Operaio affogato nel fango, i sindacati chiedono giustizia

FRANCAVILLA FONTANA- «Siamo sgomenti. Ancora un morto sul lavoro. Non si può morire in questo modo!». Comincia così il grido di dolore proveniente dalle segreterie territoriali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl dopo la tragica scomparsa di Angelo Reschi, l’operaio 38enne originario di Aradeo impiegato presso una ditta dell’appalto dell’Acquedotto pugliese, inghiottito dal fango nello scavo in cui stava lavorando, stamattina, a Francavilla Fontana.

«Ai famigliari di Reschi esprimiamo tutta la nostra partecipazione e solidarietà – affermano i sindacati – mettendo da subito a disposizione le nostre strutture per la tutela dei loro diritti». Dopo il dolore e il cordoglio, le organizzazioni sindacali passano alla richiesta di chiarezza per quella che, a detta loro, è una tragedia del lavoro che si sarebbe potuta evitare. «Questo lavoratore, partito all’alba dal suo paese per guadagnarsi da vivere, non tornerà più ai suoi affetti. Per questo chiediamo con forza che siano accertate tutte le responsabilità e sollecitiamo le istituzioni e le autorità preposte a fare piena luce sulle cause della morte di Angelo Reschi, confidando ancora una volta sull’azione della magistratura».

La colpa, o parte di essa, di questo e altri episodi luttuosi sta, secondo le segreterie territoriali dei sindacati, nelle modalità di assegnazione degli appalti, tutte protese alla riduzione dei costi a scapito del resto, anche della sicurezza.  «Le organizzazioni sindacali sono da tempo impegnate affinché si abbandoni la cultura all’aggiudicazione degli appalti all’offerta economicamente più bassa e si affermi, al contrario, una scelta che privilegi la prevenzione sui luoghi di lavoro, il costo del lavoro, la solidità dell’impresa, il merito tecnico, la qualità del servizio, i tempi di esecuzione e quant’altro possa essere importante per la sicurezza degli addetti e dei cittadini utilizzatori». La strada per evitare o limitare incidenti mortali o infortuni sul lavoro sarebbe anche stata tracciata, tutto starebbe nel perseguirla.

«Servirebbe – scrivono dalle segreterie –  un consistente aumento degli organici degli ispettori del lavoro per lo Spesal e una maggiore e migliore formazione dei responsabili della sicurezza per le aziende.  Basterebbe, infatti, dare corso compitamente al protocollo per la legalità e la sicurezza negli appalti, sottoscritto già nel 2009 in Prefettura a Brindisi, per far sì che accadimenti come quello di oggi non abbiano a ripetersi più. Le organizzazioni sindacali confederali, a questo proposito, richiedono un’immediata convocazione del tavolo istituzionale per la verifica della applicazione del citato protocollo».

BrindisiOggi

Foto Damiano Tasco

1 Commento

  1. Questo dolore così profondo, per tutti francafillesi e
    e sopratutto per la famiglia. Io sono un Francavillese
    emigrato a Torino, leggendo questa notizia mi son
    sentito addolorato pensando alla morte di una persona
    per la necligenza degli altri. Giustizia sia fatta, e
    punire severamente i colpevoli cosa che non accade in Italia chiudo con un’abbraccio profondo ai suoi famigliari.

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