INTERVENTO/Guardando a questo nostro tempo, ci rendiamo conto che stiamo attraversando un tratto di grandi mutamenti in campo sociale, economico, politico e migratorio. Quando sembra di aver raggiunto dei traguardi, sorge l’inatteso che destabilizza. Siamo in questa storia, la nostra, con le sue contraddizioni e provocazioni. La Pasqua di quest’anno giunge dentro questa storia. Ma la Pasqua di Cristo è il centro della storia e dell’universo, è la possibilità di fare nuove tutte le cose.
La Chiesa vive la Pasqua: la passione di Cristo, la sua morte e resurrezione come evento generativo e originario, sorgente da cui continua ad attingere energia e vita. La Chiesa è la comunità rinnovata dalla grazia donata dal Signore Crocifisso e Risorto: essa vive per testimoniare, per “narrare” ciò che Gesù ha compiuto una volta per sempre nel mistero pasquale. In Gesù trafitto e risorto, ogni uomo può scoprire se stesso nella sua realtà fragile e debole, ma anche nel dono di una possibilità di riscatto e di salvezza che gli è offerta. «Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio» (2 Cor 5,21). In Gesù morto sulla croce si riconosce l’umanità sfigurata dalla colpa e dal peccato, nel Cristo risorto c’è l’umanità trasfigurata dall’amore di Dio. La comunità cristiana è segno di questa libertà ridonata, non frutto di sforzi umani. La Pasqua irradia su di noi tutta la sua forza trasformante: mentre ci rispecchiamo nel Cuore di Cristo, veniamo trasformati nel suo corpo e nel suo tempio: ecco la stupenda realtà. Siamo noi in grado di esultare ancora al suono dell’annunzio della Pasqua? O forse, rattristati da episodi negativi, dalla deludente cronaca quotidiana, stiamo cedendo alla rassegnazione ed alla sfiducia? È Pasqua! È ora di lasciarsi afferrare dalla forza di Cristo! San Paolo ha fatto l’esperienza di questa dirompente forza spirituale che lo ha trasformato: «Sono stato conquistato da Cristo Signore» (Fil 3,12). Anche la prima comunità cristiana, dopo la risurrezione di Gesù nella povertà di mezzi e nella persecuzione dei nemici, si lancia nella missione, certa dell’abbraccio dello Spirito Santo. Anche oggi se il male ed i peccati ci disgregano, ci feriscono, in Gesù crocifisso e risorto noi riprendiamo il nostro posto come singoli e come comunità.
Vorrei che la Pasqua quest’anno ci conducesse ad una nuova consapevolezza dell’infinito dono e della potenza di grazia ricevuti e ci portasse a ritrovare la gioia della gratitudine: il Signore ci ha lasciato se stesso! É la logica Eucaristica. Nell’Eucaristia è la perpetua ed universale celebrazione del mistero pasquale. Attraverso la fede, le esperienze frammentate della vita personale e delle nostre comunità trovano unità in Cristo che ci ama. Come Chiesa possiamo vivere il dono autentico e gioioso: il corpo di Cristo viene spezzato per noi, per farci uno. Riconosciamo con sofferenza che le nostre comunità vivono altre frammentazioni, altre spaccature che sono il segno del peccato. Solo l’amore di Cristo, solo lo Spirito santo ha il potere di renderci eucaristia per guarirci e costruire nuovamente l’unità. Vi invito a scavare dentro l’esistenza personale per costruire nuovamente la comunità e l’essere Chiesa e ritrovare nella Pasqua la grazia della pace. Riscopriamo la bellezza dell’essere Chiesa, dell’essere corpo di Cristo e tempio di Dio. Sarà il modo più bello per vivere la Pasqua non da spettatori, ma da protagonisti.
Buona Pasqua.
† Domenico Caliandro
Arcivescovo
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