BRINDISI- Attende nove ore su di una barella del pronto soccorso, 77enne operato, muore un mese dopo al termine di una lunga agonia in rianimazione. A raccontare l’odissea di questo 77enne è suo figlio, Carmelo Deviciente.
E’ il 24 febbraio scorso quando l’anziano alle 11.40 del mattino arriva al pronto soccorso dell’ospedale Perrino di Brindisi, ed arrivarci non è stato facile.
“Abbiamo atteso più di mezz’ora prima che l’autoambulanza arrivasse a casa- racconta il figlio del 77enne- il centralino del 118 ci aveva detto che bisognava attendere l’arrivo dell’autombulanza dall’ospedale di Mesagne poiché a Brindisi non vi erano autombulanze disponibili”.
Una volta in ospedale, l’anziano viene registrato all’accettazione come un codice giallo, che per definizione è quel codice che si assegna al paziente con una una parziale compromissione delle funzioni dell’apparato circolatorio o respiratorio, che lamenta dolori intensi ma che non è in un immediato pericolo di vita.
La famiglia Decivienti è così al pronto soccorso ma “Non curanti dell’età 77 anni, le condizioni di salute (cardiopatico, diabetico e insufficienza renale) a mio padre- racconta ancora il figlio- non viene data alcuna assistenza ne controlli circa la diabete”.
Alle 14,30 circa l’anziano , a seguito delle condizioni di salute e della barella di piccole dimensioni, si procura delle escoriazioni alla caviglia e alla gamba, perdendo del sangue.
I famigliari si rivolgono così al personale medico senza risultato, ed allora decidono di recarsi presso la direzione sanitaria del nosocomio.
Alle 15,00 il medico di turno visita il 77enne e prescrive gli accertamenti presso la radiologia (per radiografia addome), eseguito, con insistenza della famiglia, racconta il figlio, dopo circa 15 minuti.
“Mio padre- sottolinea Carmelo Deviciente- non viene sottoposto per nessun motivo all’accertamento dell’esame del diabete rimanendo a digiuno. Successivamente alle ore 18,00 viene richiesto l’accertamento sanitario presso il reparto di Chirurgia dove il medico di turno a quel reparto gli prescrive la TAC ”.
Sono le 21,00 circa quando i medici decidono di procedere al ricovero preso il reparto di Chirurgia. Alle 22,00 la situazione precipita e di medici procedono ad una operazione d’urgenza.
Dopo l’intervento il 77enne viene trasferito in rianimazione dove vi è rimasto sino alle 13,20 del 25 marzo scorso. Dopo vari tentativi di salvarlo è stato dichiarato morto.
“Voglio raccontare- dice Carmelo Devicienti- la sofferenza patita presso la schifosa struttura del pronto soccorso un’agonia di circa 9 ore per poi decidere cosa fare, senza tenere sotto controllo il paziente ne fornire assistenza, ne tanto meno controllare i vari parametri del Diabete, la quale alle ore 20,00 era scesa sino a 45, quasi coma diabetico.
Non è possibile essere trattati in queste condizioni disumane questo perchè non è il primo ne l’ultimo caso di malasanità, menefreghismo totale. Presso l’accettazione non è ammissibile che vi fossero degli infermieri ad accettare le persone le quali non stanno bene in quanto materialmente non sono competenti perchè secondo il mio parere ci deve essere un medico e prendere le decisioni dovute catalogando il rispettivo codice attribuibile.
I cittadini che hanno subito analogo trattamento che si ribellino anche loro e far capire a chi deve prendere i dovuti provvedimenti a darsi una regola ben precisa circa le situazioni”.
BrindisiOggi
concordo pienamente,e per quanto mi riguarda, spero e mi auguro di non avere mai bisogno di ricoveri in strutture dove la gran parte degli operatori mancano sopratutto di umanita’.la mia prima esperienza ospedaliera e’ stata in Asia per una puntura di zanzara che provoca forti febbri con emorragie e porta alla morte dopo un generale deperimento;fortunatamente ricevetti delle cure tempestive, e immediate e pur trovandomi nel cosiddetto terzo mondo oggi posso raccontarlo!!!!!!
Chi sbaglia paga!!! Nessuno deve aspettare !!! Come vivete delle schifezze bisogna agire x voi e futuro dei nostri figli!!!! Tanto ogni uno pensa x se ma ricordatevi che comunque esso sia chi paga siamo noi!!!!
I tagli sono una cosa ma la disumanizzazione di certe strutture ospedaliere nella nostra regione sono inaccettabili. La stafottenza e l’indifferenza di certi operatori sanitari credo l’abbiamo più o meno vissuta tutti sulla nostra pelle o su quella dei nostri cari. Capisco che certe strutture sono oberate di lavoro ma è intollerabile essere trattati come bestie da macello. La verità è che negli ospedali della Puglia vince la disonestà professionale di un’intera categoria di lavoratori che dei diritti del malato se ne frega altamente, spalleggiati da sindacati e da una dirigenza che di fonte a episodi di vero bullismo e menefreghismo di medici e operatori sanitari non fa nulla per quieto vivere. Mentre i politici ingrassano i lavoratori del settore sanitario pugliese prendono alla lettera il cattivo esempio. Il terzo mondo siamo noi!
Questo é il risultato di anni ed anni di tagli e strafottenza da parte del governo… e di posti di lavoro regalati ad incompetenti raccomandati…