PORTO CESARIO- Era abusivo il cantiere a Porto Cesario dove morì, lo scorso 22 ottobre, Pietro Miccoli, l’operaio 47enne di Torre Santa Susanna impiegato presso la ditta edile del fratello Antonio. La vittima morì schiacciato dal braccio della gru sulla quale stava lavorando e che all’improvviso cedette senza dargli scampo. L’area dei lavori fu posta sotto sequestro, come da prassi, ed il fratello di Miccoli, come titolare dell’impresa, indagato.
Oggi però scattano nuove denunce notificate a carico di C.A. e S.S., rispettivamente di 64 anni e 43 anni, nonché C.L., 48 anni, tutti di Torre Santa Susanna, perché ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di abusivismo edilizio e di costruzione in assenza di autorizzazione paesaggistica per le opere realizzate in Porto Cesareo località Serra degli Angeli, in un lotto di terreno compreso tra le vie G. A Borelli e via C. Cecchi. Dalle indagini svolte dai carabinieri di Porto Cesario emerge oltre alle recenti opere abusive vi è anche un immobile residenziale costituito da due abitazioni, anch’esso abusivo, come da accertamenti della locale Polizia Municipale, svolti nel 1996. All’epoca viene emessa l’ingiunzione a demolire. Nel 2004 C.A. presentò una “Dichiarazione di interesse alla definizione degli illeciti” cui però non risulta abbia mai fatto seguire la domanda di condono.
Così ora è stato accertato che sull’immobile persistono diversi abusi edilizi : la trasformazione di verande in vani interni mediante chiusura perimetrale delle stesse con un incremento volumetrico per ciascuna abitazione di circa mc 51; un piccolo deposito in muratura coperto con pannelli coibentati per una superficie coperta di mq 7,40; l’ ampliamento dell’abitazione retrostante per la realizzazione di una veranda mediante esecuzione di copertura con pannelli coibentati poggiata su montanti verticali e orizzontali per una superficie coperta di circa mq 50; nella parte sottostante la predetta copertura è stato realizzato un modesto fabbricato in muratura costituito da un wc e un cucinino il tutto pari a un volume di mc 41,50; l’ ampliamento dell’abitazione antistante per la realizzazione di una veranda mediante copertura in legno superiormente protetta da tegole e poggiata su elementi verticali e orizzontali per una superficie coperta di mq 26; lo spianamento in calcestruzzo della lunghezza di m 3,70, estesa complessivamente mq 113.
All’immobile preesistente, inoltre, è stata anche accorpata attraverso l’apertura della muratura di recinzione, un’altra area, ove è stata accertata la realizzazione abusiva di uno spianamento in calcestruzzo di una vasta area pari a mq 187,00, l’installazione di un gazebo in ferro con copertura in telo stabilmente ancorato a terra avente una superficie coperta di mq 25,00, cordoli in muratura di tufo, corridoi in calcestruzzo, aiuole e spianamenti in pietrisco, una recinzione dell’area lungo gli altri lati dell’area in parte costituita da muratura nella parte bassa e soprastante rete metallica a cui è assicurato un telo; lungo il fronte dell’area prospiciente la via C. Cecchi sono stati realizzati due pilastri in cemento armato ed è stato installato un cancello scorrevole in ferro.
Infine su parte dell’area scoperta, all’interno della originaria recinzione non interessata dallo spianamento, erano in corso lavori di realizzazione di un muro in tufo di altezza variabile, proprio dove poi si è verificato l’incidente di Piero Miccoli. Anche le opere abusive sono sottoposte a sequestro preventivo .
BrindisiOggi
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