BRINDISI- “Il territorio brindisino deve continuare a puntare sull’industria, anche da Roma stiamo lavorando affinchè arrivino le risorse necessarie. Nessun posto di lavoro sarà sacrificato” lo dice il Ministro per la Coesione del territorio e del Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, prima ancora di sedersi al tavolo di confronto organizzato da Confindustria questa mattina al Nuovo Teatro Verdi. Per il Ministro non ci sarebbero dubbi gli investimenti, se di investimenti bisogna parlare, devono passare attraverso le industrie, le beghe giudiziarie, poi, sono altra cosa: “lì ci deve pensare la magistratura a fare chiarezza”.
Intervista al ministro De Vincenti
Nai-post ni Brindisi Oggi noong Miyerkules, Oktubre 11, 2017
Del resto il titolo della relazione del presidente Giuseppe Marinò di Confindustria Brindisi è emblematico e la dice lunga sullo scenario che il numero uno degli industriali espone: “Brindisi, fra le capitali industriali del Mediterraneo”.
“Il capoluogo e il vasto hinterland provinciale dispongono di un apparato di produzione industriale fra i più rilevanti del Mezzogiorno- dice Marinò- Purtroppo alcuni settori dell’opinione pubblica locale, da tempo conducono una campagna antindustrialista puntando verso un orizzonte postindustriale”.
La scia di ottimismo arriva anche dalla Regione Puglia, quando parla l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Michele Mazzarano che sostituisce Michele Emiliano: “Il fatturato delle industrie pugliesi è in crescita- annuncia festoso- siamo pronti a competere con il mercato internazionale”. E qualche minuto dopo l’inizio del convegno si dilegua.
Interv. Presidente nazionale Confindustria Vincenzo Boccia
Nai-post ni Brindisi Oggi noong Miyerkules, Oktubre 11, 2017
Non dice nulla di nuovo neppure il presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia, per il convegno di Confindustria a Brindisi solo buoni propositi. Anche il direttore Enel Italia, Carlo Tamburi, non si lascia sopraffare dalle preoccupazioni, le ultime vicende giudiziarie sulla Centrale Enel di Cerano al momento, dice lui, non sembrano influire sul futuro dell’impianto brindisino. Più o meno, diciamo noi, che raccogliamo le incertezze dei lavoratori soprattutto dopo il sequestro preventivo ad opera delle Fiamme Gialle, seppur con facoltà d’uso, per l’inchiesta sulle ceneri contaminate.
“Enel tiene molto allo sviluppo della regione Puglia e dell’area di Brindisi che da anni ospitano un suo insediamento produttivo molto importante. Continuiamo quindi a lavorare per garantire il funzionamento della centrale Federico II – uno snodo importante per la stabilità del sistema elettrico nazionale – e per mantenere quanto più possibile inalterati i livelli occupazionali- dichiara ufficialmente Tamburi- La presenza di Enel nella regione e nel territorio brindisino prevede anche lo sviluppo di importanti progetti come smart grid, smart meter, mobilità elettrica e banda larga. Tutti progetti che siamo convinti porteranno innovazione e valore aggiunto al territorio e potranno offrire grandi opportunità di sviluppo per tutta l’area”.
Mentre si svolge questo interessante confronto sugli scenari futuri dello sviluppo industriale del territorio brindisino, fuori per strada, esattamente dinnanzi al teatro, i poliziotti e i carabinieri in tenuta antisommossa tengono a bada un gruppo di manifestanti. Sono i lavoratori della Brindisi Multiservizi, della Santa Teresa e gli Lsu che proprio tra qualche mese perderanno il loro posto di lavoro. Nello specifico 75 Lsu, 19 della Multiservizi e un centinaio della Santa Teresa. Senza contare i dubbi sul piano industriale di A2A e la riconversione della centrale Edipower. Ma alla fine tutto scorre e il futuro per qualcuno, solo per qualcuno, è roseo.
Lucia Pezzuto
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