BRINDISI – Antonio Rizzo, il 28enne morto nell’esplosione che ha distrutto il negozio ‘Pinco Pallino’ in via San Francesco D’Assisi a Francavilla Fontana la notte del 30 settembre scorso, è deceduto per le diverse fratture e traumi riportati durante l’incidente. La frattura del cranio e lo sfondamento del torace. Così ha stabilito il medico legale Antonio Carusi che ha effettuato l’esame autoptico questa sera sul corpo della vittima.
L’autopsia è durata circa tre ore. Il conferimento dell’incarico è stato notificato questa mattina dal pm Antonio Costantini, della procura della Repubblica del Tribunale di Brindisi, titolare dell’inchiesta.
Antonio Rizzo, considerato dagli inquirenti, il presunto attentatore è stato ritrovato dai soccorritori senza vita nello scantinato del palazzo in via Boito (traversa di via San Francesco D’Assisi ndr) che ospitava l’attività commerciale intestata a Maria detta Marika Fontana Giuliano, convivente della vittima.
Rizzo era riverso per terra in una pozza di sangue. Le mani erano coperte da guanti e accanto al corpo, gli investigatori, hanno rinvenuto una tanica di 30 litri con tracce di liquido infiammabile. Dalla ricostruzione effettuata dai carabinieri al comando del capitano Nicola Maggio, la vittima avrebbe prima cosparso il negozio della compagna di benzina e poi nel tentativo di fuggire è stato invece colpito dall’onda d’urto dell’esplosione che per lui è stata fatale.
E’ riuscito a salvarsi invece Saverio Candita di 27 anni, amico della vittima. Il ragazzo – stando alla ricostruzione fornita dai militari dell’Arma – avrebbe aiutato Rizzo nel mettere fuoco al negozio. Lui sarebbe fuggito in tempo dal luogo dell’esplosione. Candita, infatti, ha riportato diverse ferite su tutto il corpo, principalmente su viso e mani.
Intanto le indagini proseguono e oggi c’è stata l’iscrizione di un secondo indagato nell’inchiesta della procura di Brindisi. Si tratta di G.E. 50enne di Francavilla Fontana che avrebbe aiutato Saverio Candita nei momenti successivi all’esplosione. Il 50enne avrebbe accompagnato il 27enne presso la sua abitazione a Torre Santa Susanna. Secondo i carabinieri, il movente dell’attentato potrebbe essere una truffa all’assicurazione per ottenere un risarcimento danni. Il premio della polizza assicurativa avrebbe fruttato diversi milioni di euro.
Il 50enne che è indagato a piede libero, secondo la versione fornita dall’altro indagato, Saverio Candita, arrestato subito dopo l’attentato, avrebbe avuto un ruolo marginale nella vicenda: nella sua abitazione i carabinieri hanno sequestrato dei pantaloni con tracce di bruciatura, che potrebbero essere dello stesse 27enne. Entrambi gli indagati rispondono in concorso di incendio doloso.
Ora, si aspetta l’interrogatorio di convalida dell’arresto che Candita terrà domattina in carcere davanti al pm Costantini e al gip Giuseppe Licci. Magari sarà proprio il 27enne, difeso dall’avvocato Michele Fino del Foro di Brindisi, a rimettere a posto i pochi tasselli che mancano all’appello degli investigatori per ricostruire il puzzle.
Maristella De Michele
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