Ncd, De Michele al suo partito: “Basta litigare, gli elettori da noi aspettano altro”

INTERVENTO/ Leggevo, giorni fa, un virtuoso editoriale sul tema oramai giornaliero della “scissione”: si evidenziava come il segreto di essa, in politica come in fisica, è che la rottura dei legami che tengono insieme un atomo o un partito genera sempre nuova energia, rivoluzionando lo scenario esistente e disegnandone uno nuovo. Perché è vero che senza scissione non c’è vita, è vero che la storia della politica è piena di felici scissioni eppure nell’Italia repubblicana le “divisioni” di partito sembrano aver preso in prestito l’omotetia dei frattali, quelle figure geometriche caratterizzate dal ripetersi sino all’infinito di uno stesso motivo su scala sempre più ridotta. Dico questo perché, senza entrare nel merito, senza essere difensore alcuno e scevro da interessi di natura politica e personale, dispiace leggere, quasi giornalmente, legittimi ma pur sempre polemici ed accesi comunicati all’interno del NCD, su quelle che dovrebbero essere fisiologiche dinamiche partitiche, discussioni democratiche e capacità decisionali di un partito; non possiamo continuare attraverso una visione periferica della politica, non può un partito fossilizzarsi solo su questioni che riguardano Francavilla, Tuturano o Brindisi: un partito ambizioso, lungimirante, coeso, valoriale, deve guardare avanti, superare vecchie logiche e personalismi, elaborare una proposta di crescita e sviluppo, anche come sommatoria di diversità politiche e distinte identità culturali, per la rinascita del paese e dei territori.

Questo non è il momento delle polemiche, delle accuse, delle illazioni, non è il momento di giocare al tiro al bersaglio; sarebbe un errore grave, imperdonabile da parte di un elettorato saturo dei vecchi teatrini della politica, obsoleta e rissosa. Ognuno di noi, dal momento che il nostro è un partito collegiale e democratico, ha la sua parte di responsabilità, ognuno di noi deve dare il proprio contributo, sia esso elettorale, politico o soprattutto organizzativo . Se si vince, si vince per merito di tutti, non di uno solo: lo stesso accade se si perde.

Si può e si deve discutere sulle strategie per andare avanti nel nostro percorso politico, ma non si possono aprire altre fratture, altre lacerazioni, altri fronti di guerra interna, che hanno come unico effetto quello di indebolire il NCD nel suo complesso agli occhi degli elettori. Le lotte fratricide, che hanno pesato già abbastanza su questo territorio, non hanno fatto altro che farci perdere consensi. Non abbiamo messo argini alla deriva populista che è arrivata anche da noi, ma soprattutto non abbiamo costruito una nuova classe dirigente perché si sono persi i “fondamentali”, a cominciare dal rispetto delle regole e delle decisioni interne.

Pertanto, e concludo, il mio più sincero augurio è quello che le polemiche rientrino e che si continui a lavorare serenamente, per fare di questo partito un grande ed ambizioso progetto politico, attraverso una guida forte ed autorevole quale quella di Massimo Ferrarese e Maurizio Friolo, lasciando da parte il rancore e dando un forte segnale di responsabilità e mediazione.

Anche perché, come diceva Aldo Moro nelle sue ultime lettere alla DC, siamo tutti in discussione, nessuno si nasconda dietro l’adempimento di un presunto dovere, sia esso morale o politico; recuperiamo una vera, reale dimensione di confronto e dibattito, superiamo le correnti e ripartiamo dai circoli, il NCD va ricostruito dal basso, dalla gente, perché in un partito “non c’è altezza senza base”.

 Cosimo De Michele, circolo Ncd Tuturano

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