Mercato del centro muore , ci sono i box nuovi ma nessuno vuole trasferirsi

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BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Il mercato coperto nel cuore del centro storico di Brindisi ha oltre un secolo di vita, nonostante la crisi e la evidente desertificazione resiste ma la presenza delle bancarelle piazzate sotto i due padiglioni stile liberty è diventata un braccio di ferro tra i commercianti e l’amministrazione comunale che dura ormai da oltre tre anni. Il Comune di Brindisi, infatti, vorrebbe trasferire tutti i commercianti dell’ortofrutta all’interno della struttura chiusa che si trova in via Pisanelli. Ma i venditori dell’ortofrutta non sembrano minimamente intenzionati a spostarsi nella struttura di recente ristrutturata, che si trova alle loro spalle.

Un tempo su quella piazza, realizzata nel 1911 dai progettisti Pasquale Fusco e Fernando Nisi, si contavano quasi una cinquantina di bancarelle. Le foto dell’epoca raccontano una piazza ricca, e piena di venditori di frutta e verdura, uno spettacolo di colori di cui oggi resta ben poco. Le bancarelle, oggi, sono circa dieci, talvolta anche meno, a seconda dal tempo. Chi continua a lavorare con ostinazione lo fa perché riesce ancora a portare a casa la giornata grazie a quei clienti che nell’arco degli anni sono rimasti fedeli. L’amministrazione comunale, però, vorrebbe dare una sterzata alla situazione a cominciare dal trasferimento di quei dieci commercianti dell’ortofrutta nei box realizzati all’interno del cosiddetto “mercato del pesce”. Una struttura realizzata tra il 1931/1932 ma di recente rimodernata. Qui tre anni fa si sono conclusi di lavori di ristrutturazione con cui sono stati realizzati sedici box da adibire alla vendita di frutta e verdura. Il Comune ha speso ben 450mila euro per i lavori di restyling ma ad oggi l’area è vuota e inutilizzata ad eccezione della presenza di due pescivendoli, gli ultimi di una generazione che oramai è andata perduta. Qui dentro ci sono solo i fratelli Lino e Cosimino Tarlo che vendono il pesce e Giuseppe Valenti che vende i frutti di mare. Fanno questo mestiere da generazioni, lo faceva il loro padre e ancor prima il nonno, sarà per questo che nonostante tutto non rinunciano e continuano ogni giorno ad aprire e chiudere l’attività.

“Sono cinquant’anni che frequento mercato -racconta uno dei fratelli Tarlo che di anni ne ha 64- è il mestiere di mio padre e di mio nonno. Sono cresciuto su questa piazza e l’ho vista cambiare”. Il pescivendolo racconta che trent’anni fa il mercato del pesce era pieno di bancarelle, c’erano decine di venditori dentro e fuori così i commercianti dell’ortofrutta, occupavano tutta l’area esterna. Poi negli anni tutto è cambiato. Con l’apertura dei centri commerciali, con il problema dei parcheggi a pagamento, la gente ha cominciato a venire sempre di meno in centro e man mano anche le bancarelle sono diminuite.

Tre anni fa il Comune di Brindisi , in concomitanza con l’apertura del mercato di Sant’Angelo ha tentato anche il rilancio della piazza in centro consegnando ai commercianti un mercato coperto totalmente ristrutturato e realizzando sedici box all’interno che dovevano costituire le nuove postazioni di vendita.

“Nessuno si vuole trasferire qui dentro- dice Giuseppe Valenti, 76 anni, pescivendolo- hanno ragione, hanno fatto uno schifo. Questi box sono piccoli e poi che senso ha realizzare dei box in una struttura già chiusa. Sarebbe bastato assegnare le postazioni come hanno fatto a Sant’Angelo. Con questi box hanno tolto l’aria anche a noi”.

I box, effettivamente, non sono molto grandi. Sono uno affianco all’altro e consentono di allestire giusto una bancarella di medie dimensioni. Sono bui, ma si possono chiudere con una saracinesca in modo da poter lasciare la merce all’interno una volta chiusa l’attività.

“E’ vero sono più piccoli ma forse pagherebbero anche meno se solo volessero trasferirsi qui- continua il pescivendolo- anche se prima il Comune dovrebbe provvedere a rimettere in sesto i servizi”.

Quando il pescivendolo parla così si riferisce proprio ai servizi igienici che da quando è stata ristrutturata la struttura non sono mai stati aperti. In pratica i bagni sono rimasti chiusi, persino quello per i diversamente abili è inutilizzabile per non parlare del fatto che l’impianto dell’illuminazione non funzione perché va in corto. Qui il Comune di Brindisi non ha avrebbe mai provveduto neppure a garantire la pulizia degli ambienti che invece viene fatta dagli stessi commercianti. In teoria la pulizia e la manutenzione dovrebbe essere svolta dagli operatori della Multiservizi così come accade per il mercato coperto di Sant’Angelo, ma per questa struttura pare che l’amministrazione non abbia mai firmato il contratto alla municipalizzata.

Così la situazione sembra oramai a un punto fermo e i commercianti distribuiti all’esterno sotto i padiglioni in ferro non sembrano intenzionati a smuoversi di una virgola.

“Ma li avete visti quei box- dicono- sembrano i loculi di un cimitero. Dove ci mettiamo. Qui siamo all’aperto e la gente ci vede e si ferma. Li dentro saremmo in trappola e poi ci hanno presi in giro perché avevamo fatto un accordo con l’amministrazione. Ci avevano garantito che avrebbero liberato i parcheggi intorno alla piazza e invece non è stato così”.

I commercianti si lamentano anche della mancanza dei parcheggi che secondo loro scoraggerebbe la gente a recarsi in piazza. In tanti ricordano che quando il Comune decise di eseguire i lavori sulla struttura di via Pisanelli , il mercato del pesce, per intenderci, si impegnò a realizzare dei parcheggi intorno alla piazza che avessero una sosta consentita di massimo mezz’ora. Un po’ come accade su corso Garibaldi. Questo avrebbe consentito un riciclo continuo dei posteggi e agevolato le persone che si sarebbero recate in piazza per gli acquisti. Così però non è stato.

“Siamo sicuri che se ci spostiamo rischiamo di perdere anche quei pochi clienti che abbiamo- dicono i fruttivendoli- senza contare che qui i vigili urbani fanno multe in continuazione e scoraggiano la gente a venire”.

Eppure tra questi commercianti vi sono due voci fuori dal coro, due venditori di ortofrutta a cui non dispiacerebbe spostarsi in un ambiente al chiuso e al riparo dalle intemperie.

“Il problema è che non siamo tutti d’accordo altrimenti io mi sposterei anche subito- dice un commerciante di legumi- non avete idea che significa ogni giorno montare e smontare la bancarella. Si perde un sacco di tempo senza considerare che devi stare qui anche quando piove o fa caldo. Io ci andrei in quei box ma come si dice: o tutti o nessuno”.

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

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