La banda si difende davanti al boss: “il negozio non è di nessun amico nostro”, ed il boss li recluta per l’assalto ad un portavalori

BRINDISI- “Avete fatto un casino….è più il casino che avete fatto….lui vi scanna” a parlare in questa intercettazione ambientale contenuta nell’ordinanza di arresto dei quattro brindisini, accusati della rapina alla gioielleria dell’Ipercoop, è Alessandro Coffa rivolgendosi ad uno degli indagati, Angelo Sinisi .

Siamo nel pieno delle investigazioni per l’omicidio di Mino Tedesco. E casualmente gli inquirenti si imbattono in una delle prove più importanti per il caso della rapina.

DSC_0067E’ l’11 dicembre del 2014, siamo a circa una settimana dall’assalto alla gioielleria, ed a poco più di un mese dall’omicidio Tedesco.  Andrea Romano, uno dei presunti responsabili della morte di Tedesco è latitante.

Gli investigatori intercettano la conversazione tra Alessandro Coffa e Angelo Sinisi convocato dal primo per rimproverarlo del “casino” che hanno fatto. Romano è infastidito non solo per aver scatenato le forze dell’ordine sul territorio ma anche perché nessuno ha chiesto il suo permesso.

Romano è considerato “un boss” e per questo doveva essere informato della rapina sottolinea il procuratore capo Marco Dinapoli.

Coffa dice: “ I due ragazzini si devono chiudere in casa adesso….altrimenti li scanna proprio”.

Qui Coffa si riferisce a Ferrari e Colaci che nel frattempo si vantavano negli ambienti criminali del colpo messo a segno, Romano vuole mettere loro le mani addosso.

Alla conversazione si aggiunge anche Angelo Di Lena che per difendersi dice : “La mancanza non l’ho fatta a nessuno , nel senso che il negozio non è di nessun amico nostro”.

Questa affermazione apre un altro spaccato della vicenda, dicono gli inquirenti. Questa affermazione sarebbe la prova che molte attività commerciali godono della protezione della malavita locale, probabilmente su pagamento di una percentuale, su pagamento di un “pizzo”.  La gioielleria presa di mira evidentemente non rientrava nella categoria degli “amici”.

Ma il passo che conferma agli inquirenti che i tre stiano parlando della rapina all’Ipercoop arriva quando Sinisi dice: “e ti sto dicendo che ci è andata proprio male….sai che sembrava….l’oro di una signora di sessant’anni”.

A questo punto per calmare le ire di Romano decidono di raccogliere una mille euro ciascuno e di farla avere la “boss”.

Colaci dice: “Stiamo facendo un pensiero”.

Nonostante l’arrabbiatura Romano però apprezza la sfrontatezza dei quattro ed una intercettazione del 24 febbraio 2015 progettando un colpo ad un portavalori dice: “Adesso inizia l’apocalisse a Brindisi, capito?….adesso comincio a fare bordello…ci dobbiamo fare un blindato….la banda dell’Auchan…Checco Colaci…Christian Ferrari…”. Pur confondendo l’Ipercoop con l’Auchan è chiaro per gli inquirenti che Romano vuole reclutare i quattro dell’assalto alla gioielleria.

La banda con la sua efferatezza si è guadagnata anche il rispetto del “boss”.

Lu.Pez.

 

1 Commento

  1. ….damnatio ad metalla….( Sulcis, isola d’Elba , etc..) ma non a vita. Solo per una decina di annetti. State sicuri: alla fine della pena postuleranno , con devozione e raccoglimento, l’ingresso nell’ordine dei monaci trappisti ( quelli che quando s’incontrano si ricordano vicendevolmente il fatto che ognuno deve presentarsi davanti a Dio). E allora le loro anime si che saranno salve. Cosa c’è di più bello di un cammino di conversione spirituale?

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*