BRINDISI – La notizia delle “dimissioni”, o per meglio dire l’abdicazione, del Papa questa mattina in occasione del concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto, giunta come un fulmine a ciel sereno, ha lasciato incredula e sgomenta l’intera comunità cristiana e non. E tra il susseguirsi di commenti, e non si può negare anche sulle possibili ipotesi dello scenario entro il quale è maturata tale decisione, è intervenuto anche l’arcivescovo della diocesi di Brindisi-Ostuni, monsignore Domenico Caliandro, che ha invitato, invece, al massimo rispetto per la scelta del Santo Padre.
“Desidero sottolineare la grande umiltà e dignità del gesto e anche delle parole pronunciate questa mattina dal Papa. Pur comprendendo lo smarrimento di tanti fedeli, invito ciascuno a considerare con il massimo rispetto la volontà di Benedetto XVI, segno del grande amore di quest’uomo per la sua Chiesa” ha detto l’arcivescovo. “La notizia della rinuncia al ministero petrino da parte di Papa Benedetto XVI da un lato ci può lasciare quasi smarriti, tanto è importante quanto inaspettata, – ha aggiunto – ma dall’altro non possiamo far altro che esprimere la nostra gratitudine al Signore per averci donato un Pontefice che con docile fermezza e con grande competenza, instancabilmente, ha annunciato il Vangelo di Gesù in un momento storico difficile e, per certi versi ostile”.
La decisione. Il Papa ha spiegato di sentire il peso dell’incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa. La “ingravescentem aetatem” cioé l’età avanzata è il motivo, enunciato in latino, dichiarato da Benedetto XVI per abdicare. La sua decisione è giunta del tutto inaspettata ed è, infatti, stata accolta nel più profondo silenzio e con smarrimento.
La storia. La scelta alla rinuncia del trono pontificio, carica a vita appunto, è rarissima. La prassi vuole che solo alla morte del Pontefice si provveda con un conclave all’elezione del successore. Sono, infatti, quasi sei secoli che non accadeva una cosa simile: l’ultimo Papa dimissionario di cui si ha notizia è Papa Gregorio XII (dal 1406 al 1415). Nella storia i pontefici ad aver abdicato in favore di altri si contano sulle dita di una mano e spesso dopo esilio coatto o comunque sotto costrizione: Clemente I (in carica dal 88 al 97 dC), Ponziano (dal 230 al 235 dC), Silverio (dal 536 al 537 dC), Benedetto IX che vendette la sua carica a Gregorio VI ed entrambi per ovvie ragioni la dovettero lasciare.
Storie comunque lontanissime e che nulla hanno a che fare con quella di oggi che nasce “con piena libertà” da una decisione spontanea per la stanchezza e la salute, pare, provata di Benedetto XVI dagli impegni del proprio incarico. “Non risulta nessuna malattia in corso che abbia influito sulla decisione” ha detto però il portavoce del Vaticano padre Federico Lombardi. Trapela a margine delle dichiarazioni ufficiali che il Papa soffra, è vero, di dolori articolari e reumatici e di fibrillazione atriale cronica nonostante rifiuti i farmaci anticoagulanti prescritti, ma che sarebbe soprattutto il peso del suo ruolo a incidere sul suo stato generale.
Una simile notizia, per la rarità e le motivazioni addotte, non poteva dunque che dividere l’opinione pubblica. I commenti tra i pro e i contro si stanno scatenando in queste ore, com’era prevedibile proprio in rete e sui social network, tra i quali proprio Twitter l’ultima frontiera alla quale l’ultimo, ormai ex, Pontefice era sbarcato con il suo primo “cinguettio” il 12.12.2012, giusto due mesi fa.
La “sede vacante” scatta dalle ore 20.00 del 28 febbraio.
Carmen Vesco
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