MESAGNE – Molfetta ringrazia, “Datemi tempo per fare il sindaco”.
Pompeo Molfetta accoglie una non molto folta fetta dei suoi elettori in piazza Vittorio Emanuele II per ringraziare la città del risultato raggiunto.
“Un dato di stima e affetto di cui sono grato – esordisce Molfetta, vestendo una maglia gialloblu consegnatagli dal neo consigliere regionale Mauro Vizzino per conto del Mesagne Calcio – L’idea che i cittadini mi vogliono bene mi inorgoglisce, sebbene sia un ruolo, quello del sindaco, di grande responsabilità. C’è la possibilità che non riesca a corrispondere la fiducia che avete in me, ma mi impegnerò al massimo per far ripartire Mesagne, datemi tempo.”
Poi, un passaggio sulla campagna elettorale. “È stata scintillante, gioiosa, ricca di amore e pathos, ma non una goliardata frutto di una mera operazione di marketing: io ci credo, con la determinazione di chi è innamorato di ciò che fa.”
Molfetta sogna e dal palco invita a mettere fine a maldicenze e rancori, che allontanano la gente comune dalla cosa pubblica. “Ognuno con il proprio ruolo, superiamo col dialogo le logiche che contaminano le relazioni politiche e personali. Basta con i muro contro muro, bisogna fare il proprio dovere con lealtà per il bene comune.” Poi, continua. “Non sostituirò un sistema di potere con un altro: i cittadini hanno bisogno di solidarietà, tutti devono avere gli stessi diritti. Mesagne deve ritrovare il proprio sistema di valori, ha una storia nobile di accoglienza: solo così ci si riscatta. Recuperiamo identità, riconosciamoci in un progetto che ci unisce.”
Dal palco, si disquisisce sui precedenti amministratori, dal forte spessore morale. “Con Faggiano, si aprì il periodo dei finanziamenti, che diedero vita al Rinascimento mesagnese degli anni 90. Poi, con Sconosciuto, si è scatenata la scalogna e Mesagne è diventata terra di tempeste, la città si allagava. Da quel momento, dopo gli interventi contro il dissesto idrogeologico, la città non si allaga più.” Poi, il passaggio su Franco Scoditti. “Periodo di vacche magre, in cui i comuni sono stati vessati. La sua è stata un’ attività amministrativa di piglio, anche se con pochi risultati. Sono convinto che c’é nel cielo una stella che brilla per Mesagne, sempre maltrattata anche dalla malasorte.”
Immancabile un passaggio sulla coalizione. “Il nostro sistema dovrebbe garantirci, abbiamo eletto Mauro Vizzino e Emiliano. Ora dopo una barca di voti che gli abbiamo dato deve aiutarci almeno con una barchetta di soldi per noi. – poi, continua – La provincia di Brindisi non ha goduto di grandi progetti di sviluppo, rispetto ai luoghi come il Salento, in cui si concentrano i poteri forti.”
Molfetta vuole una Mesagne normale, non disdegnando grandi progetti ma partendo dalle esigenze del vivere dignitosamente. “Ordinata, pulita. Ascoltiamo i più bisognosi, monetizziamo la bellezza, puntiamo sui nostri ragazzi. Quartieri, verde pubblico, diminuzione della pressione fiscale. Qualità urbana, grandi infrastrutture nel campo dell’agricoltura, del commercio e del turismo e ci attiveremo da subito.”
Lunedì, alle 17 nel comune, la sua ufficiale a sindaco. “Sarà la nostra festa. Spero che chi vorrà partecipare venga, non devo avere riferimenti politici accanto, ma la mia gente.”
La chiusura dei ringraziamenti, prima di dare spazio a fuochi d’artificio di breve durata, ma comunque senza autorizzazione all’insaputa del neo sindaco, è dedicata ai suoi detrattori. “Io sono il sindaco di Mesagne, non del 58% del 46% dei votanti … Non è colpa mia se la gente non va a votare, chiedetevi il perché: non è un astensionismo critico, ma è perché c’è gente che non se ne frega niente.”
Agnese Poci
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