BRINDISI- Non solo il Comune ma anche la Provincia di Brindisi sfora il patto di stabilità e arriva la sanzione dal ministero. L’ente di via De Leo deve pagare 307mila euro, che si aggiungono ai tagli avvenuti per spending review ma anche a quelli che arriveranno per il taglio dei trasferimenti per gli enti locali che non rispettano il patto. In tutto in Italia sono quattordici le province e le due città metropolitane di Milano e Torino che sono state multate per aver sforato il patto di stabilità interno 2014. Si tratta del periodo di amministrazione che va a cavallo tra la gestione commissariale di Cesare Castelli e del presidente Maurizio Bruno (elezioni avvenuta dopo l’abolizione delle Province). Castelli ha finito il suo mandato il 9 ottobre 2014.
In base a un decreto del Direttore centrale della Finanza locale del Dipartimento per gli Affari interni e territoriali del Viminale, infatti, saranno sanzionati Brindisi, Ascoli Piceno, Bergamo, Biella, Brindisi, Catania, Chieti, Massa Carrara, Medio Campidano, Salerno, Savona, Siracusa, Varese, Verbano Cusio Ossola e Vibo Valentia e le città metropolitane di Milano e Torino. Batosta per la città piemontese multata per 3,6 milioni di euro, Milano invece dovrà pagare 2,3 milioni. Catania 2 mln e Bergamo 1,99 mln, Siracusa 950mila euro, Chieti 682mila euro, 655mila euro per Ascoli Piceno, 622mila euro per Salerno, 520mila per Varese, 321mila euro per Savona, 307mila euro per Brindisi, 256mila per Massa Carrara, 216mila euro per Biella, 169mila euro per Verbano-Cusio-Ossola, 92mila euro per Vibo Valentia e 6mila euro per Medio Campidano. La sanzione secondo il decreto ministeriale comporta per le province e le città metropolitane la riduzione delle risorse spettanti per l’anno 2015, a titolo di fondo sperimentale di riequilibrio, e per le province della Regione Siciliana e della Regione Sardegna, a titolo di trasferimenti erariali.
Insomma ci mancava anche questo per un ente che non riesce più a mantenere servizi ai cittadini, a garantire certezza occupazionale ai suoi dipendenti e con una legge regionale che non ha ancora stabilito come concretizzare la legge Delrio.
Lu.Po.
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