BRINDISI – Dopo la notizia del medico del Pronto soccorso dell’ospedale Perrino costretto a chiamare il magistrato per salvare la vita di un operaio arrivato in fin di vita in ospedale, il responsabile provinciale Funzione Pubblica Cgil per la dirigenza medica Cristian Luca Ghezzani chiede un incontro al prefetto, alla conferenza dei sindaci e ai dirigenti Asl. “Restiamo sgomenti e sdegnati alla notizia dell’ennesimo incidente sul lavoro che ha rischiato, di fatto, di trasformarsi nell’ennesima morte bianca, a causa del gravissimo deficit organizzativo dell’assistenza sanitaria brindisina in cui manca il servizio di radiologia interventistica pur essendo l’ASLBR in possesso di angiografo biplano, praticamente una Ferrari, tenuta sostanzialmente in garage – dice Ghezzani – In questa torrida estate, il sindacato pur rischiando di essere accusato di vilipendio al turismo di massa insieme al noto Caparezza che invita a venire a ballare spensieratamente in Puglia, terra di incidenti e morti sul lavoro e malattie professionali,
intende concordare, innanzitutto, con la stimata amica e professionista del PS: “non si può morire di lavoro a 48 anni”. Agognamo una provincia senza morti sul lavoro o di lavoro: d’altro canto, quella contro gli incidenti sul lavoro e contro le c.d. morti bianche è una battaglia che la CGIL conduce, da sempre, ad ogni livello”. La Cgil chiede un incontro urgente per impostare assieme una politica proattiva, al di là delle verifiche sull’accaduto che spettano agli organismi competenti. “Non è una società civile, ne equa né solidale né giusta, quella che ha perso il senso del valore della vita e del lavoro – aggiunge Ghezzani – e che passivamente si adatta a registrare la cronaca dell’ennesimo incidente sul lavoro e l’affermazione di un medico leccese che avrebbe protocollato “la indisponibilità a servire altri centri”. quale forma di razzismo è questa? quale tradimento della funzione di dipendente pubblico è questa? Una indisponibilità che, in combinazione col deficit organizzativo dell’ASLBR, ha aggravato il rischio di trasformare un incidente sul lavoro in una morte bianca. Pur essendo noto che la radiologia interventistica brindisina, nel settennato della precedente amministrazione, è stata oggetto di scarsa attenzione e mala organizzazione che hanno determinato una scarsa attrattività per i professionisti più qualificati fino praticamente alla soppressione totale del servizio stesso, a tutto danno degli utenti del Perrino, affetti da patologie tempo dipendenti, è di tutta evidenza che la delibera di riapertura dei termini di concorso per l’assunzione di medici radiologi iper specializzati nella radiologia interventistica è, purtroppo, ultroneo e non sufficiente. Occorrono misure organizzative adeguate ed urgenti abbiamo già chiesto e perorato sia per le vie brevi sia tramite richieste ufficiali anche in tempi non sospetti e lontani dalle luci della ribalta come, ad esempio, nella nota dell’8 novembre 2021! Occorre precisare che la criticità disorganizzativa suddetta, già aggravata dalla condotta del medico leccese, è stata ulteriormente aggravata dalla gravissima carenza di organico medico del PS brindisino che non aveva medico disponibile per trasferimenti secondari per cui è stato necessario l’utilizzo di un medico rianimatore pronto disponibile che, senza indugio e con grande senso di responsabilità e solidarietà verso il lavoratore infortunato e verso i colleghi in grave difficoltà organizzativa, ha prestato la sua opera incarnando ed abbracciando la costituzione italiana in modo esemplare al pari della collega di p.s. che non si è arresa”.
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