LECCE- Perché Giovanni Vantaggiato, l’uomo reo confesso dell’attentato alla scuola Morvillo Falcone, ha tentato di ammazzare Cosimo Parato, la sua prima vittima? Intorno a questa domanda si è concentrato il nuovo interrogatorio all’imprenditore di Copertino voluto dal pubblico ministero Milto De Nozza. Vantaggiato sotto torchio dal magistrato, alla presenza del suo legale Franco Orlando, per circa tre ore. Domande e risposte sul movente che avrebbe portato il 63enne a mettere la bomba nel giardino di Parato, nella sua casa di Torre Santa Susanna. L’uomo dopo l’incalzare delle domande avrebbe in qualche maniera ammesso che alla base del gesto ci sarebbe stata la volontà di chiudere la bocca a Parato su alcune questioni riguardanti la vendita di carburante, qualcosa che entrambi conoscevano. Attività, che secondo gli inquirenti, veniva esercitata illecitamente. Pare abbiano dei documenti che lo dimostrerebbe. Vantaggiato voleva sbarazzarsi di Parato, non essendo riuscito lo ha successivamente denunciato per truffa. Secondo la ricostruzione degli investigatori il 63enne di Copertino avrebbe impiegato 4 mesi per preparare l’ordigno fatto esplodere a Torre Santa Susanna, da ottobre a febbraio, tutto premeditato. Che legame ha questa vicenda con l’attentato al Morvillo Falcone ancora non è del tutto chiaro. Vantaggiato nel primo interrogatorio aveva detto che alla base della strage a scuola c’era quel suo senso di malessere con il mondo per quella truffa subita da Parato, e quella sentenza su questa questione emessa poco prima. Ma restano ancora dei punti oscuri.
Lucia Portolano
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