Santo Buonfrate. Durante le operazioni di innalzamento, perse l’equilibrio e cadde da un’altezza di circa tre metri, perdendo la vita. “Una storia terribile che ha lasciato nella famiglia della vittima tanto dolore ma anche tanta rabbia – commenta Giuseppe Vacca, responsabile di Giesse Risarcimento Danni per la sede di Francavilla Fontana – C’è ancora una scarsa attenzione riguardo ai diritti, alla sicurezza e alla salute dei lavoratori e aver richiesto al povero Ciro, che aveva appena iniziato a lavorare ma senza regolare contratto di assunzione e senza aver ricevuto l’adeguata formazione, di prestarsi a un’operazione così altamente rischiosa, si è rivelata un’incoscienza fatale”. “Oltre al danno, ora, rischia di esserci anche la beffa – continua Vacca, di Giesse – infatti, oltre a non avere sottoscritto una polizza rc che si trova sul mercato a prezzi contenuti e che avrebbe permesso di risarcire adeguatamente e con tempestività i familiari di Ciro, dimostrando così ancora una volta la scarsa sensibilità nei confronti dei dipendenti, i datori di lavoro, ad oggi, hanno offerto somme irrisorie rispetto ai parametri che la magistratura utilizza per risarcire i casi di decesso. Ma la famiglia di Ciro, pur nella disperazione da cui è afflitta, si è opposta con fermezza a questi tentativi e noi di Giesse faremo in modo che ottengano quanto le spetta di diritto”.

BrindisiOggi

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