Micorosa, la bonifica è ferma, i consiglieri di opposizione: “C’è il rischio di un disastro ambientale ed il sindaco resta silente”

BRINDISI- Micorosa, i consiglieri di opposizione al Comune di Brindisi : “C’è il rischio di un disastro ambientale ed il sindaco resta silente”. I consiglieri di opposizione al Comune di Brindisi hanno presentato una interrogazione urgente al sindaco sullo stato dei luoghi di Micorosa. I consiglieri dapprima ripercorrono la storia dell’area Sin e dicono: nel marzo 2015 il Comune di Brindisi affidava all’ATI Comeap Artec srl  la gara  per i lavori di messa in sicurezza e bonifica della falda del SIN di Brindisi area Micorosa, con un ribasso del 74,3% per un valore economico di 17.637.966 di euro; essendo la procedura di gara un appalto integrato, il progetto esecutivo della R.T.I. aggiudicatrice fu validato dall’Amministrazione Comunale; l’allora consigliere comunale Massimiliano Oggiano, in sede di assegnazione della gara,  presentò una interrogazione per chiedere spiegazioni sull’”eccessivamente anomalo” ribasso; la Commissione giudicatrice all’epoca dei fatti incaricata dichiarò congruo il valore dei prezzi applicati all’offerta economica della R.T.I. aggiudicatrice previsti dal capitolato speciale d’appalto che portavano al ribasso del 74,3%; nell’ottobre   2018  il Comune di Brindisi ultimava la  consegna dei lavori all’R.T.I in questione dell’intervento  di messa in sicurezza e bonifica della falda del SIN di Brindisi area Micorosa; il valore originario dei fondi CIPE messi a disposizione per le bonifiche dell’area SIN di Brindisi con accordo di programma sottoscritto il 17 luglio 2012 dal Ministero dell’Ambiente, dal Ministero dello Sviluppo Economico, dalla Regione Puglia e dal Comune di Brindisi era di 48.000.000 di euro di cui 37.000.000 di euro per la gara d’appalto di Micorosa; i lavori dell’appalto in questione dovrebbero  concludersi  in 730 giorni (due anni) dalla data di consegna dei lavori e pertanto entro ottobre 2020; i lavori dell’appalto meglio specificato  in oggetto erano stati sospesi  dal 12 marzo c.a. causa emergenza sanitaria da Covid; la R.T.I. appaltatrice   non ha ancora riaperto il cantiere nonostante le intimazioni ufficiali del R.U.P e del Direttore dei Lavori rivendicando   circa 9.400.000 di euro di riserve sui lavori da effettuarsi tutte rigettate sia dal R.U.P che dal D.L. ; ad oggi l’R.T.I. appaltatrice, da cronoprogramma degli interventi previsti, ha effettuato solo il 7% dei lavori previsti dal capitolato speciale d’appalto  certificando di fatto una evidente inadempienza contrattuale e mettendo a rischio l’intero cantiere  che prevede l’intervento di messa in sicurezza e bonifica della falda del SIN area Micorosa  compreso anche quello relativo  alla società Eni Rewind nella parte di propria competenza;in data 17 giugno c.a. la RTI appaltatrice ha depositato presso il Tribunale delle Imprese di Bari una richiesta di risarcimento danni nei confronti del Comune di Brindisi (stazione appaltante) di 13.000.000 di euro; il progetto in questione  prevede il “tombamento” di quasi un milione e mezzo di metri cubi di fanghi industriali e degli scarti di produzione contaminati da sostanze altamente cancerogene su un area di 50 ettari lasciati da passate gestioni del petrolchimico consortile di Brindisi,  dopo essere stati incapsulati per poi sparire sotto un terreno vegetale impermeabilizzato che fungerà da barriera per evitare contaminazioni e infiltrazioni nella falda acquifera sottostante e del prospiciente mare; è di tutta evidenza che il cantiere aperto dell’area di Micorosa, se non messo immediatamente in sicurezza, rappresenta, come rappresenterà, una bomba ecologica di proporzioni bibliche, paventandosi un vero e proprio rischio di “disastro ambientale”. Alla luce di questo chiedono : quali controlli sono stati attivati dalla sua Amministrazione  dall’ottobre 2018  (tre mesi dopo l’insediamento della Stessa) a tutt’oggi sui lavori di messa in sicurezza e bonifica della falda del SIN di Brindisi dell’area di Micorosa; quali urgenti iniziative Ella intende assumere, in qualità di massima autorità sanitaria ed igiene pubblica ed ambientale,  per scongiurare il cogente quanto imminente rischio di disastro ambientale che la Città di Brindisi rischia di subire a causa del blocco dei lavori in questione.

BrindisiOggi

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