INTERVENTO / Il Sindaco deve nominare il Presidente ed altri due componenti del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Nuovo Teatro Verdi. Si pubblica un “Avviso pubblico” invitando “… chiunque abbia interesse … (a) produrre dichiarazione di disponibilità”.
L’incarico è a titolo gratuito, ed anch’io invio la mia disponibilità.
“Le proposte saranno esaminate da apposita Commissione di 3 membri, che procederà, sulla base dei titoli, ad individuare gli aspiranti… da ammettere ad una audizione pubblica”.
Il 12 marzo mi viene comunicato che il 19 alle ore 9,00 “…verrà espletata l’audizione pubblica … cui la S.V. medesima risulta ammessa”.
Una testata on-line pubblica, giorni prima, 3 nomi che saranno, a suo dire, nominati.
Chi frequenta le cose della “politica” brindisina pare sapesse che questi 3 nomi circolavano già da diversi mesi.
Il Testo.
Il 19 marzo si tiene l’audizione pubblica con una “Commissione” con Sindaco, Segretario generale e funzionaria verbalizzante. L’audizione consiste nel rispondere brevemente ad una generica domanda del Sindaco sulle “esperienze” (Già! Ed il curriculum allegato?). Noto “disagio” e mi rendo conto della “farsa”, in più avallando la procedura col “timbro di correttezza”. Cosa pensa, mi permetto, il maestro Miceli “audito” in collegamento da New York (immaginate a che ora si è “levato”!))
Il Decreto.
Sul sito del Comune di Brindisi, è stata reso pubblico il “Decreto Sindacale” n. 5 del 29 marzo 2019 che “… Nomina in qualità di Presidente del CdA della Fondazione Nuovo Teatro Verdi …la Dott.ssa Di Rocco Katiuscia ….in qualità di componenti del CdA … il Dott. Guadalupi Daniele … il Dott. Saponaro Domenico” dei quali, si precisa, “… si allega curriculum vitae, ove emergono attitudini ed esperienze professionali coerenti ed in linea con l’incarico di che trattasi”. Nota bene: sono proprio i 3 nomi già “resi pubblici”.
Sottotesto.
L’O-SCENO, ciò che è fuori scena, è tra noi. C’era, stenta ad andar via, continua a stare tra NOI. Conosco la “macchina del Teatro”, le cosiddette “tecniche ausiliarie”, come fare/mostrare. Come, dove, quando, perché, per chi : sono i “cinque continenti del Teatro”. Ciò che “vediamo” è solo la “scena”, la rappresentazione. E’ come si “usano”, si combinano, si innovano le “tecniche ausiliarie” che può mostrarci, quando avviene, i “segni” della novità, del “vero gioco” demistificante e destrutturante le consolidate, e dunque sotterranee “tradizioni”. I greci usavano la stessa parola, “sèma”, per indicarci la “tomba” e il “segno”.
Quanto “appare” deriva dal “dietro le quinte” dove mentalità, metodi, pregiudizi, abitudini , apparati, gruppi, congreghe, ….esercitano di fatto i loro “poteri” di decisione, convocazione, inclusione, esclusione, interdizione, soggiacendo ad obblighi, infatuazioni, accordi, forze extra razionali, sensi criptati e quindi oscuri. Ma perché fare “l’Avviso pubblico”?
Già da tempo si conosce l’accordo tra le “forze politiche” (continueremo a definirle ancora così? Brindisi bene comune – Partito democratico – Liberi ed uguali – Ora tocca a noi: ci siete? Che colpi battete? Dove batte il cuore?) per dividersi gli Assessorati, i ruoli ed il peso dei Dirigenti, le varie nomine in partecipate, Enti vari e staff, le “scarse risorse” da dividere, le funzioni di “braccio operativo” (vedasi Teatro Verdi), gli incarichi vari (interni ed esterni).
Nomine decise mesi addietro nella più classica delle spartizioni da manuale Cencelli. Si dirà: è la “politica”, sono i “meccanismi”. Appunto.
Nella società degli umani, nelle organizzazioni si confrontano, e confliggono, dimensioni di “base”. Il Teatro ed il suo doppio: per il nostro teatro di Brindisi è come se, nel tempo, la “natura” abbia prevalso sulla “cultura”.
Domande?
Scrivevo nel novembre 2002 (apertura “antoniniana” del Nuovo Teatro Verdi – Senza Colonne). Acta est fabula: lo spettacolo è finito. Mi auguravo, ed auguravo alla Città, che si cambiasse “scena, copione, personaggi, pubblico”. Si può affermare, oggi?
Della Vanità: ed io che ambisco ancora a qualcosa?
Della Ingenuità: ed io che ritenevo che “forse” sarebbero state davvero valutate le esperienze, l’attenzione alla “cosa pubblica”, il disinteresse di azioni, scritti e proposte culturali, di oltre 40 anni, provando a guardare negli occhi i concittadini d’ogni censo, età, genere? Io che “guardo” alla Città cercando i “rumori dell’eternità”? Eppure “tante altre volte” (l’elenco non è corto, come quello dei vari Sindaci precedenti) sono stato “bocciato”. Forse ho un titolo: sono il 1° Scapocchione in città, e non me ne sono accorto? Ma forse, per autoinganno: non appartengo, non sono solidale a nessuna “cerchia”, non ho mai sgomitato.
