Migranti derubati, 8 richieste di rinvio a giudizio per militari della San Marco

BRINDISI – Migranti derubati, 8 richieste di rinvio a giudizio per militari della San Marco.

Migranti tratti in salvo derubati di denaro e oggetti personali una volta saliti a bordo della nave Chimera della Marina Militare nell’ottobre del 2013. È questa l’accusa mossa nei confronti di otto militari.

Una notizia che, se appurata dalle fasi processuali, sarebbe uno smacco per il lavoro assiduo e costante che diversi equipaggi svolgono sulle tratte delle migrazioni verso le nostre coste.

8 i rinvii a giudizio chiesti dalla procura militare: il provvedimento riguarderebbe otto marò della Brigata Marina San Marco di stanza a Brindisi. Tra le accuse più gravi, spiccano quelle al sergente Massimo Metrangolo, 38enne, per peculato militare aggravato. Per gli altri sette, invece, l’accusa è di violata consegna: i colleghi di Metrangolo non avrebbero impedito che il sergente portasse a termine l’illecito.

La richiesta di rinvio a giudizio, firmata dal pubblico ministero Marina Mazzella della procura militare di Napoli, riguarderebbe quindi 8 militari in servizio nel secondo reggimento della Brigata Marina San Marco di stanza a Brindisi. Gli atti sono stati inviati alla procura militare di Napoli dalla procura della Repubblica di Agrigento.

A rendere pubblica la vicenda, è stato un servizio del telegiornale di La7. Durante la notte tra il 25 e il 26 ottobre del 2013 un centinaio di siriani a bordo di un barcone fu tratto in salvo dalla corvetta Chimera, a 45 miglia da Lampedusa. Appena arrivati sulle coste siciliane, i migranti raccontarono di essere stati derubati del denaro e degli effetti personali: ad ascoltarli, la polizia giudiziaria. Le indagini avrebbero stabilito che mentre i migranti dovevano restare in ginocchio a fissare il mare, i loro effetti personali e piccoli preziosi venivano riposti in buste senza indicazioni che potessero farne risalire la provenienza e la proprietà.

Uomini, donne e bambini salvati in quella notte sono stati ascoltati dagli inquirenti: qualcuno avrebbe raccontato anche che alcuni militari, col volto travisato da una mascherina sanitaria, avrebbero tagliato i sacchetti per frodarne il contenuto. Più grave la posizione di Metrangolo: secondo le accuse raccolte, avrebbe intascato denaro dei migranti per oltre 34.800 euro e più di 26 mila dollari, a cui si aggiungerebbero diversi monili: azione assolutamente non permessa, poiché il sergente avrebbe dovuto esclusivamente sequestrare armi e materiale pericoloso in possesso ai migranti.

Foto di repertorio

Agnese Poci

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