Niente autorizzazioni per la piattaforma, Termomeccanica va via e chiede 3 milioni di danni

BRINDISI- Non ottiene le autorizzazioni da Provincia e Regione per il progetto della piattaforma polifunzionale e Termomeccanica recede dal contratto con Asi, e chiede al consorzio 3 milioni di euro di risarcimento danni. La decisione della società è stata comunicata al presidente del consorzio della zona industriale il 9 luglio scorso, quando il vice presidente di Termomeccanica Ecologia S.p.A. Aldo Sammartano ha incontrato il presidente dell’Asi Marcello Rollo.

La richiesta di risarcimento danni si baserebbe sulle risorse spese dalla società  in questi due anni per la manutenzione degli impianti, la ristrutturazione dell’edificio e il servizio di guardiania. Ma l’Asi è già pronto a fare opposizione a tale richiesta e la storia finirà a carte bollate.

La Società TME di La Spezia si è aggiudicata, a seguito di procedura di evidenza pubblica, la gestione della piattaforma polifunzionale per lo smaltimento dei rifiuti industriali di Brindisi costituendo a società Termo Energia Brindisi S.r.l. e rilevando il personale in capo al precedente gestore Veolia Servizi Ambientali S.p.A. – Tecnitalia. Il progetto di ristrutturazione dell’impianto  già esistente con  l’utilizzo di nuove tecnologie per la limitazione delle emissioni inquinanti oltre ad un impianto per il trattamento dei fanghi provenienti dai depuratori di reflui urbani e l’attivazione dell’impianto di trattamento dei reflui provenienti dalla zona industriale di Brindisi. Il complessivo investimento a completo carico della società è di 52 milioni di euro.

“Il Consorzio- si legge in una nota dell’Asi- continuerà a svolgere ogni possibile azione atta ad evitare il deperimento dell’intero compendio industriale, confermando la volontà di perseguire la finalità dell’ente che è quella di offrire servizi utili alle imprese e soprattutto a quelle  insediate nella provincia di Brindisi. “

 Rollo ha annunciato che a breve sarà promosso un incontro con la Regione, la Provincia, il Comune di Brindisi, il Prefetto, le organizzazioni sindacali,  Confindustria e CNA, per stabilire le prospettive di utilizzo dell’impianto e la sorte dei lavoratori, tenendo conto degli intenti manifestati in un protocollo d’intesa che nel 2009 fu formato in Prefettura che diede origine al bando per l’individuazione del soggetto gestore e quindi al progetto di Termomeccanica.

BrindisiOggi

 

2 Commenti

  1. Su questa disastrosa vicenda può scriversi un romanzo. Ma un territorio che riesce a dividersi in questo ignobile modo anche in temi che sembrerebbero scontati, non fà che scoraggiare chiunque ancora abbia voglia di mettere piede qui e investire. Fatto sta comunque che un impianto di proprietà dei cittadini viene raso al suolo da inadempienze, incompetenze e poteri occulti della malapolitica. Poveri operai di quell’ impianto, trattati a pesci in faccia da non so più quanti anni

  2. Termomeccanica fa bene a richiedere un risarcimento danni; ai lavoratori deve essere garantito lavoro dalle amministrazioni, che prima hanno concesso e poi negato l’autorizzazione alla costruzione ed esercizio dell’impianto di trattamento dei fanghi provenienti dai depuratori di reflui urbani e dalla zona industriale di Brindisi;le assicurazioni del Presidente ASI per una diversa utilizzazione dell’impianto, considerata l’intera vicenda, sono poco credibili lasciano il tempo che trovano ..

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