SAN PANCRAZIO SALENTINO – Si cerca un’auto, forse una Opel, che avrebbe fatto perdere il controllo della moto ad Antonio Tafuro, il motociclista 22enne di San Pancrazio Salentino vittima di un tragico incidente stradale. Il pm della Procura di Lecce, Paola Guglielmi, ha aperto un fascicolo d’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti.La salma del giovane è rientrata oggi pomeriggio nella sua casa in via delle Ginestre e il funerale si svolgerà martedì 21 aprile alle 16.30 presso la chiesa Madre.
Non è chiara la dinamica dell’incidente che ha spezzato la vita a soli 22anni ad Antonio Tafuro. I carabinieri che stanno indagando sul tragico evento vogliono vederci chiaro. L’incidente mortale è avvenuto sabato (18 aprile) poco dopo le 15.30 sulla strada che collega San Foca a Melendugno. Antonio era in sella alla sua Yamaha R6, sarebbe stato in testa al gruppo quando improvvisamente – per cause ancora tutte da chiarire – ha perso il controllo della sua moto andando a sbattere prima sul palo della segnaletica stradale e poi cadendo rovinosamente sull’asfalto.
Dietro di lui c’era il gruppo di motociclisti. Sarebbero stati proprio loro, testimoni dell’incidente, ad aver raccontato agli investigatori di aver visto un’Opel, forse station wagon, uscire dall’incrocio proprio mentre sopraggiungeva Antonio con la sua R6. Il ragazzo, infatti, sarebbe stato costretto a fare una brusca frenata che gli avrebbe poi fatto perdere il controllo della due ruote. Quest’auto sarebbe poi sparita nel nulla. Vani sono stati tutti i tentativi di rianimare il 22enne. Una volta giunto in ospedale, il cuore del giovane ha cessato di battere a cause delle gravi ferite e lesioni riportate nell’impatto.
Ora si cerca di capire bene cosa avrebbe determinato la caduta del motociclista. Intanto, la salma del ragazzo non è ancora rientrata nella sua casa a San Pancrazio Salentino, un piccolo paese di poco più di 8mila anime a sud della provincia di Brindisi. Il ragazzo, seppur la giovane età, era ben conosciuto in paese. Lavorava presso l’azienda Agusta Westland di Brindisi e da sempre era un appassionato di motori, soprattutto di motociclette.
San Pancrazio, a due giorni di distanza dal tragico incidente, è ancora molto scosso. I genitori di Antonio, il padre Emilio e la mamma Carmela sono persone umili e rispettate in paese. Ora la sua casa in via delle Ginestre è un via vai di gente e si attende martedì per dare l’ultimo saluto al motociclista.
Anche la bacheca di facebook del 22enne da sabato scorso è un continuo susseguirsi di messaggi di dolore da parte di amici e conoscenti: “Avevamo 16 anni lavorai la notte per costruire questo scooter per poter partecipare a quel raduno che organizzarono, solo perché sapevo che c’eri tu che vincevi sempre e avevi lo scooter più veloce. Arrivai e tu non c’eri, ero convinto che avrei vinto ma ad un tratto arrivasti con quel tuo bel sorriso e mi dicesti “scusate il ritardo” e li mi hai battuto passato il traguardo mi guardasti dicendo “ora ti sei convinto ” e io ti risposi sei il numero 1…. Ora Antò per me rimarrai sempre il numero 1”. Manuel Maggiore.
Mar.De.Mi.
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