BRINDISI- Era felice di essere ritornato in consiglio comunale, sedere tra i quei banchi, un riscatto, una risposta dopo gli anni difficile per l’inchiesta giudiziaria che lo ha coinvolto, finita poi con l’assoluzione. Era arrivato il momento di godersi la tranquillità e la sua famiglia che gli è stata sempre accanto. Ma questa serenità è durata troppo poco per il consigliere comunale Nicola Siccardi, 61 anni, oggi dell’Udc, ieri ex assessore. Una malattia incurabile in pochi mesi lo ha portato via. Ha lottato sino alla fine, come ha sempre fatto nelle sue battaglie. Questa mattina all’alba il suo cuore ha cessato di battere, perché purtroppo questa malattia non la sconfigge nessuno.
È stato presente in consiglio comunale sino all’ultimo, un mese fa circolava ancora tra le stanze di palazzo di città, nonostante si sentisse ormai terribilmente debole. Lo si leggeva sul volto, ma sorrideva sempre, scherzava con tutti.
Un uomo semplice, un uomo di strada, capace anche di piangere davanti ad un’intervista. Lo ricordo ancora quando mi accolse nella sua casa per un’intervista dopo la sentenza di assoluzione nel processo della tangentopoli brindisina. Gli tremava la voce, guardava con ammirazione sua moglie che gli aveva sempre creduto e che non lo aveva mai lasciato solo. E nonostante gli anni al Comune gli avessero portato tanti dispiaceri, alla domanda sul suo ritorno in politica rispose con un’apertura. Come poi dopo qualche tempo è successo. Certo quel marchio dell’ex giunta Antonino gli era rimasto addosso, qualcuno le lo aveva stampato, negli anni in cui a Brindisi loro venivano visti come il male assoluto. Ma lui è andata avanti ha incassato i suoi voti ed è tornato in consiglio. Giusto il tempo per stare un po’ in pace.
Domani i funerali alle 16 presso la chiesa San Francesco D’Assisi del rione La Rosa, una parrocchia che Nicola Siccardi frequentava ormai assiduamente, nel suo quartiere in molti gli volevano bene. Perché come ha scritto un ragazzo sulla sua pagina facebook: “ Ogg viene a mancare un secondo padre per i ragazzi de La Rosa”.
Lucia Portolano
Commenta per primo