Dopo un nuovo attentato parla l’imprenditore che denunciò i suoi aguzzini. Video-intervista

ERCHIE- Un anno fa aveva denunciato i suoi estorsori. Un’attività chiusa, continue minacce, la vita distrutta, il timore che qualcuno potesse fare del male ai suoi cari. Decide di raccontare tutto alle forze dell’ordine.  Un giovane imprenditore di Erchie, 36 anni, parte con la sua lotta. Una denuncia che lo ha fatto rinascere (Non  diciamo il suo nome per scelta e rispetto del suo coraggio e del suo dramma).

Ad ottobre scorso, dopo le indagini e i riscontri, i carabinieri di Francavilla fontana   hanno arrestato i due presunti estorsori-usurai. In manette finirino Gianfranco Mezzolla, 45 anni di San Pancrazio Salentino, e Angelo Librato, 32 anni di Mesagne, ritenuti vicino al clan Campana.

Lui inizia  la sua battaglia con l’associazione anti-racket. Aveva  aperto un’agenzia di prestiti e assicurazioni, oggi non ha più nulla. Oggi è disoccupato. Ieri è accaduto un nuovo fatto, la sua auto parcheggiata sotto casa, in via Risorgimento ad Erchie,  è andata improvvisamente in fiamme, l’incendio  ha danneggiato anche le abitazioni vicine, dove dentro dormivano i proprietari.

Un legame ci potrebbe essere. Al suo fianco è scesa in campo l’associazione antiracket, è arrivato ad Erchie il presidente regionale Fai (federazione associazioni antiracket), Renato Di Scisciolo. Con coraggio questa mattina il giovane imprenditore ha organizzato una conferenza stampa. Lui non era seduto al tavolo, era tra il pubblico. Al tavolo però c’erano i rappresentati dell’antiracket di San Vito Dei Normanni, Francavilla Fontana e  Ceglie Messapica, imprenditori di una certa età che in passato sono rimasti vittime del racket e dell’usura.

“In questa provincia il fenomeno delle estorsioni esiste in maniera forte- afferma il presidente De Scisciolo- ma purtroppo ancora poche sono le denunce. Lancio un appello ai commercianti, agli imprenditori, noi saremo al loro fianco. Più siamo più possiamo sconfiggerli”.

Il presidente ha annunciato che la federazione provvederà a restituire l’auto all’imprenditore di Erchie e che attraverso i fondi il giovane potrebbe riaprire l’attività. Intanto l’ antiracket si costituirà parte civile in un futuro processo.

L’associazione antiracket ad Erchie non esiste ancora, così come in altri paesi della provincia, ma si sta attivando un movimento per rendere questa organizzazione una realtà. Un segnale tangibile di legalità.

Nell’intervista rilasciata il giovane però non nasconde una certa amarezza  nei confronti di chi governa il Comune del suo paese, una critica al sindaco. “Sono stato lasciato solo-  ha detto la vittima- in un’intervista rilasciata dal sindaco Margheriti dopo l’incendio alla mia auto ha descritto Erchie come un’isola felice, sminuendo ciò che accade. Questo è sbagliato non dobbiamo nascondere la realtà, le questioni vanno affrontate e non nascoste”.

Ascoltate la sua testimonianza in questa video-intervista

Lucia Portolano

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