Della Illusione: che una “nuova generazione” fosse a Palazzo di Città? Con una “nuova politica” da apprezzare come cittadini ed elettori? Si sarebbe provato a “mettere le mani” nel capitale umano, sociale, culturale e d’esperienza (reso, nel tempo, poco visibile da ideologie, idee mediocri, società dello “spettacolo”, congreghe ed appartenenze valoriali e d’interessi, da nuovismo e “salvatori della patria”, ecc.) e “mobilitarlo” per recitare inedite parti nel “dramma storico” del presente? Ma è davvero “partecipazione” questo “ascoltare”? Cosa ha prodotto? Domando: (mi permetto da sociologo e per le esperienze fatte soprattutto fuori da Brindisi) manca una chiara “regola” e il “metodo di ingaggio” e di “empowerment” (cessione di potere alla comunità)? Potevo pensare che si provava a fare, a sperimentare, della “cosa pubblica”, detta un tempo Politica, una “grande bellezza”, e invece si potrà cadere nella “grande bruttezza”?
Della Disillusione: posso affermare che non sono un “qualunquista”, ma tutto quanto vedo è doloroso, sconfortante.
Della Ignoranza della Ignoranza: non capisco che è tanta l’ignoranza diffusa? E l’improvvisazione?
Delle Tante Domande:
Shaw: un dramma fa nascere i teatri ; ma un teatro non fa nascere i Drammi
Il teatro non sono gli edifici ma gli uomini e le donne che lo fanno. Eugenio Barba
Parafrasando Yeats: una cosa di bruttezza è brutta per sempre.
Una grande porcata?
Per-sona: suona attraverso la maschera.
Teatro, servizio pubblico: come la sanità e la nettezza urbana
Walter Benjamin: il Teatro è la dimora onirica del collettivo
Szymborska: sublime è il colore del SIPARIO. Nel teatro “Khathakali” e nel teatro balinese: si scuote il sipario, rumori e luci, mentre si apre la scena.
TEATRO ALL’ITALIANA, … alla Brindisina …. Dal teatro degli attori al teatro degli spettatori. La “Fondazione” è l’organismo pubblico dal quale può dipendere la “salute” , almeno delle nuove generazioni?
CIELO DIPINTO, nei primi “teatri all’italiana” del ‘500: per ricordare che si sta sotto il cielo.
PRIVILEGIARE approccio orizzontale: alternarsi dei ruoli di produttore e consumatore?
C’è forse il bisogno di non ricevere teatro, ma di fare teatro? Di creare nuove relazioni, come attori e come spettatori? Quali “attori sociali” devono, dovranno prendere la scena? A quali “attori sociali” è impedita la scena? Cosa fare, come fare per l’ audience development , dei progetti e bandi di “Europa creativa” della Commissione europea?
Siamo ancora “costretti a scegliere tra un buon boccone e una buona coscienza” ? . E. Bloch
FAVOLETTA: Buster Keaton, nel film Il Generale. Butta legna in continuazione nella caldaia della locomotiva, concentrato su questa azione perché vuole arrivare presto dalla fidanzata. E non si accorge che tutt’intorno a lui si svolge una decisiva battaglia tra Nordisti e Sudisti. Cioè la Storia.
Dai BIGLIETTINI DEL TEATRO , con Aleph 1988.
Dal teatro delle armi alle armi del teatro, (contro Reagan).
Il teatro non finirà mai , Romolo a Remo.
In altri tempi personaggi veri si agitavano in scene false, oggi sono personaggi falsi che si agitano in scene vere, Emile Zolà.
La recitazione è necessaria al commercio della vita umana, San Tommaso.
Sono nato in Polonia … la chiesa era una specie di teatro, Tadeus Kantor.
Più in là dei versi che gli attori, credo, non scandivano e quel profondo fiume, nella profonda notte, fu mio, Jorge Luis Borges.
Torneranno gli alberi? (spettacolo in giro per il mondo dell’Odin Teatret).
In quel momento si iniziava un’era, un grande progetto: il teatro universale il cui libretto è la vita, Mezzacapo de Scenas – 1988.
Tra tutti i divertimenti inventati non c’è nessuno da temere più della commedia, Blaise Pascal.
Quelli che ballavano erano visti come pazzi da quelli che non sentivano la musica, Friedrich Nietzsche.
AVVERTENZE. Per gli uomini – conservare nel taschino, consultare con discrezione, non inviare alla fidanzata, provare e riprovare la dizione, tenere nascosti ai concorrenti. Per il gentil sesso: non collezionarli, non darli all’innamorato al posto del numero di telefono, non maneggiare durante la preparazione della toilette da teatro (potrebbero restare impigliati tra i bigodini), non mandarli a mente.
Tenere lontano dalla portata di bambini.
Il nostro Teatro anatomico non riguarda soltanto il corpo dell’uomo … ma le sue azioni, le sue relazioni negli avvenimenti sociali, nei conflitti storici, le tensioni e le opposizioni. Significa: visione di ciò che si nasconde sotto l’epidermide. Eugenio Barba (1981)
Da Samuel Bekett: Aspettando Godot. Estragone – Andiamocene. Vladimiro – Non si può. E. – Perché? V. –Aspettiamo Godot. E. –Già, è vero. (Pausa). Sei sicuro che sia qui?. E.- Cosa? V.- Che lo dobbiamo aspettare. (Pausa). E.- Che hai? V.- Niente. E.- Io me ne vado. V. – Anch’io. (Pausa).
Silenzio. Vladimiro ed Estragone guardano il sole che tramonta.
Emanuele Amoruso
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