BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Il governo ha approvato il nuovo decreto legge contenente le misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia di coronavirus fino al prossimo 15 ottobre. Con il nuovo decreto vengono quindi confermate le misure anti-contagio attualmente in vigore, che in alcuni casi saranno rafforzate, come per le mascherine, che dovranno essere obbligatoriamente indossate anche all’aperto e non più soltanto nei luoghi pubblici al chiuso e nei mezzi di trasporto. Nel Dpcm il governo stabilisce “l’obbligo di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, con possibilità di prevederne l’obbligatorietà dell’utilizzo nei luoghi al chiuso accessibili al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto, e in tutti i luoghi all’aperto allorché si sia in prossimità di altre persone non conviventi”. Sono esclusi i bambini sotto i sei anni, le persone con patologie non compatibili con l’uso della mascherina e chi esce per svolgere attività sportiva. Inoltre, come già annunciato dal ministro della Salute, il governo ha deciso di prolungare lo stato di emergenza fino al prossimo 31 gennaio 2021. L’uso della mascherina diventa, quindi obbligatorio, sebbene molte persone siano ancora refrattarie o non abbiano compreso bene l’uso corretto e le tipologie a disposizione. Indossare una mascherina può aiutare a prevenire la trasmissione mani-bocca: il virus si fa strada nell’organismo attraverso le mucose, e ognuno di noi si tocca la faccia in media 23 volte all’ora. Le maschere quindi possono ridurre il rischio di contrarre l’infezione attraverso gli schizzi di saliva rilasciati da tosse e starnuti. Oggi possiamo distinguere diversi tipi di mascherine che se correttamente utilizzate possono fare la differenza.
Le mascherine di comunità
Le mascherine di comunità hanno lo scopo di ridurre la circolazione del virus nella vita quotidiana e non sono soggette a particolari certificazioni. Non devono essere considerate né dei dispositivi medici, né dispositivi di protezione individuale, ma una misura igienica utile a ridurre la diffusione del virus SARS-COV-2. Possono essere mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate per coprire dal mento fino al di sopra del naso. L’uso della mascherina in comunità aiuta a limitare la diffusione del virus, ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di protezione finalizzate alla riduzione del contagio (come il distanziamento fisico e l’igiene costante e accurata delle mani), che restano invariate e prioritarie. Non è utile indossare più mascherine sovrapposte.
L’Istituto Superiore di Sanità ha affermato che anche l’uso di mascherine di comunità autoprodotte aiuta a contrastare la diffusione del virus, se usate bene e costantemente. Le mascherine di comunità possono essere realizzate a casa con materiali comuni a basso costo (come scampoli di stoffa). L’ISS ha anche precisato che le mascherine di comunità, sia autoprodotte, che commerciali, non sono dispositivi medici (come le mascherine chirurgiche) né dispositivi di protezione individuale. Con un’infografica dedicata l’ISS fornisce qualche consiglio su come realizzarle e come indossarle e chiarisce alcuni dubbi (ad es. devono essere lavate ogni volta che vengono indossate, è sufficiente in lavatrice a 60°C). È possibile lavare le mascherine di comunità se sono fatte con materiali che resistono al lavaggio a 60 gradi. Le mascherine di comunità commerciali (cioè non autoprodotte) sono lavabili se sulla confezione sono riportate indicazioni che possono includere anche il numero di lavaggi consentito senza che questo diminuisca la loro performance.
Le mascherine chirurgiche
Le mascherine chirurgiche sono le mascherine a uso medico, sviluppate per essere utilizzate in ambiente sanitario o in particolari ambienti lavorativi e certificate in base alla loro capacità di filtraggio. Rispondono alle caratteristiche richieste dalla norma UNI EN ISO 14683-2019 e funzionano impedendo la trasmissione. Anche nel caso in cui compaiano sintomi è necessario utilizzare le mascherine chirurgiche, certificate come dispositivi medici. Il 31 agosto 2020 il Comitato tecnico-scientifico (CTS) ha diffuso una nota in cui illustra le raccomandazioni tecniche per l’uso della mascherina chirurgica a scuola (tipologia raccomandata in questo contesto), differenziandone l’uso per fascia di età e in situazione statiche e dinamiche.
