
BRINDISI- Retaggi culturali, modi di dire, educazione, interpretazioni religiose hanno disegnato stereotipi femminili che di fatto hanno limitato la libertà della donna e la pari dignità sociale in termini di diritti. Un lungo cammino è stato fatto, la strada è stata segnata. Gli studenti dell’ITT Giorgi hanno voluto raccontare questo percorso che al centro vede la donna attraverso una rappresentazione teatrale. Un momento di riflessione su ciò che è stato fatto e quanto ancora bisogna fare.
Chi dice donna non dice “danno”, chi dice donna dice semplicemente donna. Questo il messaggio lanciato ieri sera dagli studenti dell’istituto tecnico. “Non è un danno ma un essere che non si contrasta all’uomo bensì lo completa così come l’uomo completa la donna”.
L’idea nasce lo scorso anno “quando alcuni studenti stavano affrontando con la propria docente di italiano il tema della donna e gli stereotipi su di essa- afferma la loro tutor e docente Ersilia Meo- Poiché da qualche anno organizziamo progetti teatrali è venuta fuori l’idea di mettere in scena questo spettacolo che è stato pensato, studiato, scritto e gestito anche nella parte tecnica da un gruppo di giovani di varie classi coadiuvati dalla stessa tutor e dai proff. Marina Perdomini e Antonio Leucci.”
“Non è facile riposizionare la figura della donna ed è importante che una scuola come la nostra possa partecipare ad un dibattito così attuale”, ha sostenuto Maria Luisa Sardelli, Dirigente dell’Istituto.
Se il fil rouge della serata è stata l’analisi degli stereotipi sulle donne, lo spettacolo è riuscito però a toccare corde più ampie e profonde attraverso l’analisi del ruolo della donna nella storia, le violenze da essa subite e le tappe della sua emancipazione.
I ragazzi hanno avuto modo di mettere sul campo ciò che hanno studiato tra i banchi di scuola, di sentirlo proprio e raccontarlo, a modo loro, ai propri compagni. “Abbiamo appreso molto, scoprendo tante figure femminili che hanno lottato per i propri diritti e che spesso non vengono conosciute”, spiega, a nome della compagnia, Giulia Centonze.
Se marzo è il mese della donna, che viene celebrata in tutte le sue forme, sicuramente, afferma Lia Caprera presidente dell’associazione Io Donna, “questa è un’ottima occasione per celebrare la donna, che non va ricordata solo l’8 marzo. È importante che i ragazzi abbiano studiato e si siano preparati sull’argomento perché è fondamentale dare voce alla condizione femminile, altrimenti nessun cambiamento avrà senso. La donna deve essere percepita a 360° gradi e devono essere le donne a parlare per sé, non a delegare. Fino ad ora hanno parlato tutti, è bene che siano le stesse donne a parlare di sé ed esprimere ciò che hanno da esprimere”.
Marica Del Zotti
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