BRINDISI – Nuove regole per la movida brindisina. Il Comune di Brindisi ha emesso nelle ultime ore un’ordinanza secondo la quale da oggi in poi andranno rispettate doverose regole in materia di sicurezza urbana e salute pubblica. In sostanza non si potranno più somministrare bevande in contenitori di vetro da mezzanotte in poi e sarà vietata la diffusione di musica dall’1 alle 8, dal lunedì al giovedì, e dalle 2 alle 8 nel weekend. Il tutto avrà vigore fino al 30 settembre prossimo.
Qualcuno si chiederà il perché di questa ordinanza, ed è presto detto: contrastare comportamenti di sostanziale inciviltà. In soldoni, non rendere la città un’immondezzaio della notte, con lattine o bicchieri di vetro vuoti sparsi in ogni dove, e garantire ai residenti dei quartieri in cui insistono locali notturni, di dormire sogni sereni.
Guai a trasgredire: le multe saranno salatissime, e a vigilare sul corretto rispetto delle norme vi saranno vigili urbani e funzionari dell’Arpa.
Andiamo per ordine.
E’ vietata ai titolari di attività commerciali, esercizi artigianali (pizzerie o simili), attività di vendita/somministrazione su aree pubbliche di cibi e bevande e circoli privati, la vendita di bevande in contenitori di vetro o alluminio dalle 24 alle 5 del giorno successivo. Così come quindi è vietato consumare le suddette bevande o lasciarne i contenitori abbandonati per strada o fuori dai contenitori dei rifiuti.
Nella stessa fascia oraria (24.00/5.00) la sola vendita di bevande in contenitori di vetro o alluminio è consentita ai titolari di esercizi artigianali purché questa avvenga contestualmente alla vendita di alimenti di produzione propria e all’interno del proprio esercizio o delle proprie aree private, seppur esterne. Qualora l’area sia suolo pubblico, il divieto vige come per tutte le altre attività.
Sarà compito di ogni singola attività, pena sanzione, assicurare il rispetto di ogni regola, garantire pulizia e decoro sulle aree pubbliche adiacenti il proprio locale ed esporre in bella vista ogni norma da rispettare, per conoscenza dei propri clienti.
Per ciò che riguarda la diffusione di musica, dal vivo o no, le regole cambiano in base ai giorni. Dal lunedì al giovedì è concessa la diffusione musicale sino all’1 del giorno successivo, dal venerdì alla domenica si ha un’ora in più, perciò la concessione sarà data fino alle 2.
Ove tutto questo non verrà rispettato sono pronte sanzioni salatissime, da 100 a 600 euro, le cui somme finiranno nelle casse comunali.
Francesca Valletta
… PER QUALCUNO VIENE AL PRIMO POSTO IL RISPETTO DEI CANI O DEL DIVERTIMENTO MENTRE PER ALTRI SONO DA RISPETTARE LE LIBERTA’ INDIVIDUALI DI CHI SOFFRE PER MALATTIE, DI CHI SI SVEGLIA PRESTO PER I TURNI DI LAVORO, DEI BAMBINI E DI CHI VUOLE SEMPLICEMENTE DORMIRE IN PACE… ECCO, L’ORDINANZA CHE AUTORIZZA LA MUSICA SINO A NOTTE FONDA VIOLA LA LIBERTA’ DI CHI E’ COSTRETTO “A SUBIRE” LE SCELTE – SEPPURE POLITICHE – DI CHI IL PROBLEMA NON LO VIVE IN PRIMA PERSONA. PROVASSERO I POLITICI DI BRINDISI A VIVERE SU UNA DISCOTECA A CIELO APERTO COME SPESSO ORAMAI ACCADE IN CITTA’….
Multate l ordinanza!
Ordine, disciplina e soprattutto obbedienza. Attenti alle ronde. Consigliato non uscire dopo il calar del sole. Comunque c’è sempre quell’odiosa libertina cittadina di Lecce…democratica! Bah.
La civiltà è anche il rispetto degli altri cittadini che hanno diritto a riposare e a non scansare i rifiuti davanti alle proprie abitazioni. Il diritto a lavorare va conciliato con i diritti di altri soggetti altrimenti è prevaricazione. Un po’ di buon senso e la soluzione è facile. Bisogna che ognuno di noi rinunci a qualcosa non che qualcuno prenda tutto. La crisi non centra niente si tratta di rispetto. Buttare la palla in corner per giustificare altre violazioni non fa altro che alimentare sfiducia.
Un paradosso, invece di sanzionare chi non rispetta il decoro urbano, o chi hai il facile costume di abbandonare rifiuti in mezzo la strada, si sanziona chi con il proprio lavoro cerca di tirare a campare. Chi ha il dovere di vigilare, farebbe meglio ad occuparsi di chi ignora la civiltà, sanzionare tali atti, invece che obbligare i commercianti a non vendere, dato anche il periodo di crisi.