Il procuratore Motta: “A Francavilla atteggiamento tollerante nei confronti della criminalità”. Video-intervista

FRANCAVILLA FONTANA- La frangia di Francavilla Fontana compra e fornisce le armi per il gruppo mesagnese del clan Vitali-Pasimeni. Questa la ricostruzione fatta dalla Dda di Lecce e dai carabinieri di Brindisi e Francavilla Fontana, dopo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Ercole Penna  e i riscontri investigativi. Indagine che ha portato all’arresto di cinque persone, quattro delle quali già in regime di custodia cautelare. In carcere Giancarlo Capobianco, Vito Stano, Francesco Gravina, Nicola Destino e ai domiciliari  Nico Passiante. Ad acquistare le armi secondo gli inquirenti, Giancarlo Capobianco, imprenditore francavillese, conosciuto come zio Carlone, già detenuto nel carcere di Lecce. Capobianco avrebbe sborsato, di tasca sua,  20 mila euro per comprare kalashnikov, munizioni e bombe da mettere a disposizione della scu mesagnese. Un ruolo decisionale quello della frangia francavillese nella gerarchia.  Tanto che il procuratore capo della Dda di Lecce Cataldo Motta afferma che le forze dell’ordine stanno cercando di riprendere il controllo del territorio francavillese. “Una città in cui vi è un atteggiamento di tolleranza- afferma Motta– nei confronti della criminalità. Non voglio chiamarla arretratezza culturale, ma a Francavilla c’è una mentalità chiusa. Capobianco infatti era integrato nel tessuto socio economico, era un imprenditore”.

Ascoltate l’intervista al procuratore capo della Dda di Lecce Cataldo Motta

Lucia Portolano

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