Dispositivi di Protezione Individuale
L’Istituto superiore di sanità ha emanato un documento riguardante i DPI, come ad esempio i filtranti facciali FFP2 e FFP3, e i dispositivi medici raccomandati per la prevenzione del contagio da SARS-CoV-2 in contesto lavorativo, operatori sanitari, addetti alle pulizie, tecnici di laboratorio, pazienti con o senza sintomi, accompagnatori, ambulanzieri, e destinatari dell’indicazione.
Come usare correttamente le mascherine
Il Ministero della salute ha prodotto un video spot che spiega quando indossarla e come usarla in sicurezza. Le principali raccomandazioni:
-prima di indossare la mascherina, lavati le mani con acqua e sapone (per almeno 40-60 secondi) o con una soluzione alcolica (per almeno 20-30 secondi)
-indossa, manipola e togli la mascherina toccando solo gli elastici o i legacci, avendo cura di non toccare la parte interna
-accertati di aver indossato la mascherina nel verso giusto (ad esempio nelle mascherine chirurgiche la parta colorata è quella esterna)
-posiziona correttamente la mascherina, facendo aderire il ferretto superiore al naso e portandola sotto il mento
-se durante l’uso si tocca la mascherina, si deve ripetere l’igiene delle mani
-non riporre la mascherina in tasca e non poggiarla su mobili o ripiani
-quando diventa umida, sostituisci la mascherina con una nuova e non riutilizzarla: sono maschere mono-uso
-gettala immediatamente in un sacchetto chiuso e lavati le mani
-in caso di mascherine lavabili, procedere alle operazioni di lavaggio a 60°C con comune detersivo o secondo le istruzioni del produttore (se disponibili); talvolta i produttori indicano anche il numero massimo di lavaggi possibili senza riduzione della performance della mascherina
-dopo avere maneggiato una mascherina usata equando ci si toglie la mascherina, effettua il lavaggio o l’igiene delle mani.
Smaltimento delle mascherine.
L’Istituto superiore di sanità precisa che mascherine e guanti vanno smaltiti con i rifiuti indifferenziati, ma per precauzione vanno sempre posti prima dentro un altro sacchetto chiuso, per evitare contatti da parte degli operatori ecologici. Al momento, come precisa il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, “non è noto il tempo di sopravvivenza dei coronavirus nei rifiuti”.
Con il nuovo decreto andranno anche ad aumentare i controlli in modo da verificare il pieno rispetto delle regole da parte di tutti e assicurare che non si verifichino assembramenti, i quali potrebbero favorire una più ampia diffusione dei contagi. Chi sarà sorpreso fuori dalla propria abitazione senza la mascherina andrà incontro a multe dai 400 fino ai mille euro. Sanzioni che si fanno però ancora più severe per chi viola la quarantena: si va dai 500 fino ai 5mila euro con l’arresto dai 3 ai 18 mesi. Anche gli esercizi pubblici che non rispettano le norme anti-contagio rischiano grosso: dai 400 ai mille euro di multa, più la chiusura del locale da 5 a 30 giorni.
Il parere della psicologa
L’utilizzo della mascherina ha avuto un impatto sociale e psicologico sulla vita di molte persone. Ha cambiato le abitudini, ha contribuito a creare paure e insicurezze soprattutto nei soggetti più fragili: i bambini.
“La mascherina rappresenta non solo una barriera tra noi ed il virus ma anche tra noi e gli altri- dice Maria Rita Greco, psicologa e psicoterapeuta, responsabile U.O.S.D. di Psicologia Clinica del Dipartimento di Salute Mentale di Brindisi- In questo momento ne soffrono di più i bambini, bisogna ascoltarli e fare appello alle loro emozioni che inevitabilmente sono emozioni negative. Eppure i bambini si fidano degli adulti per questo il messaggio che deve passare è che ci sono cose inevitabili che non consentono alcuna flessibilità. Bisogna sollecitare le famiglie che in tutto questo hanno un ruolo importante, portare la mascherina è una senso di responsabilità verso se stessi e verso gli altri. E’ chiaro che bisogna tener conto che procura una sensazione negativa, sono fastidiose, sono pesanti ma non per questo bisogna avere un atteggiamento lassista. E’ giusto mettere sempre un limite”. A questo si aggiunge anche la paura di ammalarsi : “Un altro aspetto a questo collegato è che può succedere a tutti di ammalarsi per cui non va alimentata la mentalità dell’untore perché oggi si ammala un compagno domani si ammala lui stesso. Per questo bisogna educare al rispetto di chi si ammala” .
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
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