Non mandano i figli a scuola per farli lavorare nei campi, decine di genitori denunciati

BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Dall’inizio dell’anno scolastico ad oggi sono più di 80 i genitori denunciati per non aver mandato i figli a scuola nella provincia brindisina, ragazzi di età compresa tra i 6 e i 16 anni che hanno frequentato saltuariamente gli istituti d’istruzione accumulando assenze per un periodo superiore al 25% dei giorni di lezione. E’ un fenomeno quello della dispersione scolastica sempre più diffuso e radicato in contesti famigliari degradati o dove sussistono situazione di precarietà oltre che economica anche affettiva. Lo stesso MIUR, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, monitora con molta attenzione questo fenomeno evidenziando in un report pubblicato a novembre del 2017 come la dispersione scolastica sia in calo ma con un grande divario fra Nord e Sud. Sia nella scuola secondaria di I che di II grado. I maschi, dice il Ministero, sono più coinvolti delle femmine, così come percentuali più alte si registrano fra studentesse e studenti di cittadinanza non italiana che non sono nati in Italia.

Nel nostro paese l’obbligo scolastico riguarda la fascia di età compresa tra i 6 e i 16 anni e si assolve frequentando il primo ciclo di istruzione (ossia i 5 anni di scuola primaria e i 3 anni di scuola secondaria di primo grado) ed i primi due anni delle scuole secondarie di secondo grado, oppure, in alternativa, frequentando percorsi di istruzione e formazione professionale realizzati da strutture formative accreditate dalle Regioni. Dopo i 16 anni sussiste l’obbligo formativo che può essere assolto terminando la scuola superiore fino al conseguimento del diploma o frequentando un corso professionale per il raggiungimento della qualifica.

Oggi l’Anagrafe Nazionale degli Studenti da una fotografia molto chiara degli alunni che escono dal sistema scolastico: 1.alunni che frequentano la scuola secondaria di I grado e che interrompono la frequenza senza valida motivazione prima del termine dell’anno (abbandono in corso d’anno); 2. alunni che hanno frequentato l’intero anno scolastico (I e II anno di corso della scuola secondaria di I grado) e che non passano nell’anno successivo né al II o III anno in regola, né al I e II anno come ripetenti, e non passano alla scuola secondaria di II grado (abbandono tra un anno e il successivo); 3. alunni che hanno frequentato l’intero anno scolastico (III anno di corso della scuola secondaria di I grado) e che non passano nell’anno scolastico successivo alla scuola secondaria di II grado né frequentano nuovamente la scuola secondaria di I grado come ripetenti del III anno di corso (abbandono tra un anno e il successivo nel passaggio tra cicli scolastici); 4. alunni che frequentano la scuola secondaria di II grado e che interrompono la frequenza senza valida motivazione prima del termine dell’anno (abbandono in corso d’anno); 5. alunni che hanno frequentato l’intero anno scolastico (dal I al IV anno di corso della scuola secondaria di II grado), che non passano nell’anno successivo né al II, III, IV, V anno in regola, né al I, II, III e IV anno come ripetenti (abbandono tra un anno e il successivo).

Nella provincia di Brindisi, come in tutto il Sud Italia, la dispersione scolastica è piuttosto diffusa, i carabinieri del Comando Provinciale in collaborazione con i dirigenti scolastici periodicamente hanno avviato un programma straordinario di controllo affinché vengano individuati gli allievi che si siano assentati senza valida giustificazione per un periodo superiore al 25% dei giorni di lezione. “Ci interfacciamo con i dirigenti degli istituti scolastici periodicamente in modo da monitorare la situazione- ha spiegato il colonnello Giuseppe De Magistris, comandante provinciale dei Carabinieri di Brindisi- le situazioni dinnanzi alle quali ci ritroviamo non potrebbero essere più diverse tra loro”.

Tendenzialmente le famiglie che non curano l’istruzione scolastica dei propri figli e non fanno si che i ragazzi frequentino le lezioni sono famiglie che vivono in un contesto sociale degradato. Famiglie in difficoltà economica che preferiscono mandare i figli a lavorare nella speranza di poter mettere il piatto a tavola.

“Abbiamo trovato ragazzi impiegati nei campi piuttosto che tra i banchi di scuola- ha detto il comandante De Magistris- ma abbiamo anche avuto a che a fare con genitori che non riuscivano a gestire i propri figli, per lo più coppie separate”.

Tra i comuni in provincia di Brindisi che annoverano la più alta dispersione figura Latiano, con 22 studenti, seguita da Fasano con 8, Brindisi con 4, Francavilla Fontana 3, Oria 2 e Ceglie Messapica 2.

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

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