
BRINDISI- Nessun reintegro per Patrizia (Zoe, questo il nome di fantasia dato alla lavoratrice), l’ex dipendente di Basell licenziata in tronco senza alcun preavviso dopo 25 anni di servizio. Si è chiuso con un mancato accordo il tentativo di conciliazione tenutosi oggi presso la Direzione del Lavoro tra Basell e la lavoratrice, difesa dall’avvocato Giuseppe Giordano, licenziata il 17 novembre scorso. Solo un indennizzo economico quello proposto dall’azienda , non è stata considerata nessuna altra soluzione di reintegro da parte della multinazionale. Lo fa sapere la Cgil con un comunicato a firma di Salvatore Ripa segretario di categoria e Michela Almiento segretaria generale.
“Così liquida l’azienda la donna che ha svolto il proprio lavoro con dedizione e professionalità per 25 anni- scrivono dal sindacato- Dispiace che il diritto di ripescaggio, le possibilità individuate in altri siti, per chiunque si sia trovato nelle condizioni di Patrizia, qui, a Brindisi, non siano state neanche tentate. Non basterà la rigidità dimostrata, anche sul piano umano, da chi ha rappresentato l’azienda al tavolo, ad alleggerire il peso della gravità dell’azione compiuta. Non basterà aver distolto lo sguardo e non rivolto il saluto a chi, per 25 anni, ha condiviso impegno, tempi e spazi in una fabbrica che costituiva parte della sua vita. “
Patrizia, ha confermato la disponibilità, da sempre dichiarata all’azienda, a qualsiasi soluzione che le consentisse di mantenere il posto di lavoro. L’ex dipedente ha dichiarato di non poter accettare la proposta economica, che non corrisponde al danno derivante dalla perdita del posto di lavoro e di non essere disponibile a monetizzare la propria dignità di donna e lavoratrice.
“Sono tante le domande che, in questo momento, ci poniamo- scrivono i sindacalisti- come sia conciliabile l’ affermazione contenuta nella lettera di licenziamento “ il Gruppo LyondellBasell, di cui Basell Poliolefine Italia fa parte, ha recentemente intrapreso, alla luce dei risultati economici negativi ottenuti del settore delle poliolefine in Europa e della critica situazione del mercato, un processo di riorganizzazione volto al contenimento dei costi e al recupero di competitività…” con i festeggiamenti per il record di produzione tenuti nello stabilimento di Brindisi, nel mese di ottobre scorso. Come, altresì, possa essere mai ipotizzabile che la ripresa del Gruppo, in Europa, dipenda dal licenziamento di un’unica lavoratrice nell’ufficio satellite in Italia! Oggi, l’unica certezza in questa grave vicenda è che sia emblematica di come, in Italia, si voglia effettivamente andare verso la negazione dei diritti e della dignità dei lavoratori, imponendo il primato del profitto sul valore delle persone. CGIL e FILCTEM porranno in campo ogni iniziativa utile, sia sindacale sia in sede giudiziale ( eventualmente anche davanti alla Corte di Giustizia Europea) a tutela dei diritti di Patrizia.”
BrindisiOggi
Una decisione assurda quella di LyondellBasell, adottata per ”..un processo di riorganizzazione, volto al contenimento dei costi e al recupero di competitività… “. Difficilmente ciò sarebbe accaduto quando Himont, società del Gruppo Montedison, era proprietaria degli impianti. Ma questo è lo stile Basell: ha chiuso nel 2010 l’impianto di Terni, “per ridurre le capacità produttive installate a livello mondiale e sostenere i prezzi del polipropilene”, ha ridimensionato il Centro di Ricerche di Ferrara, dove Giulio Natta, premio Nobel per la chimica, scoprì il polipropilene, licenzia a Brindisi una singola dipendente,“ per contenere i costi e recuperare competitività“, pochi mesi dopo aver raggiunto in quell’impianto il record di produttività. Il sindacato protesta ma alla fine risulta impotente. Anche questo è un mondo che cambia, troppo in fretta, muovendosi nella direzione sbagliata…