BRINDISI– Comincia oggi il cammino pastorale del nuovo arcivescovo di Brindisi ed Ostuni, monsignor Damiano Caliandro. Nato a Ceglie Messapica 65 anni fa, è stato nominato prelato d’onore di sua Santità il 6 marzo 1986, nel 1993 vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, nel 2000 vescovo di Nardò e Gallipoli e dal 20 ottobre 2012 arcivescovo di Brindisi ed Ostuni. Il suo motto nella vita è una frase del Salmo 51: ”Come un ulivo verdeggiante che si abbandona alla fedeltà di Dio”. “L’ulivo – spiega monsignor Caliandro- è un albero fedele, che dura nel tempo. L’ulivo rappresenta il Cristo e la fede in Dio”. L’arcivescovo quindi arriva a Brindisi per iniziare questo nuovo servizio pastorale consapevole di trovarsi su di un territorio a lui nuovo , di dover costruire un rapporto di fiducia ed affetto con chi lo circonda e di dover affrontare spesso questioni difficili: “Conosco poco di questo territorio, so dei problemi più urgenti da quelli ambientali all’occupazione, finanche alla povertà. Eppure non voglio sapere altro , con il tempo e l’esperienza imparerò a conoscere tutti. Ho 10 anni a disposizione” ha detto sorridendo. Una cosa è certa spesso le problematiche del territorio lo coinvolgeranno e altrettanto spesso monsignor Caliandro si troverà di fronte a problemi che richiederanno un lavoro sinergico con le istituzioni e la politica. “Io so distinguere i ruoli– ha risposto- Ma è altrettanto vero che il mio compito è quello di educare le coscienze. Ognuno deve essere responsabile delle scelte che fa ed accettare le conseguenze delle sue azioni”. Alla domanda “com’è il suo rapporto con la politica?” risponde “la politica non deve pensare di poter avere l’appoggio scontato della Chiesa”. Insomma a buon intenditore poche parole. Nel rapporto invece con la comunicazione e gli organi di stampa, il nuovo arcivescovo dice: “Massimo rispetto e stima per gli organi d’informazione purchè non se ne abusi”. Monsignor Caliandro si muove con cautela, ma su certe cose ha le idee chiare e non manca di mettere a frutto l’esperienza fatta a Nardò: “ Apriremo il dialogo con i giovani , daremo spunti di riflessione ai preti. Sui sacramenti poi, penso che sia giusto celebrare i matrimoni solo nelle parrocchie e far fare ai ragazzi la cresima non prima della terza media. Anche se qualcuno non sarà d’accordo, pazienza ci scontreremo, ma il mio ruolo è quello di essere una guida e la guida segna una strada e da un indirizzo, una linea”.
Lucia Pezzuto
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