“Malfunzionamento della giustizia”, gli avvocati penalisti scioperano per tre giorni

BRINDISI – Sciopero di tre giorni degli avvocati penalisti.  La Giunta dell’Unione Camere Penali Italiane ha proclamato l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale per i giorni 29, 30, 31 marzo 2021, cui aderisce senza riserve la Camera Penale “O. Melpignano” di Brindisi.

“Appare indubbio che la macchina del processo penale versi in una condizione drammatica. I meccanismi processuali sono farraginosi e spesso privi di logica sistematica a causa delle tante riforme emergenziali che nei decenni sono intervenute sempre per restringere le garanzie, così togliendo effettività al rito accusatorio – afferma in una nota la Camera Penale di Brindisi –  Alla crisi di sistema si aggiunge oggi la drammaticità della pandemia con tutte le difficoltà che la accompagnano: strutture sovente fatiscenti, personale di cancelleria in smart working, generale inadeguatezza dei provvedimenti assunti per l’operatività dei singoli uffici giudiziari. L’emergenza emblematica è il cd. “portale del penale”. E’ evidente e da tutti condiviso che nel tempo l’attività tecnica della difesa penale si potrà e dovrà appoggiare a tutte le possibili forme di digitalizzazione: depositi via pec, accreditamento e accesso ai portali anche per la consultazione dei fascicoli processuali, facilitazioni delle interlocuzioni con Pubblici Ministeri e Giudici, notifiche e così via. Ma questa non è certo la situazione dell’oggi. Il portale ufficializzato è solo quello delle Procure della Repubblica. Il sistema nasce già obsoleto, ma soprattutto presenta continui guasti e inconvenienti tecnici, che ne impediscono il funzionamento: i difensori non possono accreditarsi e ciò mette a repentaglio il rispetto dei termini processuali, i Pubblici Ministeri non hanno tempestiva contezza delle iniziative della difesa. Il deposito del portale non è corredato da idonea certificazione comprovante l’esito positivo delle operazioni. Spesso, intervenuto il deposito della nomina, è comunque impossibile accedere al fascicolo. L’Avvocatura, al tavolo delle consultazioni al tempo del precedente Ministro, aveva proposto una soluzione ragionevole quale la previsione di un regime che consentisse anche di ricorrere al deposito nelle forme tradizionali fino al raggiungimento della completa efficienza del sistema in tutto il territorio nazionale. Con la legge n. 176 del 18 dicembre 2020, che ha convertito il decreto cd “Ristori”, si è mantenuta – senza che nessuna forza politica ciò rivendicasse – la modalità esclusiva di deposito tramite portale degli atti difensivi, così impedendo ogni forma residuale di deposito cartaceo e trasformando l’avvio delle forme del processo telematico in una inammissibile detrimento dei diritti della difesa. Il successivo decreto 13.1.2021 del Ministero della Giustizia ha addirittura esteso tale esclusiva modalità al deposito della querela, degli atti di opposizione alla richiesta di archiviazione e dell’atto di nomina. Peraltro, gli interventi limitativi delle prerogative dei difensori, introdotti con atti pivi di forza di legge, sono continuati anche con le note del Direttore del D.G.S.I.A. che, con i provvedimenti del 5.2.2021 e del 24.2.2021 ha imposto il deposito del cd. “atto abilitante”, dunque onerando il difensore di un ulteriore incombente non previsto dalla legge. Tale oggettiva situazione dovrebbe concludersi il 30 aprile 2021, termine ultimo per le misure di emergenza di contrasto alla pandemia, ma inequivocabili sono gli annunci di provvedimenti di proroga di tutte tali misure. Nessun impegno concreto è seguito da parte delle forze politiche che sostengono l’attuale Governo alle iniziative dell’Unione Camere Penali Italiane, che in queste settimane ha più volte denunciato le continue disfunzioni e i malfunzionamenti dei portali. L’impossibilità di accedere anche alle modalità tradizionali di deposito e accesso ai fascicoli sta determinando una grave lesione dei diritti dei cittadini sottoposti a procedimento penale e delle persone offese, che non vedono garantita la loro rappresentanza e la loro difesa tecnica”.

 

 

 

 

 

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