BRINDISI- Oltre 2mila aziende sull’orlo del fallimento. Fipe/Confcommercio scrive ai sindaci della provincia di Brindisi.
Le imprese del settore Pubblico Esercizio (bar, ristoranti, pub, ecc.) della provincia di Brindisi sono ormai sull’orlo del fallimento. Stiamo parlando di ben 2.185 imprese, con una forza-lavoro di oltre 6.000 unità.
Proprio per questo, la Fipe/Confcommercio di Brindisi ha inviato una lettera a tutti i sindaci della provincia per chiedere interventi urgenti.
“In questi mesi di pandemia – afferma la Presidente provinciale di Confcommercio Anna Rita Montanaro – il Governo ha messo in campo strumenti di sostegno che sono risultati insufficienti e peraltro erogati con estrema lentezza. Ed è stato chiaramente al di sotto delle aspettative anche l’intervento della Regione Puglia, al contrario di ciò che è avvenuto in altre parti del paese. Proprio per questo, ci rivolgiamo ai sindaci affinché, pur nelle ristrettezze dei bilanci comunali, si proceda con una riduzione della Tari, annullando la parte relativa al primo semestre, anche attraverso un contributo compensativo. Per quanto riguarda la Cosap, invece, chiediamo che l’esenzione venga protratta fino a tutto il 2021, in maniera tale da alleggerire il peso a carico degli esercenti”.
“Qui si tratta di salvare un comparto economico – afferma il Presidente della Fipe/Confcommercio Pierpaolo Prato – che ha un peso rilevante nella nostra provincia. Il mondo della ristorazione è rimasto chiuso, nel 2020, non meno di 160 giorni e questo ha determinato, in aggiunta ai ristori insufficienti, una crisi che rischia di diventare irreversibile e che già sta evidenziando pericolosi episodi di insolvenza”.
La Fipe/Confcommercio, pertanto, si aspetta un segnale concreto di sostegno da parte delle amministrazioni locali della provincia di Brindisi.
BrindisiOggi
Venerdì 5 febbraio, ore 17.30, 20/25 avventori stazionano sul marciapiede antistante a un pub, in pieno centro storico. Tutti con il loro bicchiere, tutti senza mascherina, come se niente fosse…ma non è proibito? Non mandiamo i figli a scuola e li mandiamo al pub? Ritengo giuste le richieste delle associazioni di categoria, che però dovrebbero anche svolgere il compito di “educare” i ristoratori al rispetto delle regole! Siamo ancora in zona arancione anche, e soprattutto, a causa di questi comportamenti scorretti! Come si dice ….chi è causa del suo mal pianga sé stesso