BRINDISI- Il basket a Brindisi non morirà. Con queste parole il numero uno di Contrada Masseriola, Marino, aveva commentato l’ultima di campionato e l’ultima disfatta della formazione brindisina in laguna, impegno rimarcato questo pomeriggio in una gremita sala stampa alla presenza dei soci Marinò e Carparelli e il presidente dell’associazione “Brindisi vola a canestro”, l’avvocato Mazzara.
“L’obiettivo di questa stagione – ha esordito Marino – era quello di raggiungere al più presto la salvezza e l’abbiamo centrato con sei giornate d’anticipo. Abbiamo allestito la squadra con il 30% in meno degli investimenti rispetto agli anni precedenti. Per far quadrare i conti di quest’azienda abbiamo azzardato delle scommesse, quasi tutte vinte. Peccato che questo bellissimo brillante sia rimasto grezzo. Nonostante tutto – ha proseguito – siamo disposti a investire lo stesso capitale degli ultimi anni affinché Brindisi continui il suo percorso nel basket che conta. Sono necessarie, però, due variabili molto importanti: il main sponsor e il palazzetto. Non possiamo più aspettare, abbiamo bisogno di risposte rapide (entro 15-20 giorni) e certe”.
A trarre il bilancio della stagione appena conclusa è il vice presidente Giuseppe Marinò.
“Siamo vivi, siamo qui e siamo tornati a lavoro dopo i 5 minuti di scoramento post sconfitta. Qualche merito ci va riconosciuto: siamo l’unica società di matti che in cinque anni ha allestito 5 roster completamente nuovi. Probabilmente ci riesce meglio degli altri grazie ad un pizzico di follia, all’assistenza di Giuliani e dei suoi collaboratori e, quest’anno, grazie alla capacità di Sacchetti di creare un gruppo. Abbiamo costruito una grande azienda, è una squadra che funziona grazie a ciò che si muove dietro le quinte. Ripartiremo da Sacchetti e oggi formuleremo una richiesta ufficiale al main sponsor (Enel) per verificare la diponibilità. Chiederemo di sposare un progetto a medio termine, per non vedere partire ogni anno tanti giocatori”.
Main sponsor – “Non credo ci sia nessuna possibilità – ha proseguito Marinò – di disconoscere quanto costruito in questi anni. Andiamo in giro con uno dei brand nel settore industriale più importante a livello mondiale e questo, per me, è motivo di orgoglio. Ho percepito troppe volte che questa sponsorizzazione non fosse una scelta da parte del colosso energetico ma un’imposizione per via della Centrale di Cerano. Non siamo stati subiti ma scelti. Purtroppo, il contratto quest’annosi è concluso male, perché avevamo la necessità di raggiungere degli obiettivi, cui erano legati dei premi e non ne abbiamo raggiunto nessuno. Oltre all’amarezza del risultato sul campo si è unita questa situazione di disagio a livello economico. E’ stato il più brutto rapporto contrattuale che abbiamo sottoscritto negli ultimi due anni. Non conoscevamo molti dettagli perché l’abbiamo firmato velocemente a stagione avviata. Questo, non dovrà più accadere. Abbiamo bisogno di conoscere quale progetto Enel vorrà condividere con noi e non accetterò più di sentir dire che la palla rotola in questo palazzetto solo per la presenza della Centrale a carbone. Sono due dinamiche completamente diverse. L’Enel con o senza Cerano rimarrà un brand multinazionale. Nessuno dovrà pensare che la presenza di un impianto sul territorio ci autorizzi a ottenere di più in termini economici. La condivisione di questo progetto va ben oltre gli interessi industriali, altrimenti si chiama ricatto. Mi auguro – ha concluso – che l’Enel e gli altri sponsor continuino a sostenerci per queste motivazioni, per l’orgoglio di accompagnare la cultura del basket in questa città. Non ci sarà una condivisione progettuale di un nuovo palazzetto senza la volontà politica. Siamo tutti sullo stesso treno e se qualcuno vorrà scendere, è bene che lo dica pubblicamente perché, se non avremo un impianto idoneo tra due anni, non sarà colpa nostra”.
Adeguamento PalaPentassuglia – “E’ necessario dialogare con la politica – ha affermato il presidente Marino. A tutt’oggi non abbiamo ricevuto un invito ufficiale da parte dell’Amministrazione Comunale. La Federazione aspetta dei progetti, un cronoprogramma per rilasciare le deroghe. Ci sono problemi più urgenti da affrontare in città, ma il tempo a nostra disposizione, sta per scadere”.
Lilly Mazzone
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